Conclusa a Londra, Mosca e Washington il 10 aprile 1972 la
Convenzione che vieta la messa a punto, la fabbricazione e lo stoccaggio delle armi batteriologiche (biologiche)o a tossine e che disciplina la loro distruzione
Ciascuno Stato partecipe della presente Convenzione s’impegna a mai e in nessuna circostanza mettere in punto, fabbricare, tenere in deposito o acquistare in un modo o nell’altro né conservare:
1. agenti microbiologici e altri agenti biologici come anche tossine, qualunque ne sia l’origine o il modo di produzione, di tipo e in quantità non destinati a fini profilattici, di protezione o ad altri fini pacifici;
2. armi, equipaggiamento e vettori destinati all’impiego di tali agenti o tossine a fini ostili e in conflitti armati.
(Londra, 10 aprile 1972)
“Nel 1997 fu firmata la Convenzione sulle Armi Chimiche e ratificata da 120 paesi. Gli USA sono in stato di violazione, non avendo emanato la legislazione applicativa e il regolamento per le ispezioni delle industrie chimiche: di conseguenza anche la Germania e il Giappone stanno ostacolando le verifiche. Difficilmente sarà rispettata la data del 2012 stabilita per l’eliminazione delle armi chimiche: gli USA hanno distrutto un quarto (7.000 tonnellate) del loro arsenale, mentre la Russia avrebbe bisogno di ben 5 mld $ per distruggere il suo arsenale (40.000 tonnellate). Sembra probabile che gli USA abbiano fatto uso almeno di aggressivi allucinogeni nella Guerra del Golfo. Nell’aprile scorso poi l’amministrazione Bush ha brutalmente preteso il licenziamento del diplomatico brasiliano Bustani da Direttore Generale dell’Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche, per le sue iniziative non concordate con Washington, tra le quali i suoi sforzi per persuadere l’Iraq ad aderire all’organizzazione: il 26 luglio è avvenuta la nomina del diplomatico argentino Pfirter.Ancora più grave la situazione per la Convenzione sulle Armi Biologiche del 1972: sebbene sia stata ratificata da 143 stati (comprese tutte le principali potenze militari), non contiene nessun meccanismo per le verifiche.”(1)
Chi produce le armi chimiche? Dove sono stoccate? Chi le vende e chi le compra? Come vengono trasportate?
Sono domande da farsi.
Ma in realtà, queste armi non dovrebbero neanche esistere secondo la Convenzione sulle armi chimiche (2)
Il Dott.Edoardo Magnone afferma in uno studio intitolato “Armi Chimiche e Biologiche: Come gli Stati Uniti violano le Convenzioni” (3): Gli Stati Uniti sono oggi “all’avanguardia nello sviluppo degli organismi geneticamente modificati allo scopo di distruggere materiali, sostanze e manufatti. Negli ultimi anni un certo numero di progetti di ricerca militare sono stati finanziati nel campo antimaterial technology (generalmente definiti per scopi difensivi) e svolti, in modo integrato, nei laboratori dell’US Army, Navy e Marine Corps”.
