IL DIOSSIDO DI TITANIO, SOPRATTUTTO IN FORMA NANOPARTICELLARE INCONTRA UN UTILIZZO QUOTIDIANO CRESCENTE (IN FILTRI SOLARI, VERNICI, SUPERFICI AUTOPULENTI, COLORANTI ALIMENTARI ECC.) NUMEROSI STUDI TOSSICOLOGICI HANNO RIPORTATO CHE PROVOCA EFFETTI AVVERSI ED È CLASSIFICATO COME POSSIBILE CANCEROGENO.
Le sostanze tossiche presenti nell’ambiente mettono in pericolo l’acqua, l’aria, il suolo e il nostro stesso futuro.In Europa ci sono in commercio più di 100.000 sostanze chimiche, delle quali 3.000 sono classificate ufficialmente dall’Unione Europea come pericolose. Ma solo di alcuni di essi si conoscono gli effetti ambientali , e sono davvero poche le sostanze chimiche prodotte dall’uomo ad essere monitorate costantemente nell’ambiente. Molte di esse sono disperse inconsapevolmente, attraverso i più diversi processi di produzione o lavorazione. Altre invece troviamo introdotte intenzionalmente.
STOP ALL’INQUINAMENTO! ARRIVANO I PRODOTTI AL TITANIO di Chiara Castro
Come ormai è noto a tutti l’inquinamento è una delle piaghe che ci siamo autoinflitti. Non potendo ricorrere né ad incantesimi né a miracoli, molti scienziati si sono ingegnati per cercare di debellare questo male. Secondo diversi studi un possibile alleato all’energie rinnovabili è il biossido di titanio (TiO2). Quest’ultimo è una polvere cristallina (numero CAS 13463-67-7) usata principalmente come pigmento bianco nelle vernici, nelle materie plastiche e nel cemento; per tale ragione, è anche comunemente chiamato “bianco di titanio”. Di seguito viene descritto come questa sostanza chimica potrebbe essere utilizzata per ridurre l’inquinamento atmosferico. FOTO Biossido di titanio visto al microscopio elettronico
ALBEDO CONTROL
1.Un filtro solare al titanio per la Terra
Secondo una ricerca di geoingegneria, spargere nell’aria particelle di biossido di titanio potrebbe contribuire a ridurre il riscaldamento globale.
“L’idea è nata in seguito all’eruzione del 1991 del Monte Pinatubo nelle Filippine”, racconta Davidson, l’ingegnere chimico responsabile del progetto nonchè direttore della società di consulenza inglese Davidson Technology. “L’eruzione immise nella stratosfera 20 milioni di tonnellate di anidride solforosa la quale formò una sottile nebbiolina di acido solforico che ridusse le temperature globali di circa mezzo grado centigrado per due anni. L’acido solforico però danneggia lo strato di ozono arrivando perfino a interrompere la circolazione nella stratosfera”, dice Davidson.” Il biossido di titanio, invece, è sette volte più efficace nel disperdere la luce, il che significa che ne basta molto meno per raggiungere l’effetto desiderato e, di conseguenza, l’impatto sulla circolazione atmosferica sarebbe decisamente minore”. Secondo l’ingegnere chimico basterebbero circa tre milioni di tonnellate di biossido di titanio, sparso a formare uno strato spesso un milionesimo di millimetro, per disinnescare gli effetti del riscaldamento globale causato dal raddoppio dei livelli di biossido di carbonio (anidride carbonica).
Davidson precisa che i rischi ambientali legati alla dispersione del titanio nell’atmosfera sarebbero minimi. “Sono stati effettuati molti test di esposizione alle polveri di biossido di titanio”, ha dichiarato il ricercatore “che io sappia, non esistono prove di pericoli per la salute. Con queste concentrazioni minime è improbabile che vi siano problemi”. Ciononostante, la storia ci insegna che “ogni volta che abbiamo diffuso sostanze chimiche nell’atmosfera, siamo rimasti sorpresi dalle reazioni che ne sono risultate”, replica Rob Jackson, professore di Scienze Ambientali alla Duke University del North Carolina. “I clorofuorocarburi, o CFC, sono l’esempio più lampante”, aggiunge.
