Nella sfera militare vediamo lo specchio di innumerevoli scoperte positive e creazioni naturali che qui vengono deformate come strumenti di guerra. Il cervello globale è una di quelle imprese che vuole imitare una realtà che non può controllare? Il cervello globale e la rete globale non sono forse una realtà naturale e spirituale di cui non siamo ancora consapevoli? Dovremmo esaminare questa creazione artificiale, tenendo conto anche del fatto che la natura viene sostituita persino qui. Tuttavia, preferisco ricordare un libro pubblicato anni fa ed esaminare il vero cervello globale. Basandomi su alcuni testi, chiedo quindi: Il cervello globale è una realtà?
Siamo forse la generazione più privilegiata che sia mai vissuta. In questo momento senza precedenti nella storia umana, quando l’intensificarsi della crisi minaccia l’intera vita sulla Terra, il fisico-futurologo di Peter Russell intreccia tra loro scienze fisiche e sociali, tecnologia moderna e misticismo antico, per dimostrare che ora la possibilità di un’illuminazione globale sia reale – e imminente – quanto la minaccia di una distruzione di massa. In “Il risveglio della Mente Globale”, Russell espone una visione del potenziale umano – come superorganismo pienamente conscio in un universo che si sta risvegliando. Offrendo prova che la Terra stessa è un essere vivente e ogni persona su di essa una cellula nel sistema nervoso planetario, Russell descrive come le svolte nel campo delle telecomunicazioni e delle reti di computer stiano rapidamente unendo la specie umana.
Pubblicato per la prima volta nel 1983 con il titolo The Global Brain,e tradotto in dieci lingue, fu considerato da molti in anticipo di anni rispetto al suo tempo.
Peter Russell si fa portavoce di una visione profondamente ottimistica e trasformativa del potenziale umano e collettivo..
Russell sostiene che il concetto di Global Brain (Cervello Globale) non sia pura fantasia né solo una prospettiva futura: in una certa misura, questo “campo unificato” di coscienza collettiva è già presente, ma si trova in uno stato embrionale e poco consapevole. Russell suggerisce che la rete di relazioni, scambi, informazioni e percezioni condivise tra tutti gli esseri umani crea, di fatto, una matrice globale—un superorganismo cognitivo—che però non ha ancora raggiunto il pieno stato di consapevolezza di sé.
La visione di Russell implica che ogni persona contribuisce, anche inconsciamente, al “campo” di informazione e consapevolezza globale. La tecnologia accelera questa interconnessione, trasformando scambi isolati in una rete viva, dove le idee, le emozioni e le scelte di ciascuno possono influenzare il tutto.
Secondo Russell, la possibilità di un salto evolutivo di coscienza collettiva dipende dalla crescita simultanea della connettività esterna (tecnologica) e della consapevolezza interna (spirituale e etica).
E evidente che il progresso tecnologico viene utilizzata per rafforzare il controllo di una élite, piuttosto che favorire una reale coscienza globale. Russell è critico proprio verso questa deriva. La sua proposta rifiuta la visione elitaria e non olistica: egli insiste che la vera evoluzione della mente globale consideri l’insieme dell’umanità e si fondi sull’inclusività e sulla responsabilità collettiva.
Un Global Brain compiuto, nella prospettiva di Russell, non si sviluppa a beneficio di pochi, ma rappresenta la presa di coscienza che ciascun individuo è parte insostituibile del tutto.
Se la tecnologia viene usata solo per rafforzare divisioni o concentrare il potere, rischia di “patologizzare” il cervello globale, rendendolo una struttura squilibrata. IL
World Brain di H.G.Wells
Vorrei menzionare e citare H.G. Wells in questo contesto. VEDI ANCHE QUI
World Brain è una raccolta del 1938 di saggi e interventi dello scrittore britannico H. G. Wells risalenti al periodo dal 1936 al 1938. In tutto il libro, Wells descrive la sua visione del “Cervello mondiale” (World Brain): una nuova “enciclopedia mondiale”, libera, sintetica, autorevole, permanente che avrebbe aiutato i cittadini del mondo a fare il miglior uso delle risorse informative universali e reso il miglior contributo alla pace nel mondo.
