ERA SUI GIORNALI QUALCHE ANNO FA.

Tracce di droghe nell’aria di Roma. Comincia così la ricerca dell’Istituto di inquinamento atmosferico del Cnr che evidenzia la presenza di cocaina nel particolato sospeso dell’atmosfera. Dopo i fiumi, il Po e il Tamigi, è l’aria ad essere stata testata per la presenza della polvere bianca. Sui tre centri urbani presi in esame (Roma, Taranto e Algeri) la «dose» più alta riscontrata è stata quella della Capitale. – See more at: http://www.osservatoriodroga.it/il-cnr-nell%E2%80%99aria-di-roma-si-respira-cocaina/#sthash.ZIqD2uml.dpuf

Torino capitale della cocaina, Firenze della marijuana. … Aria drogata – 

Aria drogata – Dall’Istituto di Inquinamento Atmosferico di Roma del CNR arriva uno studio su un inquinamento molto particolare: i livelli di sostanze psicotrope presenti nella normale aria che respiriamo tutti i giorni nelle maggiori città italiane. I ricercatori hanno misurato le quantità di nicotina, caffeina, cannabinoidi e cocaina nell’aria di Torino, Palermo, Roma, Bologna, Firenze, Milano, Verona e Napoli.L’analisi del CNR – Lo studio si intitola “Airborne psychotropic substances in eight Italian big cities: Burdens and behaviours” ed è abbastanza complesso, perché non si limita a misurare la quantità di ogni singola sostanza in ogni singola città. Al contrario, le concentrazioni vengono confrontate con parametri climatici come vento, umidità e temperatura, ma anche con altri noti inquinanti come le PM10 dello smog. VEDI  QUI

Un evento del passato collegato alla diffusione di droghe, e quindi assorbimento involentario, fece molto discutere. E’ successo in Francia, nel lontano 1951.

 

 

CIA: cosa è successo veramente nel tranquillo villaggio francese di Pont-Saint-Esprit

di Hank P. Albarelli Jr.

Un giornalista statunitense, che stava indagando sugli esperimenti di controllo mentale condotti dalla CIA durante la Guerra Fredda, s’è imbattuto in alcuni documenti relativi a un oscuro episodio in Francia, che non è mai stato chiarito. Egli sostiene che nel 1951 la CIA stava testando un’arma segreta: l’irrorazione per aerosol di LSD. L’esperimento sarebbe stato effettuato in un villaggio francese, i cui abitanti e le autorità erano stati tenuti completamente al buio. Ma andò male e causò la morte di 7 persone. Abbiamo chiesto a Hank Albarelli di fornire una sintesi della sua indagine ai lettori di Réseau Voltaire.

Il 13 febbraio 2010, il canale 3 francese trasmise “The Devil’s Bread”, un film per la televisione di Bertrand Arthuys che ricostruisce minuziosamente l’episodio Pont-Saint-Esprit. Descrive la follia che colse il villaggio, i sospetti che circondarono il panettiere e l’interesse di alcuni funzionari francesi nel coprire alcuni aspetti. Ma finisce con un punto interrogativo: sessant’anni dopo, le cause della intossicazione rimangono ancora un mistero!

Per decenni, gli apparentemente non collegati misteri del strano e presunto “suicidio” del dottor Frank Olson, di New York City, nel 1953 e lo scoppio di bizzarra follia allucinogena in un piccolo villaggio francese, nel 1951, hanno in maniera indipendente provocato e reso perplessi seri investigatori. Come riferito in innumerevoli racconti su Internet e nell’informazione televisiva negli ultimi 35 anni, la morte di Olson è stata a lunga sospettata essere un omicidio di stato, ma gli assassini o le plausibili motivazioni non sono mai stati identificati. Lo scoppio di follia nel villaggio di Pont St. Esprit, nel sud della Francia, ha sconcertato gli scienziati per decenni, con molti forti sospetti di una sorta di attacco segreto con LSD, cui i mezzi e le motivazioni semplicemente non erano ritenuti esistenti.

