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Di Andrea Puccio

La Nato starebbe valutando  l’ipotesi della costruzione di un gasdotto che dalla Spagna trasporti gas in Europa  al fine di ridurre la dipendenza del vecchio continente dal gas russo confermando come l’oro blu sia una delle principali cause della crisi in Ucraina.

Secondo quanto pubblicato domenica, citando fonti del governo spagnolo, dal giornale L’Avanguardia la NATO valuterebbe la possibilità di costruire un gasdotto che, attraversando la penisola iberica, fornirebbe gas dall’Algeria e gas liquefatto al mercato europeo per alleviare la dipendenza dell’Europa centrale dal gas russo. 

Secondo il quotidiano spagnolo, si tratterebbe del progetto Midcat, cancellato nel 2019 dalle autorità spagnole e francesi a causa della sua bassa redditività dovuta alla crescente preferenza per le energie rinnovabili. Se il progetto, allora valutato in 400 milioni di Euro, andrà avanti, la penisola iberica potrebbe diventare una “piattaforma di distribuzione per “il gas che verrebbe stoccato in otto impianti di rigassificazione situati in Spagna e Portogallo.

Nonostante il 30 per cento della capacità di stoccaggio del gas liquefatto in Europa è detenuta dalla Spagna, che dispone di sette stazioni di rigassificazione, il paese iberico non è ancora pronto ad assumere il ruolo di centro di distribuzione in Europa a causa della mancanza di una rete di   gasdotti per il suo trasporto. “Non esiste una rete  di distribuzione del gas iberica con una capacità di 55 miliardi di metri cubi di gas all’anno”, scrive La Vanguardia.

Gli unici collegamenti con la Francia sono quelli dei Paesi Baschi e della Navarra che hanno una capacità combinata di 7 miliardi di metri cubi di gas all’anno. Secondo il giornale, il Midcat, che sarebbe collegato ai rigassificatori di Barcellona, potrebbe portare altri  7 miliardi di metri cubi di gas sul mercato europeo ogni anno. Quantità questa che non sostituirebbe comunque le forniture russe che arriverebbero dal Nord Stream 2 valutate in circa 55 miliardi di metri cubi annui.

Come è noto gli Stati Uniti stanno facendo pressioni sulla Germania perché metta la parola fine alla costruzione del gasdotto Nord stream 2 che porterà altri 55 miliardi di metri cubi di gas in Europa direttamente dalla Russia senza passare dall’Ucraina o dalla Polonia. La Germania sta tergiversando sulle insistenti richieste statunitensi perché teme di perdere una importante fonte energetica a basso costo che risulta indispensabile per lo sviluppo del suo apparato industriale.

Qualcuno potrebbe considerare abbastanza strano che la Nato abbia manifestato interesse nella costruzione di un altro gasdotto quando invece il Nord Stream 2 è praticamente pronto e necessita solo dell’autorizzazione delle autorità tedesche per iniziare la somministrazione di gas all’Europa. Strano invece non è visto che il gas russo è una delle principali cause della crisi in corso con l’Ucraina.

La Nato, che in realtà doveva servire per proteggere l’Europa da una possibile invasione russa nel periodo della guerra fredda, dopo il crollo del muro di Berlino e la conseguente dissoluzione dell’URSS è diventata una vera e propria organizzazione che tutela solamente gli interessi degli Stati Uniti. Infatti il paese nord americano detta le linee politiche e militari e gli alleati europei, salvo poche e rare eccezioni, ubbidiscono a capo basso.

Nella crisi del gas che ha fatto lievitare in modo abnorme le nostre bollette energetiche mettendo in seria difficoltà migliaia di imprese italiane ed europee gli Stati Uniti, nel tentativo di arginare l’espansione russa nel vecchio continente, hanno una enorme responsabilità. L’Ucraina è solamente il mezzo che gli Stati Uniti usano per attaccare la Russia. Impedire che il gas russo arrivi in Europa significa in primo luogo privare il suo produttore di importanti ingressi economici, in secondo luogo mette in difficoltà le imprese europee soggette a costi energetici alti con ovvi benefici per le industrie statunitensi, infine gli alti prezzi del gas sul mercato internazionale hanno fatto sì che il gas liquefatto proveniente dagli Stati Uniti sia diventato a buon mercato per buona pace della riconversione green. Infatti il gas liquefatto deve essere trasportato in enormi navi che per muoversi consumano migliaia di tonnellate di carburante contribuendo all’inquinamento globale ma agli Stati Uniti non è mai importato nulla dell’ambiente. Trump negava gli effetti dei cambiamenti climatici e Biden non sembra discostarsi troppo dalle politiche del suo predecessore. 

Se qualcuno ancora pensa che il gas non sia la causa principale della crisi tra occidente ed Ucraina allora mi deve spiegare perché la Nato è tanto interessata alla costruzione di un altro gasdotto che partendo dalla Spagna porti il gas in Europa centrale. Ricordo che secondo i dati dell’Ufficio statistico europeo, nel 2021 la Russia è stata il più grande fornitore di gas in Europa, con i suoi gasdotti nella regione ovvero ilNord Stream 1 e Yamal-Europe. Nella prima metà dell’anno, il 46,8% di tutte le forniture di gas all’Europa proveniva dalla Russia.

