Una risposta sulle “Scie chimiche”

Giulietto Chiesa risponde ad un suo lettore sul tema delle scie chimiche.

Salve carissimo GIULIETTO CHIESA,io la seguo da molto tempo con stima e piena condivisione di idee e lei si dimostra sempre gentile ed attento rispondendo ai suoi molti followers…ebbene è molto di tempo ormai che osservo il cielo e seguo l’evolversi dell’informazione su quelle che vengono chiamate Chem Trails (scie chimiche).

So bene che lei non è scevro della loro conoscenza e l’ho sentita in alcuni video affermare apertamente che è in atto sui nostri cieli una Guerra per il controllo climatico a scopo geoingegneristico. Questa “guerra” è una guerra che è iniziata da anni ormai e come al solito i promotori sono gli USA e la NATO. Le chiedo allora, perché voi di Pandora TV non dedicate un servizio, un serio reportage a questo doloroso argomento, come sapete fare?!!

E’ importantissimo che le persone sappiano!!! E’ importantissimo perché è davvero questa un emergenza nell’emergenza che riguarda tutti, ma proprio tutti, nessuno escluso. Infatti qui si parla dell’aria che respiriamo, delle falde acquifere e dei terreni che divengo sede del materiale di ricaduta (nanoparticolato di metalli), dunque del cibo che mangiamo e della vita stessa di ognuno. I “padroni dell’universo” come dice lei, sono davvero in preda alla più grande schizofrenia e psicosi che la storia umana abbia conosciuto e solo la conoscenza può essere il veicolo per una sollevazione almeno intellettuale e dell’essere, se non rivoluzionaria. Ma in fondo quale rivoluzione è possibile, se prima non vi è una rivoluzione intellettiva, esistenziale? Spero vivamente che questo mio “appello” non cada nel vuoto…so bene che è un argomento scomodo e che mette in chiara luce quanto la macchina propagandistica dei media di massa sia potente. Io mi sto giocando la possibilità di essere visto come un ridicolo mitomane visto il peso che si da a questa faccenda. Ma in definitiva le persone non sanno più neanche osservare il cielo, non hanno neanche più memoria, perché oltre l’informazione ed i documenti, che sono abbondanti e referenziati in rete, basterebbe ritrovare se stessi e ricordarsi come erano i cieli solo 10/12 anni fa. Qualcuno delle persone adulte oggi ha memoria o fotografie di cieli come quelli che ogni giorno vediamo? Lei ne ha?! Ai “cerebrolesi” che ancora “a pappagallo” ripetono che sono scie di condensazione, rispondo che ormai i nuovi motori dei jet sono fatti in maniera tale che le camere di raffreddamento delle combustioni impediscono quasi totalmente il formarsi di tali scie. Ma questo è quel che i media dicono screditando chi fa divulgazione ed è questo quel che una massa che preferisce non pensare interiorizza senza nessun senso critico. Spero come già detto, che la delicatezza dell’argomento, che si presta ai più furiosi attacchi da parte di chi non sa e preferisce non sapere, non sia un tabù inviolabile anche per lei e per Pandora TV. Conosco il suo lavoro di vero ed indefesso cronista, che sta combattendo in prima persona per una informazione degna di questo nome, e da paladino di una vera informazione qual è, spero che voglia cogliere quest’occasione per parlare di una delle cose peggiori e più scomode che questa umanità dolente contemporanea sta subendo in maniera supina. Anche se è vero che oggi nel breve periodo, la manipolata crisi Ucraina, il Nazismo trionfante nelle istituzioni europee ed il prospettarsi di un conflitto mondiale spinto dal capitalismo USA (cose che come sempre nessuno sa nulla ed i media tacciono) sono materiale e materie che scottano sul banco dell’equilibrio del pianeta, forse nel lungo periodo l’orrore della sperimentazione geoingegneristica è destinata a fare più vittime che tutte le guerre in atto…i “padroni dell’universo” stanno giocando a dadi con la vita e come tutti sappiamo sono dei perdenti; solo dei perdenti in questo gioco di cui sembra sinceramente che non conoscano le regole.

La saluto cordialmente e con sincero affetto,

Aldo Procida.

 

Caro Procida,

dico subito che non appena avremo le forze per farlo lo faremo. Al momento pandoratv è una pulce rispetto a ciò che si dovrebbe fare e a ciò che molti vorrebbero che facesse. E, come lei dimostra di avere capito benissimo, questo è argomento estremamente insidioso. C’è un esercito di gate keepers molto ben piazzati, e di squadre di lobotomizzati, oltre agli agenti disinformatori (più d’uno) che mi tallonano aspettando solo che io dica una parola sbagliata (può succedere), o anche soltanto una parola che si presti a doppie interpretazioni, per tentare di crocifiggermi. Dunque, come uso di regola, mi pronuncio su cose che sono in grado di dimostrare e solo fino al punto in cui so di potermi difendere da ogni attacco.

Condivido tutto quello che lei ha scritto – con maestria devo dire – e dunque non mi soffermerò su tutti i passaggi che condivido. Il problema (uno dei tanti) che abbiamo, io e lei, è la disparità delle forze. Comunque si operi, al momento, è impossibile penetrare all’interno del mainstream. La partita è troppo grossa, e importante, perché ci sia consentito farlo. Se avessi – quando e se l’avrò – una televisione nazionale, lo farei. Ed è probabilmente una delle ragioni per cui mi verrà impedito di averla. Ciò non vuol dire che aspetterò quel momento, che potrebbe non venire mai. Non ho “aspettato sulla questione dell’11/9 2001 , che non è di minore importanza. E ho corso il rischio di essere totalmente espulso dall’informazione generale. Nei fatti non sono riusciti a tacitarmi, ma sono riusciti ad accerchiarmi e a espellermi quasi totalmente dal mainstream. Ma c’è anche un altro problema: quello dei disperati che subiscono senza capire. Che, come lei scrive, non sono nemmeno più capaci di guardare il cielo. E che, comunque, non sono in grado di connettere le cose che vedono. Cioè le vedono ma non le capiscono. E sono l’immensa maggioranza.