Nel 1995, ho cominciato a indagare sul serio sulla morte del dottor Frank Olson, un batteriologo statunitense del centro top-secret dell’esercito statunitense per le armi biologiche di Fort Detrick, nel Maryland. Poco a poco ebbi il sospetto che la mia scoperta che Olson sarebbe stato ucciso collideva con gli eventi orribili di Pont St. Esprit dell’agosto 1951. Il mio libro di 900 pagine, (A Terrible Mistake: The Murder of Frank Olson and the CIA’s Secret Cold War Experiments), spiega nei minimi dettagli come i due eventi siano collegati. Recenti rapporti che “un grosso scandalo diplomatico e politico stia emergendo , potrebbe avere significative conseguenze sulle relazioni franco-americane” per la spiegazione del mio libro e la documentazione delle cause dei fatti di Pont St. Esprit, spingendomi a dare una spiegazione a coloro che, qui, sono curiosi di sapere dei due eventi.

Lo strano scoppio di follia a Pont St. Esprit colpì quasi cinquecento persone, causando la morte di almeno cinque, e il suicidio di due. Per quasi sessant’anni, l’incidente è stato provvisoriamente attribuito ad avvelenamento da ergot, il che significa che il pane consumato dai paesani era infettato con una segale psichedelica, o da avvelenamento da mercurio. La stragrande maggioranza degli scienziati credibili che ha esaminato il focolaio, fino a tempi recenti, ha dichiarato che la causa resta un mistero.

Un giornale francese, all’epoca del bizzarro incidente scrisse: “Non è né Shakespeare né Edgar [Allen] Poe. Si tratta, purtroppo, della triste realtà su Pont-Saint-Esprit e dintorni, dove si svolgono scene terrificanti di allucinazioni. Sono scene che escono diritto fuori dal Medio Evo, scene di orrore e di pathos, piene di ombre sinistre.” Un breve articolo sulla rivista TIME, allora un grande giornale degli Stati Uniti, con legami molto stretti con la CIA, aveva affermato: “Tra i colpiti, delirium rosa: i pazienti battono selvaggiamente sul letto, urlando che fiori rossi fiorivano dai loro corpi“. Altri giornali che convergevano sulla scena, descrivevano persone che si gettavano dai tetti, donne e uomini che si strappavano i vestiti e correvano nudi per le strade, e di bambini che si lamentavano che i loro stomaci erano infestati dalle spire dei serpenti.

https://www.youtube.com/watch?v=CfolaIEJPZA

Poco dopo l’incidente, nel settembre del 1951, gli scienziati del prestigioso British Medical Journal dichiararono che “l’epidemia di avvelenamento” era stata prodotta dalla muffa della segale cornuta. Questa spiegazione, tuttavia, era basata quasi esclusivamente sulle risultanze dei biochimici spediti sulla scena dalla vicina Sandoz Chemical Company di Basilea, in Svizzera. Nel contingente della Sandoz c’era il Dr. Albert Hofmann, l’uomo che aveva sintetizzato l’LSD il 16 novembre 1938. Al momento della visita del gruppo Sandoz a Pont St. Esprit, solo una manciata di scienziati in tutto il mondo, stimata in non più di otto a dieci, era a conoscenza dell’esistenza della droga sintetica LSD. Di forse uguale se non superiore, importanza, era che praticamente nessuno in Francia, nel 1951, a parte un paio di funzionari selezionati dalla Sandoz Chemical, era consapevole che la società stesse segretamente lavorando a stretto contatto con la CIA.

