Humus Istallazione di Giuseppe Licari
Il progetto intitolato Humus trasforma un mondo asettico in qualcosa di spettacolare. Autore è Giuseppe Licari, un artista siciliano il cui manifesto è quello di sottolineare il rapporto tra uomo e natura e il confine che si antepone tra crescita e decadenza.
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Scritto da Francesco Valentino Dibenedetto
Urge rivolgersi all’umanità per informarLa che tutti gli esseri viventi sul nostro pianeta (compreso l’uomo) devono il loro benessere alla presenza di HUMUS nel terreno, vero patrimonio dell’umanità.
Attualmente, in conseguenza di un metodo agricolo del tutto inconsapevole, i terreni condotti con l’agricoltura convenzionale, si ritrovano con una percentuale di humus inferiore all’1%. Ciò rende definibili questi terreni “TERRENI DESERTICI”, passo propedeutico all’abbandono totale.
Per capire come si è giunti a tale grave situazione deve essere chiaro a tutti il processo di formazione dell’humus nel terreno.
A partire dal Big-Bang all’inizio c’era solo lava, passano milioni di anni per giungere a quello che in letteratura viene chiamato il primo regno: REGNO MINERALE. Passano altri milioni di anni e compare finalmente la vita per mezzo di alcune cellule batteriche molto primitive chiamati Batteri procarioti…… Passa qualche altro milione di anni per giungere, per evoluzione, a batteri più organizzati, gli eucarioti. Tra questi si differenziano alcuni ceppi in grado di utilizzare la luce del sole per organicare l’anidride carbonica, liberando nel contempo ossigeno. Passano centinaia di milioni di anni ancora in cui gli unici esseri viventi sul pianeta sono solo i microrganismi. Per via di cataclismi e terremoti grosse masse di tali microrganismi finiscono a grandi profondità dando origine in determinate condizioni di pressioni e temperature al petrolio; in superficie, invece, tali biomasse in continua trasformazione iniziano a dare origine all’humus e passano diversi milioni di anni ancora prima della comparsa del secondo regno: REGNO VEGETALE.
Capiamo bene, quindi, che senza Humus il regno vegetale non poteva sostenersi. Ecco l’invasione del pianeta da parte delle piante: foreste maestose in cui il ciclo della sostanza organica, in presenza di microrganismi, è straordinariamente attivo portando la sostanza vegetale, al termine del suo ciclo di vita, a rientrare nel ciclo della vita passando dallo stadio Humus, unico e vero nutrimento del secondo regno.
Passano altri milioni di anni e finalmente arriva il terzo regno: REGNO ANIMALE. Da notare la consequenzialità dei regni tra di loro. il secondo non poteva comparire senza la lunga mediazione dei microrganismi e il terzo non poteva comparire senza l’esistenza del secondo. In realtà, con il passare dei milioni di anni, la vita, ai vari livelli, ha saputo innescare delle sinergie sia nell’ambito di uno stesso regno che tra regni diversi. In effetti, per esempio, le micorrize altro non sono che una associazione simbiotica tra un fungo e una pianta (i tartufi sono delle micorrize). Stessa cosa notiamo nelle leguminose dove alcuni tipi di batteri convivono simbioticamente con la pianta fissando l’azoto atmosferico e ricevendo carboidrati ottenuti per mezzo della fotosintesi clorofilliana. Il prof. Stefano Mancuso (ndr: vedi qui ) ha scritto interi libri per illuminarci su quante sinergie le piante sanno innescare in natura per migliorare la loro crescita e quella dei loro simbionti.
In un terreno vivo, ove sono presenti le catene della vita, la percentuale di humus riscontrabile è di diversi punti percentuale (5-8%!!!). In tali condizioni le piante vivono bene, sane e forniscono alimento perfetto per il terzo regno, compreso l’uomo.
Per comprendere meglio l’importanza della presenza dei microrganismi negli ecosistemi naturali pensiamo per un attimo al mare dove la balena sta bene se sta bene il pesce più piccolo che essa mangia, il quale a sua volta sta bene se il pesce ancora più piccolo che esso mangia sta bene, e così fino a giungere al plancton (microrganismi marini). Dal plancton si originano tutte le catene della vita fino a giungere alla balena. Se sta bene il plancton sta bene la balena.
Sulla terraferma funziona alla stessa maniera: se è presente una buona flora microbica s’innescano tutte le catene della vita, dando benessere al secondo regno il quale trasmette lo stesso benessere al terzo regno in consequenzialità.
D’altra parte, è noto come il benessere dell’uomo è anche legato alla copiosa presenza di flora microbica nel proprio intestino.
Quello che per milioni di anni è accaduto sul nostro pianeta, ci ha fatto ritrovare una serie infinita di catene della vita tutte in equilibrio tra di loro e tutte in qualche modo dipendenti dalla presenza di humus nel terreno.
A questo proposito giova ricordare che l’humus si è accumulato nello strato attivo del terreno (ossia fin dove c’è presenza di vita), parliamo di 70-80 cm.
L’uomo, fino a prima dell’ingresso della meccanizzazione in agricoltura, non ha mai messo le mani su tale sostanza nobile, in quanto faceva agricoltura toccando molto superficialmente il terreno. Facendo uso di attrezzi quali zappe rudimentali o più tardi con l’impiego di animali per trainare aratri tipo quello a chiodo per migliaia di anni si è intaccato solo per 10-15 cm il suolo, preservando tutto il resto. Nel momento in cui, in maniera inconsapevole, l’uomo scopriva che rivoltando il terreno a maggiore profondità, aumentavano le rese di produzione dei raccolti, per effetto della mineralizzazione che l’humus subisce quando è esposto al sole, ecco che si è scatenata la gara a chi arava più in profondità. Dal dopoguerra c’è stata una richiesta crescente di trattori sempre più potenti proprio per via di tale situazione. Questa follia è continuata fino ai giorni nostri, ma ormai anche gli agricoltori più ostinati hanno capito che insistendo in tale direzione le rese anzichè crescere, diminuiscono; proprio a causa dell’esaurimento di quel vero PATRIMONIO DELL’UMANITA’, presente nei nostri terreni dalla notte dei tempi fino a qualche decennio fa.
Tutto questo, ad oggi, è disconosciuto ai più e soprattutto agli addetti ai lavori ed è per questo che urge l’appello all’Unesco per far dichiarare l’HUMUS PATRIMONIO DELL’UMANITA’
Nell’ambito dei corsi presso l’azienda agricola L’Archetipo, Valentino Dibenedetto illustra come riportare i terreni alla vita, secondo gli insegnamenti di Rudolf Steiner e Masanobu Fukuoka, praticando l’Agricoltura Sinergica, da cui ogni cosa ha origine.
Dr Agr-contadino Francesco Valentino Dibenedetto
FONTE http://www.larchetipo.it/it/blog/106-l-humus,-patrimonio-dell-umanit%C3%A0.html
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