Il giallo dei roghi in Russia tra sabotaggi e cyber war

Un pirata informatico è in grado di provocare il surriscaldamento di un impianto gestito da remoto fino a fargli prendere fuoco, scrive il Generale Umberto Rapetto e prosegue:

Qualcuno pensa alla reincarnazione di Nerone e lo immagina nei ranghi di Anonymous. Il ripetersi degli incendi divampati in Russia  non trova spiegazione ed è legittimo non escludere lo zampino dei pirati informatici nell’innesco di certi incidenti. Se l’ipotesi può suonare come bizzarra, forse può valere la pena affrontare la questione prendendo spunto da due elementari considerazioni: come può scoppiare un incendio e cosa può fare un hacker.
In un’epoca in cui si parla tanto di domotica e dei vantaggi di poter comandare a distanza determinate funzioni che un tempo richiedevano un intervento umano, non può stupire che a fronte di tanti “pro” non ci possano essere controindicazioni o, banalmente, vulnerabilità.

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I roghi vengono innescati a distanza violando il termostato della caldaia. Gli apparecchi vengono manovrati a distanza attraverso la rete

Roghi e intere palazzine mandate a fuoco. Sono le immagini che giungono da Mosca dove, nelle ultime settimane, sembrerebbe stiano divampando incendi senza un apparente motivo. Ma una ragione, in realtà, c’è. Se l’ipotesi di un cyber attacco, fino a qualche tempo, sembrava improbabile, con l’avvento della domotica non è di certo da escludere. Non si tratta, dunque, né di attività paranormali né di fantascienza. Ecco cosa può fare un hacker e come può scoppiare un incendio.

L’ipotesi, suggerita da Umberto Rapetto del Messaggero, è tanto interessante quanto veritiera. In un’epoca in cui è possibile gestire a distanza financo gli impianti di riscaldamento – climatizzatori inclusi – non c’è da stupirsi se un hacker tentasse di aggirare il sistema di funzionamento delle caldaie, ad esempio. Molti apparecchi che generano calore, specie quelli dotati di dispositivi IoT connessi a Internet, possono essere monitorati e gestiti da remoto. Una possibilità che, se da un lato agevola la gestione della quotidianità in ambito domestico, dall’altro può diventare “un’arma” nelle mani di qualche malintenzionato. E non occorrono chissà quali abilità informatiche: basta una falla nel sistema di sicurezza affinché un hacker assuma il controllo di un apparecchio forzandone il funzionamento oltre le ordinarie modalità di utilizzo.

Le falle nei sistemi di sicurezza

Già in tempi non sospetti, gli esperti di building automation avevano rilanciato l’ipotesi di una guerriglia urbana che poteva essere innescata aggirando alcune falle scoperte nelle soluzioni tecnologiche proposte da Tekon Avtomatika, l’azienda russa che progetta “sistemi intelligenti” per edifici, industrie e centri commerciali. Secondo quanto riferisce Il Messaggero, almeno un centinaio di controller Tekon sarebbero stati “particolarmente fragili e indifesi“. Tale circostanza potrebbe aver agevolato l’intervento di qualche malintenzionato sugli apparecchi di riscaldamento. Del resto basti pensare che, fino a qualche tempo fa, le credenziali di accesso ai stistemi di gestione delle tecnologie domestiche erano quelle impostate dal costruttore. E i codici erano disponibili nella documentazione online dell’azienda produttrice. Alla portata di chiunque, insomma. Dunque, non c’è nulla di fantascientifico o paranomale nei roghi divampati nei centri abitati di Mosca. È guerra anche questa.

Rosa Scognamiglio  

FONTE https://www.ilgiornale.it/news/cronache/mosca-giallo-dei-roghi-innescati-dagli-hacker-ecco-agiscono-2028771.html

Vedi anche: Mosca, incendio in laboratorio di tecnologie militari (terzo caso in tre giorni). L’ipotesi: innescato dagli hacker

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