Irraggiungibile senza una televisione, con buona pace di Beppe Grillo, che ha spacciato l’idea della Rete come luogo e sede della democrazia diretta, quando non della “verità”. Una ingenuità (se si tratta solo di questa) davvero madornale.

E c’è un terzo problema: quello di coloro che, spesso vicini alla paranoia, fanno di ogni erba un fascio. Si tratta di persone che hanno compreso che “qualcosa” accade sopra le nostre teste. Ma poi finiscono per prendere per buone le idee più strampalate, magari mescolandole insieme, convincendosi vicendevolmente della loro verità, diffondendo così, come vere, supposizioni senza fondamento, magari abilmente introdotte nel dibattito da chi ha interesse a mescolare il vero con il falso. Che è il modo più efficace per uccidere il vero.. Per cui, prima di poter affrontare il problema, occorre ogni volta dissipare le nuvole di leggende metropolitane, spesso fittissime.

Anzi, si può dire che il web è strapieno di leggende metropolitane. Non starò qui a descrivere in dettaglio tutte queste leggende. Non servirebbe comunque. Voglio solo dire che, se fossi un agente disinformatore, le userei tutte con grande dovizia di mezzi.

Infine c’è una quasi totale mancanza di maturità politica anche tra coloro che hanno ormai capito che ci troviamo di fronte a una operazione militare segreta. Persone in totale buona fede, ma prive di idee su come far penetrare le loro scoperte e farle diventare patrimonio comune. Quasi tutti sono convinti che sia sufficiente spiegare una cosa perché sia accettata. Invece non è così, come sappiamo. Occorre una organizzazione di ricerca e raccolta dati che rimane per il momento solo episodica, cioè insufficiente a smuovere l’opinione pubblica. Inoltre ci sono cose per capire le quali occorre non solo ampiezza di vedute, ma anche coraggio intimo. Cose che, se ti lasci tentare a esaminarle, ti possono far perdere sicurezza e equilibrio; cose che, se accettate, ti modificheranno la vita. Molti non se la sentono, ne hanno paura. Dunque siamo di fronte a un compito molto complesso. Io ho espresso il mio livello di comprensione del “fenomeno” in un articolo, di cui metto qui il link.http://giuliettochiesa.globalist.it/Detail_News_Display?ID=94260

In questo articolo, scritto insieme al professor Paolo De Santis, è riassunta la mia posizione attuale, quella che mi pare abbia a suo sostegno la maggior parte di argomenti.

Ho tentato più volte di impostare un lavoro di lunga lena, collettivo, armato di strumenti tecnici e legali. Ma mi sono sempre trovato di fronte a amici che sono convinti di avere già le prove. Anche se queste conducono ciascuna a una conclusione diversa. E, dunque, quasi nessuno cerca convergenze tra le diverse versioni (o leggende) del fenomeno. Cioè non basta prendere atto che le “scie chimiche” sono una realtà, per poter cominciare una battaglia politica vera e propria per ottenere risposte. Non è solo la politica che tace e finge di non sapere. E’ l’intera comunità accademica, la grande massa degli “scienziati sciocchi”, che rifiuta di aiutare e preferisce chiudere gli occhi. La mia interpretazione è che siamo di fronte a un progetto che si propone di rallentare il riscaldamento climatico”. Ci sono molti “scienziati sciocchi” che, alcuni in buona fede, pensano che “qualcosa si deve pur fare”. Vanno in coppia con i politici che, avendo subodorato la questione, si rifiutano di esaminare le conseguenze. Per questi ultimi esiste il dogma dello sviluppo economico, oltre il quale non sanno andare. E, poiché ritengono che lo sviluppo economico quantitativo non sia possibile, né auspicabile, fermarlo (cioè non sia possibile impedire l’aumento della produzione di gas a effetto serra) si rifugiano nella soluzione tecnica che appare più semplice e immediata: aumentare “l’effetto albedo” mediante le tecniche del SRM (solar radiation management) . E, così facendo, mostrano una totale incapacità di comprendere la “complessità” del sistema del quale siamo parte. Il principio di precauzione viene gettato alle ortiche. Si avviano correzioni parziali, senza rendersi conto, senza neppure tentare di prevedere i molteplici feed-back che esse producono. Così ci si avvia al disastro. E poi ci sono non gli sciocchi, ma i pazzi, che fanno i loro calcoli sui vantaggi – in primo luogo militari – che se ne possono ricavare. Quindi il problema è evidentemente politico: ha a che fare con la crisi globale della politica e del pianeta, con la fine di tutte le certezze su cui è costruita questa macchina infernale dello sviluppo, mentre diventa sempre più evidente la sua fragilità.

Dunque bisogna allargare lo sguardo, e non solo alzare gli occhi al cielo. Bisogna capire e spiegare la crisi irreversibile dell’attuale sistema economico e sociale e la sua inevitabile, irrevocabile contraddizione con la limitatezza delle risorse. Così io vedo il problema.

Cordiali saluti

Giulietto Chiesa

FONTE 

Giulietto Chiesa – Firenze 22/02/2014

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