Tokyo Electric Power (TEPCO) vice president Takashi Fujimoto (2nd R) and executives bow during their press conference at the company’s headquarters in Tokyo on on March 12, 2011. An explosion sent plumes of smoke spewing from an ageing Japanese nuclear power plant, raising fears of radioactive meltdown a day after a massive 8.9 earthquake struck the facility’s cooling system. AFP PHOTO / JIJI PRESS

Valentina Neri

La Corte suprema giapponese ritiene che la compagnia elettrica Tepco non abbia fatto abbastanza per prevenire il disastro nucleare di Fukushima.

A undici anni di distanza dal disastro nucleare di Fukushima, la Corte suprema giapponese ha deciso: l’azienda Tokyo electric power (Tepco), la più grande compagnia elettrica del paese, dovrà risarcire chi ne ha pagato le conseguenze in prima persona.

Cosa prevede la sentenza della Corte suprema giapponese

L’agenzia Reuters spiega che sono state intentate più di 30 class action contro Tepco: questa sentenza della Corte suprema ne chiude tre, ma le altre sono ancora in corso. Le cifre, di per sé, sono esigue. Per la precisione, Tepco dovrà sborsare poco più di 11 milioni di euro (1,4 miliardi di yen) che verranno suddivisi tra 3.546 persone. Il risarcimento medio ammonta quindi a circa 3.050 euro a testa.

La sentenza tuttavia assume un valore soprattutto perché costituisce un precedente. E perché la Corte ha respinto il ricorso che era stato presentato da Tepco, ravvisando una sua negligenza nel non aver preso sufficienti precauzioni. Un disastro naturale di tale calibro, infatti, era almeno in parte prevedibile. Nel corso della primavera 2022 il più alto organo giurisdiziale del Giappone dovrà esprimersi anche sulle responsabilità da parte del governo di Tokyo; finora non sono state prese decisioni unanimi nei precedenti gradi di giudizio.

Il drammatico bilancio del disastro nucleare di Fukushima

Era il mese di marzo 2011 quando un terremoto di magnitudo 9.0 al largo del Giappone scatenò uno tsunami che si abbatté sulla centrale nucleare di Fukushima Dai-ichi, sulla costa orientale del paese. L’impianto era provvisto di barriere anti-tsunami che però si rivelarono insufficienti per reggere un’onda di tale portata, alta più di 14 metri. Circa 470mila persone che abitavano nei dntorni furono costrette a evacuare la zona; decine di migliaia non poterono più farvi ritorno.

I danni economici sono stimati in 130 miliardi di euro, di cui 74 pagati dalla Tepco sotto forma di risarcimenti. Ci vorranno altri venti o trent’anni per la dismissione della centrale, con un costo che il governo di Tokyo calcola in 60 miliardi di euro. Nel frattempo, l’acqua utilizzata per raffreddare i reattori sarà riversata in mare.

FONTE https://www.lifegate.it/giappone-tepco-disastro-nucleare-di-fukushima

 

Il disastro di Fukushima causò 470mila sfollati

Undici anni dal disastro di Fukushima: una storia di errori umani, inganni e corruzione

 

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