mattino

Scie chimiche, dieci anni di silenzio

Prima interrogazione parlamentare di Ruzzante nel 2003: «Non ho ancora avuto risposta».

Mario era andato presto allo stadio Euganeo per accaparrarsi un posto davanti al palco di Jovanotti. Improvvisamente, nel cielo appaiono delle scie: linee di vapore che si formano al passaggio dei jet, ma Mario ne nota troppe, disposte a griglia, e scatta alcune foto. Poche ore dopo, un fortunale si abbatte sullo stadio e sulla città, mentre centinaia di persone sciamano fradice dallo stadio. Mario, spiega, ha letto molto sul tema «scie chimiche», e quelle linee nel cielo lo avevano insospettito.
Internet brulica di siti che spiegano ciò che viene considerato un mistero: per qualche ragione da metà degli anni novanta eserciti, governi e istituzioni libererebbero nell’atmosfera agenti chimici, irrorando determinate zone con fitte maglie di scie che in qualche ora si trasformano in uno strato nuvoloso. La ragione di ciò resta sconosciuta: sul sito www.sciechimiche.org di ipotesi ce ne sono tante. Dal controllo climatico, la tesi più realistica, al controllo delle telecomunicazioni. Al di là delle sterili speculazioni, quella delle scie chimiche è una questione affatto priva di fondamento, oggetto di numerose interrogazioni parlamentari e commissioni d’inchiesta in tutto il mondo.
La preoccupazione, che trova sempre maggior fondatezza nelle pillole di verità che trasudano dai misteri ufficiali, è per la salute dei cittadini, costretti ad inalare quelle sostanze, per l’inquinamento deliberato dell’atmosfera e del suolo. Solo in Italia, dal 2003, ben 18 interrogazioni sono state presentate in parlamento.
«Presentai la mia interrogazione spinto da tanti padovani allarmati», spiega Piero Ruzzante, ex parlamentare Pd, attualmente consigliere della Regione Veneto, firmatario della prima interrogazione nel 2003 «Non ricevetti risposta. Negli anni nessuna risposta è mai stata esaustiva: c’è qualcosa che non si deve sapere? Credo che dietro le scie chimiche ci siano motivi economici: probabilmente le compagnie aeree mettono nel carburante degli additivi. Quali siano questi additivi, però, non lo sappiamo».
Normali «scie di condensazione», ma i cosiddetti complottisti si domandano perché durino tanto, abbiano la proprietà di espandersi e si formino ad altitudini anomale e solo dietro alcuni aerei. In una nota dell’Aviazione Militare Italiana si spiega il comportamento delle normali scie di condensazione. Vi si legge: «Le scie sono di due tipi. Le une, durature, le altre effimere».
«Vero», spiega Vincenzo Levizzani, ricercatore atmosferico del Cnr, «a parità di condizioni alcune scie persistono, altre no, si formano a quote differenti e a volte possono espandersi in coltri di nubi. Certo, le tecniche di modificazioni del clima sono state spesso usate, ma con risultati discontinui e costi elevati. Il mio parere è scientifico, ma ciò che interessa le ragioni politiche e militari, se c’è, resta a me sconosciuto. Quello che mi chiedo è perché i governi non si pronuncino».
Insomma, le curiosità sulle scie chimiche restano inappagate. Se la mancanza di una risposta giustifica la domanda, il diritto alla vita impone che questa sia: «Diteci cosa ci state costringendo a respirare?».

 

da : http://mattinopadova.gelocal.it/cronaca/2013/08/19/news/scie-chimiche-dieci-anni-di-silenzio-1.7601950

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