Per facilitare il lavoro del fact checker fin dall’inizio, è il Messaggero che trae questa conclusione. Tante dosi di vaccino saranno inutili, vero? E tutto sarà molto più semplice, quest’anno l’influenza si chiama COVID19. E quali sono i sintomi?
I Sintomi più comuni: febbre, tosse secca, spossatezza
Sintomi meno comuni: indolenzimento e dolori muscolari, mal di gola, diarrea, congiuntivite, mal di testa. Sintomi rari …

Da ricordare: L’OMS (ACCIDENTALMENTE) CONFERMA CHE COVID NON È PIÙ PERICOLOSO DELL’INFLUENZA

E quindi cosa scrivono? 

Il Covid ha ucciso l’influenza? Così sembra perché, stando all’ultimo studio britannico, «i casi di influenza sono crollati del 98% in tutto il mondo». Molti temevano che fosse la «tempesta invernale perfetta», una situazione da incubo che avrebbe spinto il servizio sanitario oltre il limite: il governo della Gran Bretagna infatti, ha lanciato il più grande programma di vaccinazione antinfluenzale nella sua storia. Trenta milioni di persone – il 20% in più del normale e ora inclusi tutti gli ultracinquantenni – sono in via di vaccinazione. Secondo gli ultimi rapporti, l’assunzione del vaccino è già la più alta mai registrata negli ultracinquantenni e nei bambini piccoli. C’è solo un dato curioso: l’influenza, a quanto pare, è quasi scomparsa.

La scomparsa è iniziata quando il Covid-19 è arrivato verso la fine della stagione influenzale a marzo. E la rapidità con cui i tassi sono precipitati può essere osservata nei dati di “sorveglianza” raccolti dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Le cifre forniscono una visione sorprendente di quella che è diventata una tendenza strisciante in tutto il mondo. In Australia, ad aprile sono stati registrati solo 14 casi di influenza, rispetto ai 367 nello stesso mese del 2019: un calo del 96%. CONTINUA  QUI

 

1) link al grafico della stagione 2018/19 

https://www.who.int/influenza/gisrs_laboratory/updates/summaryreport_20191014/en/ 

2) il link al sito OMS con i dati e il grafico della stagione 2019/20 

https://www.who.int/influenza/gisrs_laboratory/updates/summaryreport/en/ 

Le raccomandazioni per il vaccino antinfluenzale con cambiano. E’ in pieno svolgimento la campagna vaccinale

Influenza e vaccini: le raccomandazioni per la stagione 2020-2021

 

Maxi focolaio Covid in una Rsa di Fabriano dopo il vaccino antinfluenzale

 Il virus è dilagato all’interno della residenza protetta di Santa Caterina. Fonti interne alla struttura riferiscono che, nonostante siano state sempre messe in atto le procedure ed i protocolli sanitari per evitare il contagio da Covid-19, circa 15-20 giorni fa, dopo la somministrazione dei vaccini antinfluenzali, gli ospiti della casa di riposo hanno cominciato a non stare bene: una leggera febbre inizialmente, accompagnata da diarrea..

Un interessante libretto pubblicato da Giovanni Fioriti Editore a firma di alcuni prestigiosi medici già noti per la loro indipendenza ed onestà intellettuale (Paolo Bellavite, Alberto Donzelli, Eugeniuo Serravalle, Daniele Agostini, Adriano Cattaneo, Piergiorgio Duca), non si può escludere che la vaccinazione antinfluenzale possa dare interferenza virale ed in particolare aumentare la suscettibilità ad altre infezioni virali.

Scrivono gli autori a pagina 45 e seguenti:

Nei vaccinati contro l’influenza può esserci un rischio di eccesso di altre malattie virali. Sul tema risulta disponibile un solo RCT, in 115 bambini (Cowling et al. 2012), randomizzati a una vaccinazione antinfluenzale o a un placebo. Nei successivi 9 mesi (dunque con follow-up molto più lungo di quello dei correnti RCT sull’immunogenicità dei vaccini, che spesso si limitano a poche settimane di follow-up dopo la somministrazione), i bambini sono risultati più protetti rispetto all’influenza (30 influenze stagionali in meno rispetto al placebo), ma hanno avuto un eccesso significativo di altre infezioni virali confermate virologicamente (+302 altre infezioni da virus non influenzali).

Anche nello studio di coorte MoSAIC (Rikin et al. 2018) si è osservato lo stesso fenomeno su quasi 700 bambini: dopo la vaccinazione antinfluenzale c’è stato un aumento di malattie respiratorie acute causate da patogeni non influenzali rispetto ai soggetti non vaccinati, statisticamente significativo nel triennio considerato.

Inoltre l’interferenza virale è stata rilevata anche in adulti militari USA (Wolff 2020). I vaccinati con antinfluenzale hanno mostrato meno influenze, e significativamente meno parainfluenze e infezioni da virus respiratorio sinciziale, ma un aumento significativo di infezioni da coronavirus (+36%, anche se non circolava ancora il SARS-CoV-2), da metapneumovirus (+56%) e dall’insieme dei virus non-influenzali (+15%), oltre a un aumento quantitativamente ancor maggiore di malattie respiratorie in cui non si è potuto identificare il patogeno (+59%). L’eccesso netto di patologie respiratorie nei vaccinati è risultato importante. Il fatto che nei vaccinati siano aumentate, tra l’altro, infezioni da coronavirus, dovrebbe indurre alla prudenza.

Indagini di associazione mostrano in Spagna una relazione diretta tra vaccinazioni antinfluenzali nei diversi territori e decessi da COVID-19 (Machado 2020). L’autrice propone una diversa spiegazione: gli individui salvati dalla vaccinazione antinfluenzale, in genere anziani in cattive condizioni di salute, resterebbero in vita, e pertanto potrebbero essere uccisi dalla COVID-19. Tuttavia la relazione riscontrata andrebbe verificata/resa pubblica anche per l’Italia (quesiti in tal senso, disponibili a richiesta, sono stati formulati all’ISS il 22/3/2020 e il 20/4/2020), e dovrebbe indurre a grandissima prudenza.

La tematica è troppo importante per non approfondirla.

Serve che se ne parli di più.

Servono ulteriori studi ben condotti e ricercatori indipendenti e intellettualmente onesti (come gli autori dell’esauriente lavoro che ho citato) che portino ancora altri dati certi in modo che la scelta del vaccino antinfluenzale, oltre che essere sempre libera, possa avvenire a fronte di un consenso veramente informato.

Soprattutto è necessario che le autorità sanitarie e i rappresentanti politici assicurino un ambiente antidogmatico favorevole a un dibattito scientifico libero, trasparente, esente da conflitti d’interessi, che metta un impegno razionale nel tutelare veramente la salute dei cittadini.

Valentina Bennati

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