Il sogno wellsiano di un “Cervello mondiale” (World Brain) fu espresso per la prima volta in una conferenza tenuta presso la Royal Institution di Gran Bretagna, riunione serale settimanale, venerdì 20 novembre 1936. Iniziava con le sue motivazioni:
(inglese)
«My particular line of country has always been generalization of synthesis. I dislike isolated events and disconnected details. I really hate statements, views, prejudices and beliefs that jump at you suddenly out of mid-air. I like my world as coherent and consistent as possible. So far at any rate my temperament is that of a scientific man. And that is why I have spent a few score thousand hours of my particular allotment of vitality in making outlines of history, short histories of the world, general accounts of the science of life, attempts to bring economic, financial and social life into one conspectus and even, still more desperate, struggles to estimate the possible consequences of this or that set of operating causes upon the future of mankind. All these attempts had profound and conspicuous faults and weaknesses; even my friends are apt to mention them with an apologetic smile; presumptuous and preposterous they were, I admit, but I look back upon them, completely unabashed. Somebody had to break the ice. Somebody had to try out such summaries on the general mind. My reply to the superior critic has always been … “Damn you, do it better.”»
(italiano)
«Il mio genere particolare è sempre stato la generalizzazione della sintesi. Non mi piacciono eventi isolati e dettagli sconnessi. Odio dichiarazioni, opinioni, pregiudizi e credenze che saltino fuori improvvisamente a mezz’aria. Mi piace che il mio mondo sia il più coerente e congruo possibile. Finora comunque il mio temperamento è quello di un uomo scientifico. Ed è per questo che ho trascorso un paio di migliaia di ore del mio particolare patrimonio vitale nel tratteggiare contorni della storia, brevi storie del mondo, resoconti generali della scienza della vita, tentativi di portare la vita economica, finanziaria e sociale in uno unico sommario e ancora, ancora più disperata, lotta per stimare le possibili conseguenze di questa o quella serie di cause operative sul futuro dell’umanità. Tutti questi tentativi hanno avuto profondi e cospicui difetti e debolezze; anche i miei amici sono inclini a parlare di essi con un sorriso di scusa; erano presuntuosi e assurdi, lo ammetto, ma torno a rivolgermi ad essi, del tutto imperturbabile. Qualcuno doveva rompere il ghiaccio. Qualcuno doveva provare tali sintesi sulla mente in generale. La mia risposta alla critica superiore è sempre stata … “Accidenti a te, fallo meglio.”»
https://www.illibraiodellestelle.com/libri/il-risveglio-della-mente-globale.php
(pp. 3-4)
Wells desiderava che il mondo fosse un’unione “il più coerente e congrua possibile”. Voleva che i cittadini saggi del mondo assicurassero la pace mondiale. Era un comunitarista e contestualista e concluse la sua lezione con queste parole:
(inglese)
«[W]hat I am saying … is this, that without a World Encyclopaedia to hold men’s minds together in something like a common interpretation of reality, there is no hope whatever of anything but an accidental and transitory alleviation of any of our world troubles.»
(italiano)
«Quello che sto dicendo … è questo, che senza un’Enciclopedia mondiale per tenere assieme la mente degli uomini in qualcosa di simile a una interpretazione comune della realtà, non c’è speranza di nient’altro che una mitigazione accidentale e transitoria di uno qualsiasi dei nostri problemi mondiali.»
(pp. 34–5)
The Brain Organization of the Modern World
(Conferenza tenuta in America, ottobre e novembre 1937)
Questa conferenza delinea la visione di Wells di “una sorta di stanza di compensazione mentale per la mente, un deposito dove la conoscenza e le idee vengano ricevute, ordinate, riassunte, digerite, chiarite e confrontate”.[1] Wells riteneva che i progressi tecnologici come i microfilm potessero essere usati a questo fine in modo che “qualsiasi studente, in qualsiasi parte del mondo, sarà in grado di sedersi con il suo proiettore nel suo studio a suo comodo per esaminare qualsiasi libro, qualsiasi documento, in una replica esatta”.[2]
A Permanent World Encyclopedia
(Contributo alla nuova Encyclopédie française, agosto 1937)
In questo saggio (“Un’enciclopedia mondiale permanente”), Wells spiega come le enciclopedie del tempo non fossero riuscite ad adattarsi né al crescente aumento della conoscenza registrata né alla diffusione delle persone che necessitano di informazioni accurate e facilmente accessibili. Egli afferma che queste enciclopedie del XIX secolo hanno continuato a seguire il modello, l’organizzazione e la scala di quelle del XVIII secolo. “Le nostre enciclopedie contemporanee sono ancora in una fase di sviluppo del traino col cavallo”, sostiene, “piuttosto che nella fase dell’automobile e dell’aereo.”[3]
