Credo che nessuno possa avere dubbi sul mio sentimento anti russo, però questa volta sono piuttosto perplesso e più ‘putiniano’ che non ‘zeleskyano’. Sono più dalla parte di Putin che non da quella di Zelensky”. Esordisce così, parlando con l’AdnKronos, il Generale Paolo Inzerilli, Capo di Stato Maggiore del Sismi e per 12 anni comandante della ‘Gladio’, struttura militare segreta appartenente alla rete internazionale Stay-behind creata per contrastare una possibile invasione nell’Europa occidentale da parte dell’Unione Sovietica.

Io ho due pallini, la storia e la geografia – spiega il Generale -, ma in genere la gente evita di ricordare ciò che è successo nel passato. …

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Intervista al gen. Fabio Mini, Generale di corpo d’Armata ed ex comandante della missione internazionale in Kosovo,

da “Tutta la Città ne Parla”:

(al minuto 27) Domanda: dove potrebbero finire le armi inviate all’Ucraina?

Fabio Mini: “dove finiscono le armi non lo so e non lo sanno nemmeno coloro che le stanno mandando. Il problema è che se si mandano all’esercito ucraino regolare […] allora i canali sono sempre gli stessi, e sono dieci anni che viene rifornito di tutto il possibile, di connessioni di carattere strategico, connessioni fisiche ed interazioni di carattere tecnico-tattico; più armi di quante non ne abbiano ricevute negli ultimi anni non so se hanno abbastanza uomini per usarle. Se invece come sospetto vadano ad armare formazioni irregolari, “difese civili” che rispondo a referenti politici variegati…”

D: c’è il rischio che queste armi vadano a forze che poi non le deporranno, anche filonaziste?

FM: “quelle filonaziste sono le più importanti, sono state addestrate da organizzazioni che sono in Europa e nel mondo, e recatesi in Ucraina. Sono veramente realtà filonaziste, quando Putin parla di denazificare il paese non si riferisce a tutta l’Ucraina, ma ad una parte del Parlamento e nel governo attuale che è di estrema destra.”

La pressione del mondo su Putin

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Generale, le faccio la fatidica domanda da un milione di dollari: quali saranno gli scenari del futuro? Cosa accadrà? L’occidente ha comminato delle sanzioni, la Russia ha risposto bloccando i voli britannici. Come si esce da questa situazione?

L’offensiva è appena iniziata, quindi ci sono ancora molte variabili che devono stabilizzarsi. In linea di principio, però, penso che si debba mantenere tra gli Stati quel galateo che una volta era sempre rispettato anche durante le guerre e che consentiva, una volta che le ragioni del combattimento si esaurivano, di tornare alla pace. Certo, con qualche amputazione o rinuncia. Ma si tornava a vivere serenamente. Se i toni si alzano troppo, se la controparte percepisce che l’unica alternativa alla sua vittoria è quella del cappio al collo o della rovina del Paese, temo che le guerre non finiranno mai. Una volta, i conflitti finivano quando una delle due parti diceva: “Basta, ne ho prese abbastanza”. Ma ora tutto è cambiato: se io so che la possibilità di resa non c’è, e che il cappio al collo me lo mettono comunque, è chiaro che combatterò fino alla fine. Noi abbiamo l’interesse che si arrivi alla fine di tutto questo nell’interesse della popolazione ucraina. Per fare questo bisognerebbe che anche i Paesi che non sono direttamente coinvolti, pur esprimendo il loro sdegno e la loro condanna, evitassero di attizzare troppo il fuoco.  LEGGI QUI  Il generale Marco Bertolini spiega cosa sta succedendo in Ucraina

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