Davidson ribatte però che l’umanità ha bisogno di una “polizza d’assicurazione” contro gli effetti catastrofici del riscaldamento globale. “Saremmo poco lungimiranti se non svolgessimo adesso ricerche su un sistema che potrebbe rivelarsi sicuro”. (Fonte: nationalgeographic.it)
2. Jeans al titanio Jeans al titanio Una possibile alternativa alle noiosissime giornate a targhe alterne è quella di indossare dei jeans al “titanio”. Tony Ryan, docente di chimica alla Facoltà di Scienze dell’Università di Sheffield, ha infatti creato un liquido che, versato sui jeans, renderebbe quest’ultimi dei veri e propri mangia-smog ambulanti. Infatti, il tessuto rivestito con particelle di biossido di titanio riuscirebbe in questo modo ad intrappolare lo smog (in particolare gli ossidi di azoto) e a trasformarlo in sostanze inerti che si lavano via in lavatrice. Il dottor Ryan assicura che i jeans anti-smog non sono pericolosi per la salute umana e che saranno in commercio entro due anni. “Se migliaia di persone utilizzassero l’additivo avremmo un sensibile miglioramento della qualità dell’aria”, ha fatto sapere il professor Ryan.
3. Tegole mangia-smog La lotta all’inquinamento atmosferico passa anche dal tetto. A produrre la “tegola mangia-smog” è Wierer, azienda del Gruppo Monier con sede a Chienes, in provincia di Bolzano. Il biossido di titanio, aggiunto allo strato di finitura superficiale della tegola, è in grado di accellerare la reazione di ossidazione degli elementi inquinanti rendendoli innocui e facilitandone il dilavamento grazie all’acqua piovana. Secondo dei calcoli una copertura di circa 200 metri quadrati realizzata con una soluzione di questo tipo permette di eliminare dall’atmosfera, in un anno, gli agenti inquinanti dovuti alle emissioni di un’automobile a benzina euro 4 con una percorrenza di circa 18mila Km/anno.
4. Vernici ecologiche Il biossido di titanio, composto fondamentale di queste particolari eco-pitture, agisce in questo caso da fotocatalizzatore sotto l’azione dei raggi ultravioletti e abbatte i principali fattori di inquinamento (biossido di azoto, biossido di zolfo, monossido di carbonio, benzene, ammoniaca, formaldeide, particolato atmosferico PM10) trasformandoli in sostanze inerti e del tutto innocue. Vernici ecologiche Ad avvalorare l’efficacia delle pitture fotocatalitiche è intervenuto anche il CNR che, in una relazione sul tema, ha stabilito che un metro quadro di superficie trattata con tali vernici è in grado di decomporre in appena un’ora, il 90% dell’inquinamento presente in 80 m³ di aria. Il principio della fotocatalisi può essere applicato anche a materiali di rivestimento generici come piastrelle e asfalto. Il biossido di titanio potrebbe diventare quindi un valido alleato contro l’inquinamento atmosferico ma gli esperti sottolineano che non è “La Soluzione”. Bisogna quindi impegnarsi a ridurre le emissioni di gas serra e ad investire nell’energie rinnovabili. Speriamo solo che i politici non intravedano in questa sostanza una possibile scappatoia per evitare di impegnarsi di più per ridurre l’inquinamento.
FONTE https://www.pomezianews.it/2014/12/stop-allinquinamento-arrivano-prodotti-al-titanio/
Come in cielo così in terra, quindi si osa ad introdurre in forma massiccia e all’ insaputa di tutti le stesse sostanze con gli stessi pericoli (vedi aluminio). Un caso? Un dato e una coincidenza su cui riflettere.
COSA C’È NEL MIO CIBO? NANOPARTICELLE, BIOSSIDO DI TITANIO E SALUTE
Sembra che i produttori di alimenti,con lo strategico manforte degli scienziati, stiano cercando di rendere il cibo sempre meno reale, sempre più “alieno” e malsano. Prima c’era l’omogeneizzazione e pastorizzazione, quindi l’aggiunta di colori artificiali, insaporenti, conservanti, additivi di ogni sorta, altamente tossici in grado di prendersi beffa del nostro sistema ormonale (interferenti endocrini), poi sono arrivati gli OGM ed ora abbiamo le nanoparticelle.
Tante volte, ed in modo più che mai approfondito abbiamo parlato della nanotecnologia, dei nanomateriali, soprattutto del fatto che pur non essendo ancora testati i loro eventuali danni, pur non esistendo protocollo di sicurezza siano stati imposti all’uso.
Ciò che è grave è che le nanoparticelle rientrano a pieno titolo fra gli additivi, materia disciplinata dal Reg (CE) 1169/2011 nonostante non vi sia una normativa a riguardo e non vi siano valutazioni di rischio.
Li troviamo nei medicinali (le famose aspirine da mettere sotto la lingua che in un attimo fanno passare ogni male), medicinali chemioterapici, cosmetici (questo è l’unico campo in cui pare obbligatoria l’iscrizione della loro presenza, esempio nelle creme solari, rossetti, ombretti).
Ora li abbiamo anche, senza saperlo, negli alimenti. (dolci, caramelle, bevande alla soia, al riso, maionese,, dentifrici…). Si tratta di additivi ultramicroscopici aggiunti solitamente per rendere l’alimento più allettante ed evitarne lo “scolorimento”. Non solo questi additivi non contribuiscono con alcun valore nutrizionale, ma sono così piccoli che possono infiltrarsi nella circolazione sanguigna e così raggiungere tutte le parti del corpo, dove hanno il potenziale di causare danni.
