Armageddon atomico | Angelo Baracca, Claudio Giangiacomo, Joachim Lau, Giorgio Nebbia*

Il 27 marzo si è aperto 

 a New York il negoziato indetto a larga maggioranza dall’Assemblea Generale dell’Onu il 23 dicembre scorso per stabilire un trattato che sancisca l’illegalità delle armi nucleari. Questa decisione è stata il risultato di un’azione promossa, per la prima volta nella storia dell’era nucleare, dalla società civile internazionale dal 2006, raccolta poi da molti Stati.

È EVIDENTE CHE gli Stati nucleari non elimineranno spontaneamente queste armi, come dimostrano i loro programmi per decine di miliardi di ammodernamento e potenziamento di tutti i sistemi d’arma con capacità nucleare (sommergibili, vettori, bombardieri), nonché di ammodernamento delle testate nucleari, violando in modo plateale gli impegni di non proliferazione. Il Trattato di Non Proliferazione (Tnp) del 1970 non arrestò la proliferazione nucleare: nei decenni successivi la consistenza degli arsenali è quadruplicata, e il numero dei paesi che hanno acquisito l’arma nucleare è aumentato da 5 a 9 (addirittura raddoppiato a 10 con il Sudafrica, che ha poi smantellato il suo arsenale).

GLI STATI NON NUCLEARI hanno sempre chiesto inutilmente in tutte le Conferenze quinquennali di Revisione del Tnp che gli Stati nucleari ottemperino all’impegno dell’Art. VI di «concludere in buona fede trattative su misure efficaci per una prossima cessazione della corsa agli armamenti nucleari e per il disarmo nucleare, come pure per un trattato sul disarmo generale e completo sotto stretto ed efficace controllo internazionale». Tra le operazioni di proliferazione nucleare in violazioni del Tnp vi è il nuclear sharing dei paesi della Nato che, in violazione dell’Art. II, schierano sul proprio territorio testate nucleari statunitensi, di cui circa 70 in Italia, in violazione non solo del Tnp, ma anche delle norme della nostra Costituzione sulla cessione di sovranità di parti del territorio nazionale a basi militari statunitensi. Ma può esserci di peggio, secondo il Segretario di Stato Tillerson «Gli Stati uniti non escludono di fornire l’atomica ai loro alleati in Asia centrale». Insomma, il Tnp è un trattato a uso e consumo degli Stati nucleari, che ha legittimato le più sporche operazioni di proliferazione!

IL RISCHIO DI UNA GUERRA nucleare che farebbe regredire l’umanità all’età delle caverne è oggi eccezionalmente grave. Il Bollettino degli Scienziati Atomici, che raccoglie i più autorevoli esperti mondiali, monitora costantemente la gravità del rischio di una guerra nucleare valutando le tensioni internazionali, e negli anni recenti ha registrato un aumento allarmante di tale rischio.

Riportandolo in modo simbolico ed espressivo nel Doomdsday Clock (Orologio dell’Apocalisse) in minuti che ci separano dalla Mezzanotte della fine del mondo, nel gennaio 2017 ha avvicinato le lancette a soli 2 minuti e mezzo (erano 5 minuti nel 2012, 3 nel 2016): solo in occasione della Guerra di Corea del 1953 erano state più vicine, a 2 minuti!

VI SONO SUL PIANETA ancora quasi 15.000 bombe atomiche intatte, di cui circa 7.000 a testa di Usa e Russia: di queste 1.590 e 1.950 rispettivamente sono schierate operative e pronte al lancio immediato su allarme dal sistema dei satelliti artificiali, puntate su obiettivi strategici dell’avversario: un’eredità della Guerra Fredda che è stata definita «una ricetta per il disastro»: numerosi sono stati gli allarmi per errore sventati dal sangue freddo di ufficiali che hanno rifiutato di confermare un attacco avversario e scatenare l’Armageddon anche se l’insussistenza dell’allarme non era del tutto provata. La sola esistenza delle armi nucleari sottopone l’umanità al rischio di autodistruzione!

I NEGOZIATI INDETTI dall’Onu che si aprono a New York intendono formulare un nuovo trattato che dichiari senza mezzi termini illegale il possesso, la minaccia, nonché ovviamente l’uso delle armi nucleari. Va ricordato che già nel 1996 la Corte Internazionale di Giustizia aveva espresso un autorevole parere in questo senso, in base a un quesito presentato dall’Assemblea generale dell’Onu.

Gli Stati nucleari si oppongono drasticamente e non parteciperanno a questi negoziati (ma la Cina, l’India e il Pakistan il 23 dicembre all’Onu si sono astenuti), e ad essi si allineano come sempre i paesi dell’Alleanza atlantica. È ormai noto il ridicolo voltafaccia dell’Italia che il 23 dicembre votò a favore ma poi dichiarò di essersi sbagliata! Bisogna intensificare le pressioni sul governo per indurlo a partecipare ai negoziati e a contribuire attivamente al loro successo: è possibile firmare la petizione www.petizioni24.com/italiaperilbandoanewyork, e mozioni in tal senso sono state presentate alla Camera e al Senato.

UN TRATTATO CHE METTA al bando queste armi non costringerà le potenze nucleari ad eliminarle, ma definirà un quadro giuridico nuovo dal quale nessuno potrà prescindere, che per la prima volta nella storia rifletterà la montante volontà della società civile di evitare per sempre all’umanità questo rischio di annientamento.

*IALANA Italia (Internationl Association of Lawyers Against Nuclear Arms)

fonte: il manifesto, 26.03.2017

PDF “Addio al regime di non proliferazione nucleare?” di Angelo Baracca

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