La promozione dell’energia nucleare ha ragioni molto ovvie, che non sono orientate verso un “approvvigionamento energetico verde”, ma verso la conquista dello spazio.
Energia nucleare per lo spazio, fra razzi e basi spaziali: Nella serie televisiva britannica Spazio 1999, andata in onda fra il 1975 e il 1977, la Luna viene spinta fuori dalla propria orbita attorno al nostro pianeta da un’esplosione nucleare causata dal raggiungimento della massa critica da parte di un accumulo di scorie radioattive raccolte in un deposito situato sulla faccia nascosta del nostro satellite naturale. Da quel momento, datato 13 settembre 1999, gli abitanti della colonia lunare denominata Base Alfa si trovano a vagare nello spazio, dove incontreranno altri mondi e civiltà aliene, talvolta amichevoli, talvolta ostili.VEDI QUI
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L’ITALIA PIONIERA NELLA COLONIZZAZIONE LUNARE: SVILLUPARE REATTORI NUCLEARI PER LE BASI
L’Italia si lancia in una nuova e ambiziosa avventura spaziale che la vedrà protagonista in prima linea nel futuro dell’esplorazione lunare. Il progetto Selene, recentemente avviato dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), mira a sviluppare piccoli reattori nucleari per alimentare le future basi sulla Luna, segnando un importante passo avanti nella corsa allo spazio del nostro paese.
Al centro di questa iniziativa innovativa troviamo il Moon Energy Hub (MEnH), un’infrastruttura energetica all’avanguardia che si baserà su reattori nucleari di superficie (SNR). Il progetto, risultato vincitore di un bando ASI del 2023, vede come capofila l’ENEA, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile. Queste e parole di Mariano Tarantino, responsabile della Divisione Sistemi Nucleari dell’ENEA.
“Questo progetto rappresenta un ponte tra il mondo della ricerca nucleare e quello spaziale. Stiamo parlando di una tecnologia che deve essere non solo innovativa, ma anche estremamente affidabile per operare in un ambiente tanto ostile quanto quello lunare.”
Ma perché proprio i reattori nucleari? La risposta sta nei limiti delle tecnologie attualmente in uso. I pannelli solari e i sistemi a radioisotopi, infatti, hanno mostrato diverse criticità: dalla scarsa efficienza alla limitata durata operativa, passando per la vulnerabilità alle radiazioni cosmiche. Gli SNR promettono di superare questi ostacoli, fornendo una fonte di energia stabile e duratura per le future colonie lunari.
Il MEnH non si limiterà a essere una semplice centrale elettrica spaziale. Il progetto prevede un sistema modulare e integrato, capace di evolversi e adattarsi alle crescenti esigenze delle missioni lunari. Includerà sistemi di accumulo energetico e un innovativo sistema di trasmissione dell’energia orientabile, permettendo di alimentare attività anche a distanza dal centro di generazione.
La durata triennale del progetto non si concentrerà solo sullo sviluppo dei reattori. Grande attenzione verrà dedicata alle tecnologie complementari: sensori avanzati, sistemi di automazione e trasmissione wireless dell’energia. Non meno importante sarà la pianificazione del decomissioning e il rafforzamento della filiera industriale.
“Con Selene, l’ENEA si conferma come punto di riferimento nel settore nucleare spaziale,” continua Tarantino. “Questo progetto rafforza ulteriormente la collaborazione già avviata con l’ASI per lo studio di fattibilità di un reattore nucleare lunare.”
È molto importante per l’Italia avere un ruolo di primo piano nei futuri piani di colonizzazione lunare. Sappiamo infatti che la possibilità di stabilire insediamenti permanenti sulla Luna dipenderà in larga misura dalla capacità di garantire un approvvigionamento energetico costante e affidabile, e con il progetto Selene il nostro paese dimostra di essere all’avanguardia in questa sfida tecnologica.
FONTE https://www.hdblog.it/tecnologia/articoli/n602869/italia-reattori-nucleari-basi-lunari/
Spazio: nucleare, da ENEA e ASI un hub energetico sulla Luna
Newcleo e la rimonta del (mini) nucleare italiano
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