L’EUROPA CHE NON VOGLIAMO

L’articolo critica il cambiamento di priorità dell’Unione Europea, che sta destinando miliardi di euro al riarmo militare invece di investire nel miglioramento delle condizioni di vita dei suoi 450 milioni di cittadini, soprattutto in settori come la sanità, l’istruzione, la transizione ecologica e la lotta alla disuguaglianza. Secondo l’autore, l’UE si è trasformata da progetto di pace nato dopo la Seconda Guerra Mondiale a un’organizzazione sempre più militarizzata, influenzata dalle pressioni geopolitiche globali, come la guerra in Ucraina e le tensioni con potenze come la Russia e la Cina.

Un punto centrale è l’intervista con un dipendente di lunga data delle istituzioni UE, rimasto anonimo, che esprime disillusione verso questa deriva. Egli sottolinea come l’attenzione si sia spostata dalla cooperazione diplomatica e dallo sviluppo sociale alla sicurezza e alla difesa, con progetti come il Fondo Europeo per la Difesa che assorbono risorse ingenti. Secondo il dipendente, questa scelta mina i valori fondativi dell’UE e allontana l’Unione dalle esigenze concrete della popolazione, rischiando di alimentare conflitti anziché prevenirli.

L’intervistato propone un “altro modello di Europa”, basato sul disarmo, sulla diplomazia attiva, su politiche sociali ed ambientali ambiziose e su una maggiore autonomia strategica non legata alla NATO. L’articolo conclude evidenziando il contrasto tra le promesse di un’Europa “protettrice” dei suoi cittadini e la realtà di un’Unione sempre più orientata alla logica di guerra. ARTICOLO INTEGRALE  (traduttore sulla pagina) https://transition-news.org/eu-vom-friedens-zum-kriegsprojekt

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