Groenlandia, calotta glaciale fonde più velocemente con cielo nuvoloso

I risultati di un nuovo studio sembrerebbero indicare che quando il cielo sopra la Groenlandia è nuvoloso lo scioglimento della calotta glaciale aumenta fino a un terzo. La calotta glaciale della Groenlandia rappresenta la seconda massa di ghiaccio più grande al mondo, dopo l’Antartide. La calotta della Groenlandia si sta sciogliendo a una velocità crescente e sta contribuendo molto all’innalzamento del livello degli oceani della Terra.

Un gruppo di scienziati dell’Università KU Leuven, Paesi Bassi ha iniziato a studiare le nubi sopra la calotta della Groenlandia poiché il loro ruolo in questa perdita di neve e ghiaccio non è mai stato calcolato prima, né è possibile dedurlo utilizzando modelli climatici teorici. Per mancanza di osservazioni, i diversi modelli teorici non concordano sull’importanza delle nubi al di sopra dello strato di ghiaccio.

Il lavoro del team di ricercatori, pubblicato sulla rivista Nature Communications, evidenzia quindi un ruolo molto importante da parte delle nuvole nell’accelerare lo scioglimento dei ghiacci della Groenlandia.

«Le nuvole hanno sempre effetti diversi. Da una parte aiutano ad aggiungere massa allo strato di ghiaccio quando nevica. Dall’altra hanno un effetto indiretto sullo strato di ghiaccio: provocano un impatto sulla temperatura, la neve e il ghiaccio reagiscono a questi cambiamenti fondendo e ricongelando» dichiara il dott. Kristof Van Tricht, autore principale dello studio e ricercatore del dipartimento di Scienze della terra e dell’ambiente dell’Università KU Leuven.

«Il processo è bidirezionale», sostiene Kristof Van Tricht.

La temperatura diminuisce poiché le nuvole bloccano la luce solare ma, allo stesso tempo, le nuvole formano uno strato che trattiene il calore in superficie, in particolare durante la notte.

«In questo studio, esaminiamo il risultato netto di questi due effetti indiretti sull’intera calotta glaciale della Groenlandia» prosegue Van Tricht.

Dal 2007 al 2010 i ricercatori hanno utilizzato le osservazioni satellitari per individuare le nubi sopra lo strato di ghiaccio, hanno quindi mappato l’effetto netto delle nuvole combinando i dati dei modelli climatici.

«Sopra l’intera calotta glaciale della Groenlandia le nuvole innalzano la temperatura, innescando un ulteriore scioglimento del ghiaccio56 miliardi di tonnellate all’anno di acquaun terzo in più rispetto a un cielo limpido».

In maniera sorprendente, l’effetto dovuto al processo di fusione non è così visibile durante il giorno, ma durante la notte successiva.

«Un manto nevoso è come una spugna congelata che si scioglie durante il giorno. Durante la notte, il cielo limpido fa in modo che una grande quantità di acqua ricongeli all’interno del manto nevoso. Quando invece il cielo è coperto, al contrario, la temperatura resta troppo alta e solo una parte di acqua ricongela. Di conseguenza, l’acqua liquida non viene più trattenuta dal manto nevoso e va ad aggiungersi all’acqua degli oceani» conclude Van Tricht.

FONTE 

ARTICOLO PRECEDENTE

Nubi più sottili tra le cause del record dello scioglimento dei ghiacci artici nel 2012

Di Peppe Caridi

Sono state anche le nuvole ‘sottili’ a giocare un ruolo chiave nello scioglimento record dell’Artico nel 2012: e’ stato infatti chiarito il meccanismo che ha portato all’aumento delle temperature registrato in Groenlandia lo scorso anno. A comprendere meglio il ruolo delle nuvole e’ uno studio pubblicato su Nature realizzato da un gruppo di ricercatori. Nel luglio del 2012 una rara combinazione di fenomeni atmosferici, che negli ultimi millenni sarebbe avvenuto una volta ogni circa 150 anni, ha portato a un record nello scioglimento dei ghiacci che ricoprono la Groenlandia. La causa scatenante sarebbe da ricercarsi nell’afflusso di una grande massa di aria calda, ma un ruolo finora sconosciuto lo avrebbero avuto anche le nuvole, in particolare quelle ‘basse e sottili’. Le nuvole si comportano generalmente come degli specchi in grado di riflettere indietro i raggi provenienti dal Sole ma in particolari condizioni possono invece trasformarsi in delle ‘coperte’. La copertura nuvolosa particolarmente sottile, come nel caso del luglio 2012, permetterebbe infatti ai raggi di penetrare e intrappolarne il calore sulla superficie terrestre. ”Sappiamo che questo tipo di nuvole si verifica facilmente – ha spiegato Ralf Bennartz, uno dei responsabili dello studio – e i nostri risultati possono spiegare alcune delle difficolta’ nell’attendibilita’ dei modelli climatici che analizzano il bilancio energetico dell’Artico”.FONTE

L’importanza delle interazioni nubi -radiazioni nella zona artica è indagata dal 1997

Quantification of dust-forced heating of the lower troposphere

 

 

NUVOLE IN GROENLANDIA

VEDI ANCHE QUI

Nuova esplosione di nuvole stratosferiche colorate al Circolo Polare Artico.

DETTAGLI e FOTO

 

 

IMPORTANTE!: Il materiale presente in questo sito (ove non ci siano avvisi particolari) può essere copiato e redistribuito, purché venga citata la fonte. NoGeoingegneria non si assume alcuna responsabilità per gli articoli e il materiale ripubblicato.Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001.