Articolo Nogeoingegneria
Per oltre 50 anni gli esperimenti sulle modificazioni atmosferiche sono stati fatti o tramite l’aggiunta di reagenti chimici che causano reazioni che possono essere o non essere viste dalla Terra, come le aurore boreali (Rif.9), o campi d’onda che usano il calore o forze elettromagnetiche (Rif.10), o anche esplosioni nucleari nell’atmosfera. Quest’ultime interrompono o alterano il normale moto ondoso delle atmosfere più alte, spesso inducendo modificazioni climatiche nella troposfera.
Gli elementi chimici rilasciati nell’atmosfera comprendono bario clorato, bario nitrato, bario perclorato e bario perossido. Sono tutti infiammabili e distruttivi dello strato di ozono. Solo nel 1980, circa 2000 kg di elementi chimici furono rilasciati nell’atmosfera di cui 1000 kg di bario e 100 kg di litio. Il litio è un elemento chimico tossico altamente reagente facilmente ionizzabile dal sole. Questo aumenta la densità della ionosfera inferiore e crea radicali liberi in grado di causare ulteriori modificazioni chimiche (Rif. 11). Sebbene questi esperimenti facciano chiaramente parte dell’ambizione militare di controllare il clima come arma, non si ha traccia di rapporti pubblici sulle conseguenze sul clima. Viene invece data la colpa dello svuotamento dell’ozono ai deodoranti per il corpo, all’acqua di colonia, agli spruzzatori e distributori di farmaceutici!
In realtà, divenne evidente sin dagli inizi degli anni ‘70 che i 300 Megaton di test di bombe nucleari nell’atmosfera operati dagli USA, URSS e da UK fra il 1945 e il 1963 aveva svuotato lo strato di ozono del 4% e danneggiato seriamente embrioni umani, feti, bambini, adulti e l’intero ambiente vitale (Rif.12).
Anche gli aerei militari supersonici e i razzi danneggiano lo strato di ozono e causano cambiamenti atmosferici. Questo fu reso pubblico nei notiziari serali degli anni ‘70, e probabilmente ebbe l’effetto di influenzare le decisioni delle compagnie commerciali che rifiutarono i voli supersonici, con l’eccezione del Concorde. Tuttavia, il pubblico presto diresse altrove la propria attenzione e si dimenticò il problema dei voli supersonici e dei test nucleari quando fu posta l’attenzione sui frigoriferi come causa del buco dell’ozono che danneggiava la salute umana e i raccolti in diverse parti del mondo, specialmente nella punta estrema del Sud America. L’uso civile del CFC fu messo all’indice ma non era quello il vero problema. Articolo completo QUI
La ricerca italiana
Un ruolo chiave nell’avvio e nella promozione delle attività spaziali italiane fu rivestito dall’ingegnere Luigi Broglio (1911-2001). Il primo accordo italiano con la NASA fu raggiunto nel 1959 e prevedeva il lancio di razzi sonda per studiare la dinamica dell’atmosfera terrestre superiore. L’area scelta fu individuata in Sardegna, nella località Salto di Quirra, e inaugurata nell’ottobre del 1956 con un lancio di missili telecomandati. La prima utilizzazione scientifica del nuovo poligono, a partire dal 9 luglio 1960, riguardò il lancio di sei razzi sonda bistadio (C-41) del peso di 75 kg per ricerche nell’alta atmosfera, la cui costruzione fu affidata dall’Aeronautica militare alla SISPRE (Società Italiana per lo Studio della Propulsione a REazione). L’esito soddisfacente del programma portò ad attività successive all’interno di un programma più ampio che faceva capo alla neocostituita Commissione per la ricerca spaziale (CRS) del CNR, con l’obiettivo di studiare l’atmosfera oltre i 100 km (i razzi C-41 raggiunsero un’altezza di 30 km), anche a scopi meteorologici. Presieduta da Broglio, la CRS ebbe il compito di rappresentare istituzionalmente l’Italia a livello europeo nelle riunioni che portarono alla nascita, nel 1962, di ESRO (European Space Research Organisation), per promuovere e organizzare le attività nel campo della ricerca scientifica spaziale, ed ELDO (European Launcher Development Organisation), per le connesse attività tecniche di lancio di veicoli spaziali… Dalla fine del 1962, l’ESRO decise di effettuare una prima serie di otto lanci nell’ambito di un programma scientifico per lo studio dell’alta atmosfera e della ionosfera…
Lo spirito di collaborazione scientifica internazionale che rese possibile giungere a tali risultati fu consolidato dallo svolgimento su scala mondiale (parteciparono 67 Paesi) di un programma di osservazioni e ricerche geofisiche che si svolse tra il luglio del 1957 e il dicembre del 1958, programma che aveva tra gli obiettivi lo studio della struttura degli strati superiori dell’atmosfera terrestre durante il periodo di più intensa attività solare previsto per quei due anni: l’Anno geofisico internazionale (AGI). Al fine di coordinare la ricerca a livello locale e di gestire i finanziamenti, furono istituite diverse commissioni nazionali, tra le quali la Commissione nazionale italiana per l’anno geofisico internazionale (CNIAGI)…La partecipazione italiana ai lavori dell’AGI implicò la collaborazione di oltre 90 stazioni e osservatori dipendenti da 29 enti e istituzioni scientifiche; i dati delle osservazioni e i risultati delle ricerche fatte in Italia affluivano all’Archivio nazionale dell’AGI istituito presso il Consiglio nazionale delle ricerche (CNR)…
Alla fine degli anni Sessanta, in piena guerra fredda, l’Italia avviò dal poligono di Salto di Quirra un programma nucleare sperimentale che faceva seguito a movimenti di strategia geopolitica iniziati anni prima con l’acquisizione dei missili balistici americani Polaris da lanciare dall’incrociatore italiano Garibaldi. Il programma, avviato dalla marina militare con la collaborazione delle altre forze armate, riguardò la progettazione e la costruzione del missile Alfa, una versione italiana del Polaris con una gittata di 1600 km e la possibilità di trasportare una testata nucleare di 1000 kg… FONTE E ALTRE INFORMAZIONI QUI
Il programm a italiano di ricerche nella alta atmosfera
ESRO’s first sounding rockets
L . BROGLIO Ricevuto il 15 Giugno 1961
INTRODUZIONE.
