Due immigrati americani novantenni hanno definito i termini del dibattito al World Economic Forum. Henry Kissinger, che questa settimana compie 99 anni, ha fatto un’apparizione virtuale per esortare contro i tentativi di sconfiggere o emarginare la Russia, chiedendo all’Ucraina di accettare le perdite territoriali del 2014 per porre fine alla guerra. Poche ore dopo, George Soros, presente di persona al forum all’età di 91 anni, ha avvertito che la vittoria nella guerra contro la Russia di Vladimir Putin è necessaria per “salvare la civiltà” e ha esortato l’Occidente a fornire all’Ucraina tutto il necessario per prevalere.
Le loro ricette sono radicalmente diverse, ma le loro percezioni hanno molto in comune. Entrambi credono che i valori e gli interessi americani rendano la difesa della pace in Europa un obiettivo primario della politica estera americana. Entrambi si considerano difensori del meglio della civiltà occidentale. Entrambi vedono la guerra come un grande shock per il sistema mondiale e temono le conseguenze di una lunga lotta militare. Sia Kissinger che Soros ritengono che la Russia sia un problema secondario per la politica americana e che il futuro delle relazioni tra Stati Uniti e Cina sia molto più importante nel lungo periodo, scrive il Wallstreetjournal.

Joe Biden sembra già pronto alla guerra con la Cina: “Interveniamo se tocca Taiwan”.


I giochi di simulazione sembrano essere campi molto produttivi per vagliare le strategie dell’élite. La loro frequenza è notevole e sono rivelatori.

Il Think Tank finanziato dal Pentagono simula la guerra con la Cina sulla NBC

Meet the Press della NBC ha appena mandato in onda un servizio assolutamente allucinante in cui l’influente società di gestione narrativa Center for a New American Security (CNAS) ha condotto giochi di guerra simulando una guerra calda diretta degli Stati Uniti con la Cina.

Il CNAS è finanziato dal Pentagono e dalle società del complesso militare-industriale Northrop Grumman, Raytheon e Lockheed Martin, nonché dall’Ufficio di rappresentanza economica e culturale di Taipei, che, come nota Dave DeCamp di Antiwar, è di fatto l’ambasciata di Taiwan negli Stati Uniti.

Il gioco di guerra simula un conflitto su Taiwan, ambientato nell’anno 2027, in cui la Cina lancia attacchi contro le forze armate statunitensi per aprire la strada a un’invasione dell’isola. Non ci è dato sapere perché sia necessario inserire un anno specifico nella coscienza degli americani su quando ci si possa aspettare un conflitto di questo tipo, ma non ci è dato sapere nemmeno perché la NBC stia mettendo in onda la simulazione di un conflitto militare con la Cina da parte di un think tank specializzato in operazioni di guerra.

Si dà il caso che il Center for a New American Security sia la sede del responsabile dell’amministrazione Biden incaricato di guidare la task force del Pentagono chiamata a rivalutare la posizione dell’amministrazione nei confronti della Cina. Quell’uomo, Ely Ratner, ha dichiarato che l’amministrazione Trump non è stata sufficientemente aggressiva nei confronti della Cina. Ratner è ora Assistente Segretario alla Difesa per gli Affari di Sicurezza Indo-Pacifici nell’amministrazione Biden.

Succede anche che il Center for a New American Security si sia apertamente vantato di molti altri suoi “esperti e alumni” che hanno assunto posizioni di vertice nell’amministrazione Biden.

Inoltre, la cofondatrice del CNAS Michele Flournoy, che è apparso nel programma Meet the Press sui giochi di guerra e che un tempo era data per favorito per diventare il capo del Pentagono di Biden, nel 2020 ha scritto un op-ed di Foreign Affairs in cui sosteneva che gli Stati Uniti dovevano sviluppare “la capacità e la credibilità necessarie per poter minacciare di affondare tutte le navi militari, i sottomarini e le navi mercantili della Cina nel Mar Cinese Meridionale entro 72 ore”.

Si dà anche il caso che l’amministratore delegato del CNAS, Richard Fontaine, sia apparso su tutti i mezzi di comunicazione di massa per promuovere la narrativa dell’impero su Russia e Cina, affermando proprio l’altro giorno a Bloomberg che la guerra in Ucraina potrebbe servire agli interessi a lungo termine dell’impero contro la Cina.

“La guerra in Ucraina potrebbe essere negativa per il pivot nel breve termine, ma positiva nel lungo termine”, ha detto Fontaine. “Se la Russia esce da questo conflitto indebolita e la Germania mantiene i suoi impegni di spesa per la difesa, entrambe le tendenze potrebbero consentire agli Stati Uniti di concentrarsi maggiormente sull’Indo-Pacifico nel lungo periodo”.

Si dà anche il caso che il CNAS venga abitualmente citato dai mass media come fonte autorevole su tutto ciò che riguarda la Cina e la Russia, senza che venga mai menzionato il conflitto di interessi derivante dal finanziamento della sua macchina da guerra. Proprio negli ultimi giorni, troviamo una recente intervista della NPR sull’espansione della NATO con la senior fellow del CNAS Andrea Kendall-Taylor, una citazione del Washington Post del collega del CNAS Jacob Stokes sulla minaccia cinese a Taiwan, una citazione del Financial Times dell'”esperta dell’Indo-Pacifico” del CNAS Lisa Curtis (che ho già notato essere stata citata dai mass media per la sua “esperta” opposizione al ritiro degli Stati Uniti dall’Afghanistan), e una citazione di Foreign Policy del già citato Richard Fontaine che dice:

“L’obiettivo della politica statunitense nei confronti della Cina dovrebbe essere quello di garantire che Pechino non sia propensa o non possa rovesciare l’ordine regionale e globale”.

Come abbiamo discusso in precedenza, citare think tank finanziati tramite le macchine da guerra che fanno analisi di competenza senza nemmeno rivelare il loro conflitto d’interesse finanziario è una chiara scorrettezza giornalistica. Ma questo accade sempre e comunque nei mass media, perché i mass media esistono per far circolare la propaganda, non per fare giornalismo.

Tutto questo sta diventando veramente allucinante. Il fatto che i mass media siano ora apertamente collusi con i think tank del sistema bellico per impiantare nelle menti dell’opinione pubblica la normalizzazione di una guerra calda con la Cina dimostra che la campagna di propaganda finalizzata a creare consenso

per l’ultimo tentativo dell’impero centralizzato statunitense di dominare l’unipolarismo si sta intensificando ulteriormente. La manipolazione psicologica su larga scala sta diventando sempre più palese e sempre più spudorata.

Si sta andando verso una direzione molto, molto negativa. Speriamo che l’umanità si svegli in tempo per impedire a questi pazzi di farci cadere in un precipizio da cui non c’è ritorno.

Cathline Johnstone 

Traduzione a cura di Nogeoingegneria – CANALE TELEGRAM https://t.me/NogeoingegneriaNews

FONTE https://caitlinjohnstone.com/2022/05/16/pentagon-funded-think-tank-simulates-war-with-china-on-nbc/

NBCTrasmissione “Meet The Press” (integrale) – 15 maggio

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