Edoardo Magnone scrive in questa sua documentata e approfondita analisi, presentata nel 2003(3) :
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Gli argomenti trattati nel seguente dossier accusano il governo degli Stati Uniti di contravvenire sia alla “Convenzione sulla proibizione dello sviluppo, produzione,immagazzinaggio ed uso di armi chimiche e sulla loro distruzione” che alla “Convenzione che vieta la messa a punto, la fabbricazione e lo stoccaggio delle armi batteriologiche (biologiche) o a tossine e che disciplina la loro distruzione” per i seguenti motivi:
1. Sviluppo, produzione, immagazzinamento/detenzione di armi chimiche incapacitanti in violazione alle disposizioni delle presenti Convenzioni; 2. Intraprendere preparativi militari per l’uso di armi chimiche in violazione alle disposizioni delle presenti Convenzioni; 3. Disimpegno a distruggere le armi chimiche di cui è proprietario e studio di nuove armi chimiche incapacitanti in violazione alle disposizioni delle presenti Convenzioni; 4. Disimpegno a distruggere gli impianti di produzione di armi chimiche di sua proprietà e in suo possesso in violazione alle disposizioni delle presenti Convenzioni; 5. Potenziale uso di agenti chimici di ordine pubblico (Riot Control Agents) quale metodo di guerra in violazione alle disposizioni delle presenti Convenzioni; 6. Studio, sviluppo e produzione di microrganismi geneticamente modificati (Genetically engineered anti-material agents) per fini militari in violazione alledisposizioni delle presenti Convenzioni
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Proprio fra gli anni ’50 e ’60 che l’America sviluppa le sue armi chimiche. A questo proposito è stato ipotizzato l’uso di armi batteriologiche sperimentali in Corea (1950-1953) e il provato uso dell’Agente Orange in Vietnam (1961-1975) da parte dell’esercito americano. In questo ultimo caso si possono ancora oggi vedere le tragiche conseguenze sulla popolazione civile e le menomazioni causate da queste armi chimiche e ricordare le profetiche parole del portavoce militare americano:“Perche non dovremmo servirci dei mezzi che la tecnologia avanzata mette a nostra disposizione per scopo che l’etica militare ha sempre considerato leciti…
Diserbanti e defolianti hanno effetti praticamente nulli sui mammiferi e non costituiscono in alcun modo una minaccia diretta per l’uomo” Le rassicuranti parole del portavoce dell’esercito americano di allora per quanto riguarda l’uso dei defolianti e dell’agente Orange nella guerra del Vietnam potrebbero essere attualizzate per quanto sostenuto oggi dallo stesso esercito per le sostanze incapacitanti e per gli agenti per il controllo dell’ordine pubblico.
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Recentemente gli Stati Uniti sono passati dall’opposizione incondizionata di ogni convenzione, recepita come un potenziale “pericolo” alla libertà americana e all’interesse nazionale, ad un lavoro meno sfacciato focalizzato a creare, come abbiamo visto, una giustificazione all’uso delle armi chimiche. Stravolgere il concetto di armi non convenzionali chimiche, bene espresso nella CWC, non solo, come è ovvio, comporta una trasformazione o azzeramento dei valori morali ed etici ma riesce a minare anche gli aspetti giuridici legati alla stessa Convenzione internazionale. La pietà per le atroci morti e sofferenze causate dall’uso delle armi chimiche nel passato dovrebbe essere l’unica e incondizionata ragione fondamentale per appoggiare,o non contrastare, la Convenzione. Gli sviluppi nelle scienze chimiche e nella strategia militare per la gestione di conflitti non militari negli ultimi anni evidenziano i limiti intrinseci della CWC in quanto è oramai dimostrato che esiste uno sviluppo disordinato e non monitorato, o contrastato, delle armi“parzialmente mortali”. Siamo in un limbo giuridico e, nello stesso tempo, queste sostanze sono confinate volutamente nell’interfaccia esistente tra il tollerato/permesso dalla convenzione CWC per l’ordine pubblico e il proibito/escluso, della stessa convenzione, per atti di guerra. Infatti, una distinzione precisa e scientifica tra armi letali, non letali,parzialmente letali, a bassa letalità o semi mortali, non è obiettivamente possibile. Inoltre bisogna considerare la tolleranza personale ad alcune di queste sostanze sostanze e, nello stesso tempo, non sottovalutare il sinergismo delle sostanze non letali (possono sommare i propri effetti sino alla morte del soggetto). Un’arma definita “non letale” può essere effettivamente poco letale, o portare ad effetti reversibili, ma due armi “non letali” possono diventare irreversibilmente letali. In questo ultimo caso, quindi, la combinazione di due agenti chimicamente differenti non letali (tollerate singolarmente dalla Convenzione) può portare ad una palese violazione della CWC in quanto rientra nella proibizione dei composti binari o “a componenti multiple”.
Conclusioni pagina 38
Il governo degli Stati Uniti continua a sviluppare agenti biologici modificati geneticamente ad usi tattici in tempo di guerra violando il protocollo previsto dalla Biological and Toxin Weapons Convention. Altressì nei laboratori statunitensi (civili e militari) sono finanziati progetti di ricerca il cui fine ultimo è quello di sviluppare armi non convenzionali incapacitanti violando il protocollo previsto dalla Chemical Weapons Convention……
La violazione delle convenzioni citate per la non proliferazione delle armi non convenzionali da parte degli Stati Uniti, acquista un nuovo significato in quella che è l’aggressione angloamericana nel golfo persico. La nuova tattica di guerriglia utilizzata dalla guardia repubblicana irachena e lo spostamento del fronte di guerra dal deserto alle città da parte dell’esercito degli Stati Uniti, ci porta a denunciare preventivamente il possibile utilizzo di armi non convenzionali. Una tragica escalation nell’aggressività bellica è da scongiurarsi in difesa della popolazione civile che ne pagherebbe le conseguenze per molti anni.
