Di Nogeoingegneria
La gente si è forse intorpidita dopo anni di continui allarmi? Il campanello d’allarme tace, il pensiero è paralizzato. Se solo pochi anni fa fosse stato annunciato che sarebbero stati bombardati siti nucleari, sarebbe stato percepito come uno scenario da incubo, oggi sembra un pericolo piuttosto trascurabile.
Nono giorno di conflitto tra Israele e Iran. Nella notte l’aviazione israeliana ha colpito il sito nucleare iraniano di Isfahan, già bombardato nei giorni scorsi.
L’Idf ha confermato di aver attaccato il sito nucleare di Isfahan per la seconda volta la notte scorsa nell’ambito di un’ondata di raid notturni a cui hanno preso parte 50 jet da combattimento, colpendo decine di obiettivi militari iraniani, utilizzando circa 150 bombe. “Il sito è in fase di conversione dell’uranio, la fase che si svolge dopo l’arricchimento dell’uranio nel processo di creazione del nucleo di un’arma nucleare”, ha affermato l’Idf. “Colpito anche un sito di produzione di centrifughe, che è stato attaccato all’interno del complesso, insieme ad altri obiettivi militari del regime iraniano nell’area di Isfahan”. L’esercito riferisce inoltre che “durante la notte, sono stati attaccati camion per il lancio di velivoli senza pilota e infrastrutture missilistiche, tra cui siti di lancio e stoccaggio di missili e quattro lanciatori pronti, che sono stati bloccati prima di un bombardamento e rappresentavano una minaccia diretta per lo Stato di Israele e i suoi cittadini. Inoltre, l’Aeronautica Militare ha attaccato siti radar delle forze militari del regime iraniano e batterie di difesa aerea” (ANSA).
Il programma nucleare iraniano è partito negli anni Cinquanta con il sostegno degli Stati Uniti. Nel 1957, lo Scià Mohammad Reza Pahlavi — alleato dell’Occidente — avviò lo sviluppo dell’energia nucleare civile grazie all’iniziativa americana “Atoms for peace”, lanciata nel 1957 dal presidente Dwight Eisenhower. Gli Stati Uniti forniscono all’Iran il primo reattore di ricerca e il combustibile nucleare, mentre negli anni Settanta la Germania Ovest iniziò la costruzione della centrale nucleare di Bushehr, nel sud del paese sul Golfo Persico. Busher è oggi maggiormente a rischio di trasformarsi in una catastropfe. Un attacco su una centrale nucleare operativa, come quella di Bushehr, potrebbe causare una catastrofe radioattiva di vasta portata. Bushehr è una centrale in funzione dal 2011, costruita con tecnologia russa e situata vicino a paesi come Iraq, Kuwait e Arabia Saudita, quindi un rilascio di radioattività potrebbe avere gravi conseguenze regionali. Il capo dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA), Rafael Grossi, ha sottolineato che un attacco diretto a Bushehr potrebbe comportare un rilascio molto elevato di radioattività nell’ambiente. Bushehr è situata vicino a paesi come Iraq, Kuwait e Arabia Saudita.
Inoltre, l’uccisione inqualificabile di personale esperto può rallentare o compromettere la capacità iraniana di garantire la sicurezza nucleare, aumentando il rischio di incidenti sia accidentali che provocati da attacchi esterni. Questo elemento contribuisce a una situazione di insicurezza complessiva che si somma ai rischi derivanti dagli attacchi militari sugli impianti stessi.
Il rischio più grave in termini di armi nucleari nel Medio Oriente è invece legato a Israele, non all’Iran. Israele è uno dei pochi paesi al mondo che non ha firmato il Trattato di non proliferazione nucleare (TNP) e si ritiene possieda un arsenale nucleare molto consistente, stimato tra 90 e 400 testate nucleari, mantenuto in gran segreto.
Nonostante le ripetute risoluzioni dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite che chiedono l’istituzione di una zona libera da armi nucleari in Medio Oriente, Israele si oppone sistematicamente a queste iniziative e non ha mai aderito al TNP, mantenendo una politica di ambiguità nucleare. Questo fatto contribuisce a una situazione di insicurezza e instabilità nella regione, poiché Israele è l’unico stato nucleare riconosciuto in Medio Oriente, mentre l’Iran ha firmato il TNP e sottopone le sue attività nucleari alle ispezioni dell’AIEA.
Per Seymour Hersh tutto sarebbe già deciso: gli Stati Uniti entreranno direttamente in guerra a fianco di Israele contro l’Iran. Secondo il noto Premio Pulitzer, autore del celebre The Samson Option (1991) sul programma nucleare di Tel Aviv, fonti israeliane e funzionari americani di lunga data prevedono un attacco aereo statunitense su larga scala contro l’Iran, potenzialmente già questo fine settimana. “Questo è un rapporto su ciò che è più probabile che accada in Iran, già questo fine settimana, secondo fonti israeliane e funzionari americani su cui faccio affidamento da decenni” scrive Hersh. “Sarà un pesante bombardamento americano”. Che si sbagli, ci sono molti fattori nuovi in gioco, come il fatto che le verità stanno venendo alla luce più rapidamente oggi. Non tutti sono intontiti, molti si sono anche svegliati. VEDI QUI
ARMI NUCLEARI: PERCHE’ L’ATTENZIONE DOVREBBE CONCENTRARSI SU ISRAELE, NON SULL’IRAN
L’Ultima News: Un terremoto di magnitudo 5.1 ha colpito Semnan, nel mezzo dell’intensificarsi del bombardamento in Iran. Il terremoto, che secondo l’agenzia di stampa iraniana Tasnim è stato di magnitudo 5.2, ha colpito a una profondità di 10 chilometri, a circa 37 chilometri a sud-ovest della città di Semnan, ha affermato l’Usgs.
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