GENOVA – La città è piegata, chiusa in una bolla sotto un cielo nero, grigio, biancastro, che scarica da quasi quaranta ore mitragliate d’acqua nel suo centro con chirurgica precisione sull’ombelico alluvionale, nelle valli del Bisagno e del Fereggiano, due torrenti duecentonovanta giorni all’anno secchi da siccità e di colpo, quando arrivano le mitragliate, fiumi di acqua, fango, alberi, cespugli, vegetazioni, strappati da alvei mai puliti, cascate d’acqua che sbordano da argini scavalcati da onde marroni, alte metri. E invadono le strade e sommergono tutto.
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