È stata soprannominata “la paziente di di New York“ il terzo soggetto al mondo guarito da Hiv. La terapia sperimentale, testata con successo, utilizza un metodo di trapianto di sangue del cordone ombelicale neonatale e di cellule staminali adulte. Vittorio Colizzi, professore di Immunologia dell’Università di Roma Tor Vergata, Cattedra Unesco di Biotecnologie e Bioetica, uno dei ricercatori più eminenti a livello globale in materia di HIV e Aids, ci racconta cosa pensa del futuro della lotta all’Hiv. FONTE
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“Alcuni vaccini anti-Covid possono aumentare il rischio di contrarre l’HIV”, intitola così Forbes il 20 ottobre del 2020. I vaccini sono ancora in via di produzione e presto saranno somministrati in massa a centinaia di milioni di persone in tutto il mondo. C’è una frenesia tale nell’attesa di questi prodotti farmaceutici, da sottovalutare, o meglio negare a priori, ogni possibile rischio che questi farmaci potrebbero manifestare una volta inoculati. Il 3 febbraio 2022 sulla rivista scientifica Science appare un articolo che tratta la scoperta di una nuova variante altamente contagiosa del virus HIV-1 in Olanda. Nessuna correlazione con la vaccinazione di massa? Può darsi, ma facciamo una ricostruzione cronologica di quanto accaduto negli ultimi anni. CONTINUA
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In Sudafrica è attualmente al centro dell’attenzione della comunità scientifica uno studio per cui l’incrocio tra la pandemia di Covid e quella di Hiv potrebbe “generare nuove varianti“. Un team di scienziati locali sta infatti studiando il possibile legame, che sembrerebbe essere dimostrato da recenti prove, tra il morbo apparso nel 2019 a Wuhan e l’agente patogeno alla base dell’Aids. Il timore dei ricercatori è che l’incrocio dei due ceppi virali possa generare nuove imprevedibili varianti di Covid.
A condurre l’indagine sulla collisione tra le due pandemie è il Network for Genomic Surveillance in South Africa (NGS-SA), ossia la rete di laboratori che ha scoperto la variante Omicron. Numerosi luminari attivi nel Network hanno infatti affermato che è giunto il momento per un’indagine “sistematica” su ciò che accade quando i pazienti con Hiv non trattato contraggono il Covid. Le indagini del team sudafricano cercheranno quindi di approfondire quanto già accertato parzialmente da precedenti studi, secondo cui le persone con un sistema immunitario indebolito, come i soggetti sieropositivi, possono soffrire di infezioni persistenti da coronavirus, spesso per mesi. Il Covid prolifererebbe nei loro sistemi immunitari depotenziati e svilupperebbe in continuazione mutazioni dalle caratteristiche imprevedibili e, probabilmente, sempre più resistenti. Alcuni ricercatori del Network ritengono che proprio in questo modo avrebbero finora visto la luce numerose varianti del Covid, compresa Omicron. CONTINUA
C’È QUALCOSA DI PIÙ SINISTRO DEL DENARO DIETRO LA MINACCIA DEL “NUOVO HIV”? STANNO GIÀ PREPARANDO LA PROSSIMA “PANDEMIA”?
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