Per leggere nel dettaglio i danni causati dai nanomateriali consiglio scaricare il pdf in:
NANOPARTICELLE,NANOMETALLI,NANOINGEGNERIA,CAUSA DELLE NANOPATOLOGIE
E` stato dimostrato dal professor Nemmar dell’Universita` cattolica di Leuven che particelle da 100 nanometri, ovvero 0,1 micron, se respirate, passano la barriera polmonare in 60 secondi e in un’ora giungono al fegato.
Schematico e riassuntivo questo documento della Dottoressa Gatti sul Progetto RTD sovvenzionato dalla Commissione Europea sul ruolo patologico delle micro e nano particelle. (progetto QLRT 2002-147 anno 2002/2005).
Siamo già informati di quanto i pesticidi facciano male, di quanto gli additivi annientino il nostro corpo e mente..sugli interferenti endocrini… bene è importante informarci anche sui nanomateriali!
Perchè quando parliamo di nanomateriali.. parliamo sostanzialmente di nanometalli.
Nella maggior parte dei casi, le nanoparticelle utilizzate nei prodotti alimentari sono composte da biossido di titanio, che ha un record di dubbia salute, anche se la Food and Drug Administration lo ha classificato come riconosciuto Generalmente come Sicuro (GRAS).
Infatti, il biossido di titanio è ampiamente usato in creme solari, perché aiuta a riflettere la luce ultravioletta. Prescindendo infatti dai danni delle creme solari, così tanto acclamate, e a meno che non si venga esposti al sole internamente, è necessario ingerire biossido di titanio?
Le nanoparticelle di Biossido di titanio potrebbero danneggiare il tuo cervello
L’uso di nanoparticelle è in rapido aumento, e nanoparticelle di biossido di titanio sono il secondo nanomateriale più prodotto ingegnerizzato nel mondo.
Il suo utilizzo nei prodotti di consumo ha superato la ricerca sulla sua sicurezza, in modo tale che gli esseri umani sono esposti ripetutamente prima ancora di sapere le conseguenze. Ciò che è noto, tuttavia, è che le nanoparticelle di biossido di titanio sono in grado di muoversi dai polmoni o del tratto gastrointestinale per altri organi.
Titanium dioxide nanoparticles: a review of current toxicological data http://particleandfibretoxicology.biomedcentral.com/articles/10.1186/1743-8977-10-15
Inoltre, gli studi sugli animali rivelano un accumulo di nanoparticelle nel cervello, mentre gli studi di tossicità hanno dimostrato le particelle hanno negativo effetti sulla vitalità e funzionalità delle cellule del cervello. Uno studio recente ha anche mostrato che “nanoparticelle di biossido di titanio inducono un aumento delle specie reattive all’ossigeno, ovvero i ROS (radicali liberi più diffusi), e una diminuzione del potenziale di membrana mitocondriale, suggerendo quindi un danno mitocondriale.”
I ricercatori ritengono che l’esposizione al particelle possono portare a disfunzione neurologica , in particolare, le nanoparticelle sono state trovate a danneggiare le cellule astrociti, che aiutano a regolare la serotonina, dopamina e altri neurotrasmettitori.
Alti livelli di esposizione (100 parti per milione) hanno ucciso i due terzi di tali cellule cerebrali entro un giorno. E ‘anche danneggiato mitocondri delle cellule, che possono in ultima analisi, portare alla morte delle cellule (apoptosi).
Lo studio ha anche rivelato che le cellule astrociti che non sono state uccise, sono stati lasciati danneggiati; diventando inabili di assorbire glutammato, un neurotrasmettitore, tale da farlo accumulare all’esterno della cellula, fatto che può essere implicato nella malattia di Alzheimer e nel morbo di Parkinson.
Un rapporto in scienze ambientali e tecnologia (Environmental Science & Technology) hanno sottolineato che un’analisi dell’esposizione umana al biossido di titanio negli alimenti “identificando i bambini come i soggetti maggiormente esposti perché TiO2 è contenuto più nei dolci (da pasticcini, caramelle, chewingum.. rispetto ad altri prodotti alimentari.”
La ricerca inoltre ribadisce come il biossido di titanio nano, essendo ampiamente usato, dopo l’uso entra nel sistema fognario e, successivamente, accede all’ambiente come effluente trattato nelle acque di superficie o biosolido applicato ai terreni agricoli, rifiuti inceneriti, o solidi in discarica.
La professoressa Gatti e suo marito Montanari da anni hanno portato alla ribalta il problema, come potete leggere nel documento sulle nanopatologie, ma oltremodo osteggiati.