Wells vide la potenziale alterazione dell’impatto mondiale che questa tecnologia avrebbe potuto portare. Sentiva che la creazione dell’enciclopedia avrebbe potuto portare all’incirca ai giorni tranquilli del passato, “con una comprensione comune e la concezione di uno scopo comune, e di una comunità come ora difficilmente sogniamo”.[4]
Influenza dell’idea del Cervello mondiale di Wells
Anni 1930: Congresso mondiale della documentazione universale
Uno degli obiettivi dichiarati di questo congresso, tenutosi a Parigi in Francia nel 1937, fu quello di discutere le idee e i metodi di attuazione delle idee di Wells sul Cervello mondiale. Wells tenne una conferenza al congresso.[5]
Anni 1960: il Cervello mondiale come un supercomputer
Dalla biblioteca mondiale al cervello mondiale
Nel suo libro del 1962 Profiles of the Future, Arthur C. Clarke previde che la costruzione di quello che H. G. Wells aveva chiamato il “Cervello mondiale” si sarebbe svolta in due fasi. Egli individuava la prima fase nella costruzione della “Biblioteca mondiale” (World Library), che è fondamentalmente il concetto di Wells di un’enciclopedia universale accessibile a tutti da casa propria su terminali computerizzati. Clarke predisse che questa fase si sarebbe instaurata (almeno nei paesi sviluppati) entro il 2000. La seconda fase, il “Cervello mondiale” (World Brain), sarebbe stato un supercomputer con una superiore intelligenza artificiale con cui gli esseri umani sarebbero in grado di interagire reciprocamente per risolvere i vari problemi del mondo. La “Biblioteca mondiale” sarebbe stata incorporata nel “Cervello mondiale” come una sottosezione di esso. Egli suggeriva che questo supercomputer dovrebbe essere installato nelle ex war room degli Stati Uniti e dell’Unione Sovietica una volta le superpotenze fossero maturate abbastanza da accettare di cooperare piuttosto che confliggere tra loro. Clarke predisse che la costruzione del “Cervello mondiale” sarebbe stata completata entro il 2100.[6]
La previsione di Clarke di un’unità centralizzata non teneva conto del fenomeno che si sarebbe sviluppato molti anni dopo con Internet, la nascita del World Wide Web decentralizzato.
Anni novanta: il World Wide Web dei documenti
Il World Wide Web come un Cervello mondiale
Lo stesso argomento in dettaglio: World Wide Web.
Brian R. Gaines nel suo saggio Convergence to the Information Highway (1996), ha visto il World Wide Web, nato alcuni anni prima, come un’estensione del “Cervello mondiale” a cui gli individui possono accedere tramite i personal computer.[7]
Francis Heylighen, Joel de Rosnay e Ben Goertzel (1999) previdero l’ulteriore sviluppo del World Wide Web in un cervello globale, vale a dire una rete intelligente di persone e computer diffusa a livello planetario. La differenza tra “cervello globale” e “cervello mondiale” è che quest’ultimo, come previsto da Wells, ha un controllo centralizzato,[8] mentre il primo è completamente decentralizzato e auto-organizzato.
Note
^Wells, p. 49.
«a sort of mental clearing house for the mind, a depot where knowledge and ideas are received, sorted, summarized, digested, clarified and compared.»^Wells, p. 54.
«any student, in any part of the world, will be able to sit with his projector in his own study at his or her convenience to examine any book, any document, in an exact replica.»^Wells, p. 58.
«Our contemporary encyclopedias are still in the coach-and-horse phase of development, rather than in the phase of the automobile and the aeroplane.»^(EN) World Brain: The Idea of a Permanent World Encyclopaedia, 1937 (archiviato dall’url originale il 15 marzo 2007).
«with a common understanding and the conception of a common purpose, and of a commonwealth such as now we hardly dream of.»
Contributo di H. G. Wells alla nuova Encyclopédie Française. Ospitato su sherlock.berkeley.edu, Università di Berkeley.
^(EN) Documentation Congress Step toward Making ‘World Brain’, in The Science News-Letter, vol. 32, n. 861, 9 ottobre 1937, pp. 228-229, DOI:10.2307/3913334. URL consultato l’11 ottobre 2011.
^(EN) Arthur C. Clarke, Profiles of the Future; an Inquiry into the Limits of the Possible, New York, Harper & Row, 1962.
^(EN) Brian R. Gaines, Convergence to the Information Highway, collana Proceedings of the WebNet Conference, San Francisco, 1996. URL consultato il 7 novembre 2009.
^(EN) W. B. Rayward, H. G. Wells’s idea of a World Brain: A critical reassessment, in Journal of the American Society for Information Science, vol. 50, n. 7, 1999, pp. 557-573.
Bibliografia
(EN) H. G. Wells, World Brain, London, Methuen & Co., 1938. URL consultato il 26 febbraio 2015(archiviato dall’url originale il 7 febbraio 2015). Edizione americana: Garden City (New York), Doubleday, Doran & Co. FONTE https://it.wikipedia.org/wiki/World_Brain
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PERCHÉ IL CERVELLO GLOBALE DI H.G. WELLS E L’UMANO HACKERABILE DI YUVAL HARARI NON AVRANNO SUCCESSO
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