La Commissione per le Ricerche Spaziali, nominata dal Consiglio Nazionale delle Ricerche diciotto mesi fa, ha intrapreso un programma di studio dell’alta atmosfera a mezzo di razzi sonda. Questa ricerca, che nella attuale prima fase di lavoro e sviluppo deve essere considerata una delle attività basilari della Commissione, aveva ed ha un duplice scopo: uno scopo diretto, immediato, che consiste nell’acquisizione di dati scientifici, in maggior copia possibile, tali da ampliare ed approfondire le attuali conoscenze sulla struttura e sulla dinamica della alta atmosfera. Il secondo scopo è, se così si può dire, proiettato nel futuro. L’organizzazione predisposta, sia in uomini che in attrezzature ed installazioni, per questa ricerca può considerarsi infatti come il nocciolo di una più ampia organizzazione che potrà operare negli anni successivi per maggiori e più impegnativi compiti. I fondi necessari per lo sviluppo del programma di ricerche nell’alta atmosfera sono stati forniti alla Commissione delle Ricerche Spaziali in base ad un accordo fra il C.N.R. e il Comitato Razzi e Missili del Ministero della Difesa, secondo il quale i due Enti si impegnavano a contribuire alle spese necessarie su base paritetica. II C.N.R. stipulò anche un accordo di natura scientifica con l’Ente spaziale statunitense N.A.S.A., sia per ottenere dalla Commissione delle Ricerche Spaziali un appoggio tecnico, sia per altre finalità di cui si parlerà più diffusamente in seguito.
LE CARATTERISTICHE SCIENTIFICHE E TECNICHE DEL PROGRAMMA.
Le attuali conoscenze dell’alta atmosfera sono abbastanza scarse, in particolare nel periodo invernale, e questo sia dal punto di vista della dinamica (venti) che della « struttura » (densità, temperatura, ecc.) dell’atmosfera stessa. Inoltre è fino ad oggi mancata ogni correlazione fra lo esperienze e le ricerche compiute in varie parti della terra, cosicché non si ha alcuna informazione sulla « dinamica globale » dell’atmosfera. Per quanto riguarda le ricerche con razzi sonda l’intervallo che oggi appare più proficuo per la sperimentazione è fra le quote (intese come ordine di grandezza) di 60 km e [300-400 km. Al di sotto dei 60 km il campo è da considerarsi acquisito ai normali mezzi di indagine meteorologica (palloni sonda, razzi meteorologici, ecc.). Sopra i 300 km invece sono probabilmente i satelliti gli strumenti tecnici più adatti allo scopo: resta comunque un ampio intervallo di quote in cui, allo stadio attuale della tecnica, sembrano poter operare convenientemente i soli razzi sonda. Quale tecnica da impiegare nella ricerca fu scelta quella della nube di sodio e litio. Essa presenta il vantaggio di coprire con un solo lancio un intervallo notevolmente ampio di quote e di fornire informazioni e dati contemporaneamente sulla struttura e sulla dinamica dell’atmosfera. Come è noto, in una esperienza del genere il carico utile del razzo sonda è costituito da una miscela di una sostanza esotermica — capace cioè di generare calore per autocombustione — (termite, ad es.) e sodio con dello particelle addizionali di litio distribuite in seno alla massa maggiore. La combustione di una carica iniziale di termite produce quella della miscela termite-sodio. Il sodio, vaporizzato, fuoriesce, attraverso le apposite aperture praticate nel contenitore, in modo continuo, mentre ad intervalli, generalmente irregolari, viene espulso « a sbuffi » il litio, parimenti vaporizzato. In tal modo il sodio ha nell’aria circostante una diffusione quasi-cilindrica, mentre il litio ha una diffusione quasi-sferica.
LE ATTREZZATURE AL SUOLO.