Già in questa ricerca della NCBI del 2011 ( supportata in parte dal Environmental Research and Technology Development Fund (C-0901) of the Ministry of the Environment, Japan.) si ha una attenta dimostrazione di come le nanoparticelle entrano e si depositano in particolare nel cervello.. con conseguenti danni neurologici.
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3189781/
Un nuovo studio (dicembre 2016) in nanotossicologia, condotto da un team in Olanda, trova prove che l’esposizione orale a nanoparticelle di biossido di titanio potrebbe avere effetti negativi sul fegato, ovaie e testicoli nel corso del tempo. Questo è particolarmente rilevante quando si tratta di bambini, che possono essere più vulnerabili a potenziali pericoli da nanoparticelle (l’uso massiccio di nanoparticelle si ha nei dolci, caramelle..).
Secondo a Georgios Pyrgiotakis, PhD, della Harvard School of Public Health, le nanoparticelle potrebbero passare nel flusso sanguigno, dove potrebbero causare l’infiammazione come pure l’ accumulano nel corpo ed interferire con i processi biochimici normali. L’Agenzia internazionale per ricerca sul cancro ha classificato il biossido di titanio come “possibile cancerogeno per gli esseri umani.”
Questo fotogramma è presente nel documento della Dottoressa Gatti prima citato.
Altre ricerche suggeriscono anche titanio nanoparticelle di biossido possono avere rischi cerebrali nascosti. Per esempio:
- esposizione prenatale alle nanoparticelle di biossido di titanio può provocare alterazioni alla corteccia cerebrale, bulbo olfattivo e regioni cerebrali intimamente legati ai sistemi di dopamina (1)
- esposizione alle nanoparticelle di biossido di titanio possono alterare le risposte ossidative e infiammatorie così come il sistema renina-angiotensina nel cervello (che svolge un ruolo nella salute cardiovascolare, tra cui l’ipertensione, e l’invecchiamento), modulando in tal modo le funzioni cerebrali . (2)
- nanoparticelle di biossido di titanio (TiO2 NP) inducono forte stress ossidativo e danno mitocondriale nelle cellule gliali nella vostra cervello. Secondo una ricerca pubblicata in Free Radical Biology & Medicina: (3)
- ‘TiO2 NP possono entrare direttamente nel cervello attraverso il bulbo olfattivo e possono essere depositati nella regione dell’ippocampo …
- TiO2 NP … producono cambiamenti morfologici, i danni dei mitocondri, e un aumento del potenziale di membrana mitocondriale, indicando tossicità.
Gli alimenti che contengono la maggior quantità di nanoparticelle di biossido di titanio sono caramelle, gomme da masticare e altri dolci, come le ciambelle o dolci spolverati di “zucchero”, che sono bianco brillante a causa di titanio. Puoi riscontrare anche loro nel caffè cremosi, maionese, budino e alcuni prodotti lattiero-caseari. Alcune marche sono Kraft, General Mills, Hershey, Nestle, Mars, Unilever .
Per approfondire
NANOTECNOLOGIA IN ALIMENTI E MANGIMI: EFSA RELAZIONE 2015. NASCOSTI I VERI DANNI
Il fatto grave è che questi nanometalli trapassano ogni barriera e si depositano. Non è possibile lo smaltimento, come le ricerche di Gatti dimostrano e possiamo capire in USA che vivono in uno stato di “sino a prova contraria del danno”, ma in Italia dove vige un sistema di sicurezza per quale motivo sono state imposte in ogni settore del mercato senza alcun protocollo ? Non sono passati neppure gli anni sufficienti per una certa e sicura data-analisi, i ricercatori stessi dichiarano che i mezzi a disposizione non permettono di valutare il vero ed effettivo rischio di particelle così minuscole e nuove nello scenario salute, infatti diventa molto difficile per loro estrapolare dei risultati, come indicato nel Giornale di ricerca sulle nanoparticelle “i metodi convenzionali non possono essere utilizzati nel loro caso”.
Solo l’esistenza di questo giornale di “ricerca sulle nanoparticelle” dovrebbe rendere perplessi.. perchè tanta smania e fretta per farceli assimilare?
FONTE http://www.lifeme.it/2017/01/alimenti-nanomateriali-biossido-di-titanio-nano-danni-.html
VEDI ANCHE
Università di Padova: Alluminio e Salute, Dalla Neurochimica alla Neurodegenerazione.
Alluminio limita la crescita delle piante e rende i terreni improduttivi
82000 MATERIE TOSSICHE NEL CORPO UMANO, CON IN TESTA GLIFOSATO E ALLUMINIO
POTENTE DISINTOSSICANTE DAI RICERCATORI MILITARI SOVIETICI
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