Se il gas è diventato il mezzo per impedire alla Russia di espandere la propria influenza economica e politica in Europa mantenere alta la tensione con L’Ucraina è il modo migliore per impedire che il gasdotto Nord Stream 2 venga aperto. In una recente intervista ad una televisione russa Josef Borrell ha dichiarato che non può essere imputato alla Russia l’aumento delle tariffe del gas perché il paese euroasiatico non ha mai ridotto le quantità di gas inviato. Ha però ammesso che in caso di una crisi acuta la Russia potrebbe usare il gas come mezzo di pressione. Risulta quindi chiaro che le tensioni in atto fanno sì che sul mercato il  prezzo del gas salga inesorabilmente.

Cosa fare quindi? Credo che l’Unione Europea dovrebbe, anche in questo caso, prima di tutto non seguire le direttive imposte da oltre oceano ma pensare agli interessi dei propri cittadini. Interessi questi che vanno chiaramente a scontrarsi con quelli degli Stati Uniti ma siccome penso che l’Unione Europea non deve essere l’appendice degli Stati Uniti occorre prima o poi recider il cordone ombelicale che ci lega al paese nordamericano dalla fine della seconda guerra mondiale e agire secondo politiche indipendenti.

Infine penso che alimentare costantemente le tensioni in Europa centrale da parte degli Stati Uniti ed alleati sia una scelta miope e soprattutto controproducente se davvero viene usata per impedire alla Russia di espandersi. Non esiste solo il mercato europeo ma anche quello cinese. Infatti il colosso asiatico ha bisogno di energia per le proprie industrie e la Russia è in grado di fornire tutto quanto necessita. In occasione delle olimpiadi invernali che si stanno svolgendo a Pechino Vladimir Putin e Xi Jinping hanno rilasciato un comunicato congiunto nel quale si ribadisce la collaborazione economica e politica tra i due paesi. Insomma si sta cercando di isolare la Russia senza rendersi conto che i tentativi isolazionistici invece  la spingono sempre di più verso l’altro giurato nemico statunitense ovvero verso la Cina rafforzando l’asse tra le due nazioni.

Andrea Puccio – www.occhisulmondo

Nella crisi tra Ucraina e Russia la vera partita si gioca sul gas: gli Usa in pochi mesi sono diventati tra i maggiori esportatori

Il rischio di guerra in Ucraina sta alimentando una battaglia più silenziosa e strisciante, quella per il futuro energetico dell’Europa. La materia prima è il gas. Da una parte c’è la Russia, per decenni il principale fornitore del nostro continente; dall’altra gli Stati Uniti, che ultimamente cercano di espandere la propria produzione. Partiti quasi da zero, in appena sei anni, gli Usa sono diventati uno dei maggiori esportatori di gas naturale al mondo (questo grazie al controverso “fracking”, cioè le trivellazioni di rocce di scisto a 3mila metri di profondità). La crisi energetica attuale, che morde soprattutto l’Europa, potrebbe offrire agli Stati Uniti un nuovo mercato. Basti pensare che nel mese di gennaio le spedizioni di gas naturale in Europa (in arrivo per almeno la metà dall’America) hanno superato le importazioni di gas dalla RussiaCONTINUA 

QUESTO ARTICOLO E’ STATO PUBBLICATO LA PRIMA VOLTA IL 24 OTTOBRE 2014

NON E’ UN SEGRETO DI STATO…MA QUASI . E ora il ministero della Difesa, per la prima volta, conferma l’esistenza di un titanico oleodotto militare, costruito in piena guerra fredda dalla Nato, che attraversa sei regioni italiane e collega diversi aeroporti mili-tari del Nord-Est. Una eredità della guerra fredda degna di un film. Si chiama Nato-Pol (acronimo che sta per Petroleum Oil Lubricant) ed è un sistema completo di stoccaggi e oleodotti che va dal mare fino al cuore dell’Europa. CONTINUA 

NATO PIPELINE NETWORK: DAL MARE AL CIELO

SCONTRO USA-RUSSIA, UCRAINA – L’IMPERO EUROPEO DELL’AMERICA, CODIFICATO NELLA NATO

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LA CRISI IN UCRAINA NON RIGUARDA L’UCRAINA – RIGUARDA LA GERMANIA

La crisi ucraina non ha nulla a che vedere con l’Ucraina. Riguarda la Germania e, in particolare, un gasdotto che collega la Germania alla Russia chiamato Nord Stream 2. Washington vede il gasdotto come una minaccia al suo primato in Europa e ha continuamente cercato di sabotare il progetto. Il Nord Stream 2 non è solo un gasdotto, è una finestra sul futuro; un futuro in cui l’Europa e l’Asia danno vita ad una massiccia zona di libero scambio che aumenta il loro potere reciproco e la loro prosperità, lasciando gli Stati Uniti a guardare da fuori. Relazioni più calde tra Germania e Russia segnalerebbero la fine dell’ordine mondiale “unipolare” che gli Stati Uniti hanno supervisionato negli ultimi 75 anni. … https://comedonchisciotte.org/la-crisi-in-ucraina-non-riguarda-lucraina-riguarda-la-germania/

 

LA RUSSIA VUOLE LA GUERRA?

Nel 1990, dopo la caduta del muro di Berlino, il presidente degli Stati Uniti George H.W. Bush tramite il suo segretario di Stato James Baker, prometteva al premier sovietico Mikhail Gorbachev che in cambio della cooperazione per la riunificazione della Germania, la NATO non si sarebbe estese di “un pollice” ad est verso la Russia. Baker disse a Gorbaciov: “Guarda, se rimuovete le [300.000] truppe dalla Germania orientale e consentite la riunificazione della Germania (e il suo ingresso nella NATO), la NATO non si estenderà di un pollice verso est.”

 

 

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