Le armi non convenzionali chimiche antiuomo e quelle geneticamente modificate antimateria sviluppate dagli Stati Uniti (ricerche finanziate dal governo e effettuate in laboratori militari o universitari), suscitano naturali inquietudini dovute al fatto che queste operazioni sono una palese violazione dei protocolli esistenti. L’interesse comune dovrebbe essere rivolto a rinforzare le convenzioni contro le armi non convenzionali e non a promuovere, invece, la loro violazione. Se l’interpretazione “elastica”72 utilizzata dagli Stati Uniti per quanto riguarda il significato degli articoli presenti nella CWC e nella BWC dovesse essere tollerata dalla comunità internazionale per una sola nazione, allora il pericolo potrebbe crescere in modo esponenziale in quanto la tecnologia è facilmente “esportabile” ad altri paesi e si
potrebbe così creare un pericolosissimo precedente mondiale di proliferazione delle armi non convenzionali. Anche per questi motivi, tutti i paesi che firmarono i protocolli citati dovrebbero urgentemente denunciare le attuali violazioni rifiutando con voce ferma tali interpretazioni partigiane e tali studi.
(3) IL DOCUMENTO COMPLETO
http://www.bo.cnr.it/www-sciresp/OLD/Download/Armi_Chimiche_e_Biologiche_dossier.pdf
Dr. Edoardo Magnone, laureato in chimica alla Facoltà di Scienze M.F.N. – Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell’ Università degli Studi di Genova , si è specializzato in scienza dei materiali e, dopo un periodo di ricerca all’Università di Tokyo, è stato chiamato a Daejeon a lavorare per il Korea Institute of Energy Research (KIER). Sono nove anni che lavora in Asia e attualmente si sta occupando del processo di purificazione e produzione dell’idrogeno, step precedente all’utilizzo nelle celle combustibili.
Convenzione sulla proibizione dello sviluppo, produzione, immagazzinaggio ed uso di armi chimiche e sulla loro distruzione
http://www.admin.ch/opc/it/classified-compilation/19980132/200909150000/0.515.08.pdf
VEDI ANCHE:
Iraq. Rainews24: gia’ nel 1991 il fosforo era “arma chimica” secondo un rapporto del Pentagono
Un documento del 1991 inviato dall’intelligence al Pentagono parla dell’uso di armi chimiche da parte dell’esercito di Saddam Hussein contro i curdi. Queste armi chimiche sono di fatto il fosforo bianco. Sigfrido Ranucci, il giornalista di RaiNews24 aveva realizzato l’inchiesta sul bombardamento di Falluja, portando nuovi documenti a sostegno della tesi che nella città sunnita dell’Iraq si sia fatto largo uso di fosforo.
Fosforo bianco
“Se davvero gli americani non hanno commesso crimini, perchè non autorizzano un’inchiesta indipendente del congresso Usa? Perché dicono no ad una commissione di inchiesta internazionale sull’uso del fosforo bianco a Fallujah?”, si era chiesto Mohamed Tareq al-Deraji nel suo giro in Europa mirato alla ricerca di contatti e sostegno per portare il caso Fallujah davanti alla Corte Internazionale dell’Aia e alla commissione per i diritti umani dell’Onu a Ginevra. Al-Deraji aveva anche parlato dell’esistenza di una “fossa comune in una delle periferie di Fallujah” e di “resti di corpi abbandonati in diverse zone limitrofe, cui è vietato l’accesso”. Si tratta, secondo una “prima stima”, di “700 corpi, tra i quali 500 di donne e bambini”. Vedi Articolo: http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=58074
FALLUJA – LA STRAGE NASCOSTA
Il reportage di RaiNews24 che documenta il bombardamento al fosforo bianco sulla citta’ di Fallujah
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