Quale baso di lancio per i razzi sonda fu scelto il Poligono del Salto di Quirra (Perdasdefogu-Sardegna) (Fig. 1), ma per il programma della Commissione delle Ricerche Spaziali si provvide a realizzare delle installazioni nuove e quasi del tutto indipendenti dalla già esistente base militare. Nello stesso tempo furono realizzate le stazioni di osservazione che dovevano fotografare la nube di sodio… DOCUMENTO COMPLETO
La dinamica dell’alta atmosfera (*)
S . GIORGI Ricevuto il 19 Febbraio 1963
RIASSUNTO. — Viene preso ili esame il problema della determinazion e dei vent i nell’alta atmosfera , usando la tecnica della nube di Sodio-Litio, e viene presa in considerazione un a rassegna dei diversi metod i più comunement e usata nei vari paesi. Particolar e attenzion e è rivolta al metodo italian o che viene illustrat o in alcuni dettagli allo scopo di fornire una completa soluzione del problema.
Lo studio delle caratteristiche, sia dinamiche che strutturali, dell’alta atmosfera viene oggi prevalentemente compiuto mediante indagine diretta: a questo scopo i razzi sonda appaiono i mezzi più adatti. Fino a. quote dell’ordine di (50-70 km il campo si può considerare acquisito ai normali mezzi di indagine meteorologica (palloni sonda, razzi meteorologici, ecc.). A quote molto alte invece — per fissare le idee al di sopra dei 250 km — sono i satelliti gli strumenti tecnici più idonei allo scopo. Rimane quindi un vasto campo di quote in cui i razzi sonda operano convenientemente per la ricerca e lo studio dei parametri dinamici e strutturali dell’atmosfera. Venendo a trattar e più specificatamente delle caratteristiche dinamiche, si può dire che la tecnica più conveniente è quella della nube di infatti, a causa della densità atmosferica relativamente alta, si innescano delle complesse reazioni chimiche con quasi immediata sparizione della nube artificiale. A scopo di confronto si può accennare brevemente agli altri metodi più usati per lo studio diretto delle caratteristiche dell’alta atmosfera:
1) Sfera cadente (falling sphere). In questo caso il carico pagante del razzo vettore è costituito da un contenitore in cui è immesso un tessuto leggerissimo, ma abbastanza resistente, che, espulso dal suo alloggiamento alla quota voluta, si gonfia assumendo la forma di una sfera. Tale sfera, che in genere ha un diametro sni ,30 m e viene seguita da terra a mezzo radar, cade lentamente verso il suolo — a causa della sua estrema leggerezza — mentre la componente orizzontale dei suoi spostamenti permett e la determinazione dei venti in quota (che sono — come meglio si specificherà nel seguito — essenzialmente orizzontali). Questo metodo però può essere usato, come appare evidente, soltanto a. quote non molto elevate •— praticamente non oltre i 100 km — perchè la. densità atmosferica deve essere abbastanza alta da impedire una troppo rapida caduta della sfera.
2) Granate esplosive. Durante la corsa ascensionale del razzo vettore si fanno esplodere ad intervalli prestabiliti di quote delle granate ad alto esplosivo, costituenti il carico pagante. È necessario disporre a terra di un preciso sistema d’inseguimento elettronico (Dovap, ad es.) e di un completo impianto acustico (microfoni di alta precisione, ad es.). I venti vengono valutati mediante una tecnica abbastanza complessa e possono essere determinati solo come valore medio fra due quote successive di esplosione delle granate. Si tratt a quindi di un metodo non molto preciso, anche se abbastanza rapido, che non può dare ragione di molti importanti fenomeni dinamici dell’alta atmosferica (« shear », ad esempio).
3) Nubi artificiali di metalli alcalini, liliali cesio e potassio. La tecnica è analoga a quella delle esperienze sodio-litio, salvo che la nube ionizzata che si forma non emette nel visibile e deve essere seguita da terra mediante « tracking » radarico; essa richiede cioè un’attrezzatura assai complessa e costosa. Peraltro, questo metodo, permettendo i lanci in ogni ora del giorno, presenta un vantaggio rispetto alla tecnica del sodio-litio che, come noto, può essere impiegata solo in esperienze compiute poco prima dell’alba o poco dopo il tramonto. Infatti, mentre la nube deve essere «illuminata» dal sole, le stazioni di ripresa a terra non devono essere investite dalla luce solare né diretta, né diffusa dall’ambiente circostante, per evitare di « annegare » sulla lastra l’immagine della nube. FIG1
Nel programma italiano di ricerche nell’alta atmosfera svolto dalla Commissione per le Ricerche Spaziali presieduta dal Prof. Broglio è stata impiegata la combinazione razzi sonda-nubi di sodio e litio e la distribuzione delle postazioni fotografiche a terra è stata finora quella riportat a in Fig. 1. Tali postazioni, disposte intorno al Poligono del Salto di Quirra da cui sono stati effettuati i lanci…..DOCUMENTO COMPLETO
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RESULTS IN THE ATMOSPHERIC REGION ABOVE 200km AND COMPARISONS WITH CIRA 1965 (con la parteciapazione di LUIGI BROGLIO
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