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Dr. Albert Hofmann

Sandoz stava rifornendo la CIA con abbondanti quantità di droga, e dava consulenze all’agenzia sui possibili usi difensivi e offensivi per l’LSD, e anche nella sperimentazione segreta negli Stati Uniti e in Europa. Per riassumere sommariamente la lunga storia raccontata nel mio libro, lo scoppio di Pont St. Esprit era stato effettivamente prodotto da un esperimento top-secret condotto congiuntamente da Esercito e CIA, nell’ambito del progetto MK/NAOMI, un progetto aggiunto ai prgrammi ultra-segreti della CIA Artichoke e MK/ULTRA. Infatti, l’unità che il dottor Frank Olson dirigeva la Special Operations Division di Fort Detrick, aveva supervisionato l’esperimento in Francia.

Basti dire che ho trovato l’intera soluzione del mistero Pont St. Esprit straordinariamente sensibile e coerente, ma anche abbastanza scioccante, e non mi shocko facilmente. Con ulteriori indagini la storia diventa ancora più notevole nei suoi tratti sottili e nella sua ovvia natura. Anche oggi, il sito web del Dipartimento di Giustizia sui pericoli dell’LSD, afferma che nei primi anni ’50 “la Sandoz Chemical Company andava perfino promuovendo l’LSD come arma segreta da guerra chimica al governo degli Stati Uniti. Il loro principale mezzo di diffusione era una piccola quantità immessa nella rete idrica o spruzzata nell’aria, che potrebbe disorientare e rendere psicotica un’intera compagnia di soldati lasciandoli innocue e incapace di lottare“. Per non parlare, naturalmente, di una intera cittadina.

Infatti, scavando ulteriormente nella storia, ho scoperto dei vecchi documenti segreti dell’FBI, che rivelano che la Special Operations Division di Fort Detrick aveva pensato, un anno prima dell’esperimento di Pont St. Esprit, alla metropolitana di New York City, per un esperimento simile. si legge in un memorandum dell’FBI dell’agosto 1950, “Gli esperimenti BW [guerra biologica] che dovevano essere svolti da funzionari del Dipartimento dell’Esercito nella metropolitana di New York Subway, nel settembre del 1950, sono stati rinviati sine die.”

Quando ho discusso del memorandum dell’FBI con ex biochimici di Fort Detrick, confidenzialmente mi hanno informato che gli esperimenti di New York City “sono stati ritardati fino a dopo che l’esperimento era stato condotto in Francia.” Dice un ex scienziato della Special Operations Division, “i risultati complessivi della sperimentazione nel sud della Francia erano buoni, ma c’era anche un effetto negativo, o quello che oggi si chiama reazione del ’cigno nero’. Che diverse persone morissero era un dato inaspettato, del tutto inatteso. Non avrebbe dovuto operare in quel modo, così era stato di nuovo messo allo studio“.

Gli stessi scienziati hanno confermato che, a seguito dell’esperimento di Pont St. Esprit, la Special Operations Division di Fort Detrick tornò a New York, nel 1956, per condurre esperimenti nel quadro delle operazioni Big City e Mad Hatter. Questi progetti segreti prevedevano l’irrorazione per aerosol di sostanze chimiche attraverso i tubi di scappamento di un’automobile guidata da scienziati della CIA e dell’esercito attraverso New York City. Prima di ciò, nel 1952 e 1953, piccoli esperimenti furono condotti all’interno dei vagoni della metropolitana di New York da George Hunter White, un agente segreto del Federal Bureau of Narcotics che lavorava come contractor per la CIA. In almeno due occasioni, White fece esplodere degli speciali dispositivi di aerosol pieni di LSD. La CIA ha distrutto le relazioni scritte di White di questi esperimenti, nel 1973.

