Ruolo preventivo della Vitamina D nei confronti dell’infezione da Covid-19
L’ipotesi formulata a fine marzo da Giancarlo Isaia e da Enzo Medico dell’Accademia di Medicina e dell’Università di Torino, relativamente al possibile ruolo preventivo della Vitamina D nei confronti dell’infezione da Covid-19, ha riscosso un’ampia risonanza in tutto il mondo ed è stata ripresa in un editoriale degli stessi autori dal titolo “Associations between hypovitaminosis D and COVID-19: a narrative review” che sta per essere pubblicato sul numero di agosto della rivista internazionale “Aging in Clinical and Experimental Research”.
Considerando ulteriori e più recenti evidenze scientifiche, il lavoro sottolinea che, pur non essendo ancora stato dimostrato un rapporto di causa/effetto fra l’ipovitaminosi D e l’infezione da Coronavirus e che sono necessari ulteriori studi per esplorare a fondo questo fenomeno, è molto probabile che la compensazione di questa carenza, molto diffusa in tutto il mondo e soprattutto in Italia, possa contribuire a mitigare le negative conseguenze della malattia: di conseguenza, gli Autori richiamano l’attenzione sulla necessità di promuovere pubbliche campagne di promozione atte ad incentivare il consumo di cibi ricchi in vitamina D o ad esporsi adeguatamente al sole.
La prossima pubblicazione dell’Editoriale rappresenta un importante ed autorevole accreditamento dell’ipotesi formulata dai due Docenti torinesi, che in un primo tempo era stata definita “Fake news” dall’Istituto Superiore di Sanità, che poi, sulla base di ulteriori evidenze scientifiche, ha opportunamente rivisto tale posizione.
ANCORA NOTIZIE COVID
FALSI POSTIVI
CDC avverte che il test degli anticorpi è ancora troppo impreciso per poter essere utilizzato per decisioni politiche relative ai coronavirus
Secondo il CDC, circa la meta’ dei risultati dei test anticorpali sono imprecisi. FONTE
FALSI POSITIVI CONDANNATI A TSO E MULTE?
Vincenzo Donvito, presidente del’associaizone a tutela dei consumatori Aduc, critica in un comunicato il presidente del Veneto Luca Zaia per aver parlato di TSO per obbligare chi avesse avuto il tampone positivo e sintomi di Covid all’isolamento fiduciario. Ovviamente il tema è esploso nella sua attualità dopo il focolaio di Pojana Maggiore.
Zaia ha poi presentato la sua ordinanza sugli obblighi e le annesse sanzioni per chi torna dall’estero, per ridurre ancora di più il rischio di nuovi casi Laserjet.
«Zaia intende governare col terrore o col buon senso e la legge? – afferma Donvito – La risposta che il presidente Zaia ci potrebbe dare è scontata (legge), ma quello che lui sta facendo è il contrario. L’uso del TSO (trattamento sanitario obbligatorio) avviene nei confronti di persone che abbiano caratteristiche psico-fisiche alterate rispetto a quella che viene considerata realtà. Quindi dovremmo interpretare la minaccia del presidente come “se non ti adegui alle ordinanze e obblighi sanitari, sei un pazzo”. Sappiamo che in politica vige di frequente l’attribuire al proprio avversario un qualche difetto che comprometta la sua integrità mentale (e talvolta anche fisica), e quindi per questo considerato incapace di intendere le proprie ragioni che, per chi le propone sono elementari, naturali, semplici e scontate. Noi questo metodo lo lasceremmo ad un certo modo di fare politica che, oltre che non appartenerci, potrebbe essere anche suscettibile di qualche reato dei nostri codici». LEGGI QUI
Il Tso: la soluzione allo studio del governo
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