Tornando indietro a un momento prima che scoprissi la vera causa del focolaio nel sud della Francia, forse il primo indizio solido che ebbi e che qualcosa non andava nell’incidente, fu il rapporto riservato di un informatore della CIA che mi era stato dato nel 1999. Tale relazione, datata dicembre 1953, riguardava un incontro che l’informatore non identificato ha avuto con un funzionario della Sandoz Chemical Company di New York City. L’informatore ha scritto che dopo “parecchie bevute” il funzionario Sandoz sbottò: “Il ’segreto’ di Pont Saint Esprit non era per nulla il pane.” Continuava il funzionario Sandoz, “Per settimane i francesi affidarono ai nostri laboratori le analisi sul pane. Non era il grano della segale cornuta, che era un composto simile al dietilamide.” Con questo, naturalmente, il funzionario voleva dire che un farmaco artificiale aveva provocato il focolaio di Pont St. Esprit.

L’informatore della Cia aveva poi chiesto, in base alla sua relazione, “se il materiale poi non era nel pane, come ha fatto contaminare la gente?

A questo, il funzionario rispose: “Un esperimento.” Ora preoccupato, l’informatore chiese, “un esperimento?” Al quali il dipendente della Sandoz timidamente rispose: “Forse del governo francese“, sapendo che molto probabilmente l’informatore statunitense conosceva bene l’identità dei veri responsabili dell’esperimento. E’ stato tutto un atto di un dramma di alto politica e di sotterfugi che si concluse con il funzionario Sandoz che dice, “Una piccola ragione che io penso, è che qui negli Stati Uniti volevano smaltire il nostro LSD. Se scoppia la guerra, il nostro LSD scomparirà.”

Il mio prossimo importante indizio nella catena delle prove da me assemblata, è la copia di una lettera che mi è stata data, scritta da un agente federale sugli stupefacenti che lavorava anche per la CIA, negli anni ’50. Questi era George White Hunter. La lettera scritta nell’ottobre del 1954, in particolare fa riferimento all’esperimento di Pont Saint Esprit, riferendosi ad esso come “epidemia che devastò (“Stormy“) un piccolo borgo francese.” Nel linguaggio velato di White con la CIA, “Stormy” era il codice per l’LSD.

Infine, nella catena delle prove v’è un documento non datato della Casa Bianca che sembrava essere parte di un file più grande, e che era stato inviato ai membri della Commissione Rockefeller, formata nel 1975 dal presidente Gerald Ford per indagare sugli abusi della CIA. Il documento conteneva i nomi di due cittadini francesi che erano stati segretamente impiegati dalla CIA, e faceva riferimento diretto all’”incidente di Pont St. Esprit“, collegando un ex esperto di guerra biologica della CIA e il capo della Special Operations Division di Fort Detrick. Questo documento, insieme ad un altro, a mio avviso, contiene la pistola fumante.

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Nel 2005, un reporter del Baltimore Sun, Scott Shane, che ora scrive per il New York Times, scrisse: “L’Esercito [USA] non ha nessun dato su MK/NAOMI o sulla Special Operations Division[Fort Detrick].” Quando Scott, e poi chi scrive, ha chiesto all’esercito delle registrazioni relative a entrambi, l’esercito rispose che “non riusciva a trovarle.” Nel 1973, la CIA ha distrutto tutti i suoi registri su MK/NAOMI e sul suo lavoro con la Special Operations Division di Fort Detrick. Una delle motivazioni di questa distruzione, ha spiegato la CIA, era che “la gente non avrebbe capito o avrebbe travisato le ragioni per molti dei programmi che l’Agenzia ha effettuato.” Quando il reporter Shane chiese a un ex alto ufficiale della divisione delle Operazioni Speciali di parlare dei progetti del passato, Andrew M. Cowan Jr., disse, “io non rilascio interviste su questo argomento. Dovrebbe ancora essere classificato, se non altro, per impedire che le informazioni della divisione siano sviluppate da qualche svitato“.

In precedenza in questo articolo, ho scritto che ho trovato l’esperimento di Pont St. Esprit inizialmente scioccante. In molti modi, faccio ancora. Ma forse non per tutti questi motivi che molti lettori potrebbero immaginare. In primo luogo, trovo scioccante quando ho letto su Internet le reazioni ad esso, contenute nel mio libro, nel mese scorso, del tipo: “Allora, cosa, almeno non lo hanno fatto in una piccola città in America” o peggio ancora, “Perché non hanno scelto una città del Messico: è più vicino?” Sono rattristato nel scoprire che alcuni statunitensi sono diventati sia insensibili che immuni alle passate azioni arroganti e orribili della CIA. La tortura è ora supportata negli Stati Uniti da un ampio segmento della popolazione. Alcuni statunitensi benpensanti dicono che pregano per un ritorno “all’America in cui il loro governo è onorato, rispettato e osservi i diritti umani e le leggi e i trattati internazionali, che protegge i prigionieri di guerra, i combattenti nemici e i detenuti”, ma la verità vera della questione, è che ogni esame obiettivo e serio della storia della guerra fredda negli USA, produce numerosi casi di orribili abusi sui prigionieri e detenuti stranieri.

Il programma della CIA Artichoke, per tutti gli anni ’50 e ’60, sottopose diversi detenuti stranieri e sospetti agenti doppi al trattamento barbaro, compresa la terapia dell’elettroshock, lobotomie e induzione da farmaci di shock insulinico. Un incalcolabile numero di statunitensi, sono stati rapiti per strada a New York e a San Francisco, per esperimenti segreti, solo perché erano membri di gruppi minoritari, poveri, immigrati, criminali percepiti o prostitute. Molte di queste persone sono state permanentemente danneggiate fisicamente e mentalmente, a causa di questi esperimenti. Quasi 6.500 militari statunitensi sono stati inconsapevolmente oggetto dell’LSD negli anni ’50 e ’60. Molti di questi uomini non si sono mai completamente ripresi da questi esperimenti. Molti si suicidarono a seguito degli esperimenti. Nel 1953, un cittadino straniero fu imprigionato e torturato per oltre otto mesi, a Panama, da parte della CIA, solo perché era sospettato di collaborare con ufficiali dei servizi segreti francesi. Più tardi, la CIA avrebbe ucciso l’uomo stesso, perché confidenzialmente disse a un giornalista che sapeva chi aveva ucciso il presidente John F. Kennedy…

 

 

A Terrible Mistake: The murder of Frank Olson and the CIA’s secret Cold War Experiments è un’indagine sugli esperimenti farmaceutici condotti dalla CIA durante la Guerra Fredda, e più in particolare sulla morte del dottor Frank Olson, un chimico assegnato a Fort Detrick a studiare le applicazioni militari della droga. Nel 1975, durante l’inchiesta della Commissione Rockefeller, l’esercito statunitense ammise di aver somministrato LSD a Olson a sua insaputa, gettandolo in uno stato di delirio, durante il quale sarebbe saltato dalla finestra. Il Pentagono ha offerto un risarcimento di 750000 dollari alla sua famiglia. Tuttavia, nel 1994, un esame forense post-mortem invalidò la versione ufficiale, concludendo che era stato un probabile caso di omicidio. Nuovi documenti rivelano che il dottor Olson diresse vari esperimenti di guerra chimica, in particolare …. a Pont-Saint-Esprit.

 

Hank P. Albarelli Jr

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Traduzione Alessandro Lattanzio

Hank P. Albarelli Jr.

Hank P. Albarelli Jr.Giornalista investigativo e scrittore, vive in Florida e Vermont. Ultimo libro pubblicato: A Terrible Mistake: The murder of Frank Olson and the CIA’s secret Cold War Experiments. Il documentato e assai dettagliato libro di Albarelli sugli esperimenti su soggetti umani inconsapevoli sponsorizzati dalla CIA e dal Pentagono. Albarelli è un membro fondatore della North American Truth and Accountability Commission on Human Experimentation.

 

Visualizza anteprima video YouTube Le Mystère de Pont-Saint-Esprit – JT France 2 – 13 mars 2010

FONTE http://www.voltairenet.org/article168000.html

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