Sebastião Salgado e l’Instituto Terra: il paradiso rinato

Il piano ‘Barone di Rio Branco’ è contenuto in documenti confidenziali che le Forze Armate hanno avuto il compito di preparare, con dettagli poi però trapelati e rivelati da The Intercept, il sito del giornalista americano Glenn Greenwald che ha avuto accesso a registrazioni di riunioni ufficiali proprio sull’iniziativ. Un mese fa ne ha parlato Open Democracy. 

Brasile, in un documento i piani di Bolsonaro per distruggere l’Amazzonia

Il presidente brasiliano vuole collegare le Ande all’Atlantico. Lo dice un leak di cui è entrato in possesso il sito Open Democracy. Ma lui accusa le Ong: «possono aver intrapreso azioni criminali per richiamare l’attenzione su di me e sul mio governo»

Una presentazione in power point a cui ha avuto accesso la piattaforma Open Democracy, rivela che Jair Bolsonaro, attuale presidente del Brasile, ha dei piani per distruggere l’Amazzonia. Una delle regioni più ricche di biodiversità brucia senza controllo da 19 giorni. Lo stesso Bolsonaro ha preso poco sul serio i numerosi incendi che stanno devastando la selva a tempo di record. Secondo l’Istituto nazionale di studi spaziali (Inpe), si è registrato il maggior numero di incendi degli ultimi sette anni.

Open Democracy racconta che nella presentazione si parla di implementare progetti devastanti per la selva, da rendere abitabile per eliminare la protezione dell’ambiente, denominati “Tripla A” (Ande, Amazzonia, Atlantico).

Questo progetto è un corridoio ecologico con 135 milioni di ettari di bosco tropicale e unirebbe le Ande con l’Atlantico passando per l’Amazzonia. In una di queste diapositive si parla di «implementare il programma Calha Nord sulla conca dell’Amazzonia e integrarlo con il resto del territorio nazionale». Per questo – continua il documento – «bisogna costruire la centrale idroelettrica del Rio Trombetas, il ponte di Orbidos sul Rio delle Amazzoni e la strada BR 163 fino alla frontiera con il Suriname». Il fatto che si arrivi ad abitare la regione si contrappone ai progetti di conservazione del polmone verde.

Bolsonaro vuole costruire una centrale idroelettrica, un ponte, una strada e rendere abitabile la zona dell’Amazzonia per evitare la protezione dell’ambiente

Secondo il sito internet, che è finanziato dal miliardario George Soros, «il piano di Bolsonaro sta funzionando. L’Amazzonia brucia da tre settimane e non lo sapeva neanche la gente che vive in Brasile. La notizia si è diffusa sui mezzi di informazione internazionali grazie ai social network». In un’altra diapositiva, il governo di Bolsonaro parla di azioni globali che «mobilitano Ong ambientaliste e indigeniste per esercitare pressioni diplomatiche ed economiche. Questo restringe la libertà di azione del governo».

Pochi giorni fa lo stesso presidente brasiliano ha incolpato dell’incendio dell’Amazzonia le Ong, a cui ha tagliato il 40% dei finanziamenti e che, dichiara, «possono aver intrapreso azioni criminali per richiamare l’attenzione su di me e sul mio governo». Infine, in una delle diapositive finali della presentazione si dice che le nuove speranze per la patria sono «Brasile al di sopra di tutto!».

Dall’inizio del suo mandato, l’Amazzonia si presenta come il gran campo di estrazione di benefici del governo Bolsonaro. L’esponente politico ha designato come segretario degli “Assunti delle terre” del ministero dell’Agricoltura il latifondista Luiz Antônio Nabhan Garcia, relativista sul cambio climatico e sostenitore dell’estensione dell’allevamento – principale responsabile dell’attuale deforestazione – e delle coltivazioni di soia nella selva amazzonica.

Articolo originale pubblicato su elsalto

Traduzione in italiano a cura di dinamopress

FONTE 

 

Amazzonia, il piano segreto di Bolsonaro: sovranità del Brasile, centrali, deforestazioni e autostrade

 

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Foto Sebastião Salgado

 

Il piano ‘Barone di Rio Branco’ è contenuto in documenti confidenziali che le Forze Armate hanno avuto il compito di preparare, con dettagli poi però trapelati e rivelati da The Intercept, il sito del giornalista americano Glenn Greenwald che ha avuto accesso a registrazioni di riunioni ufficiali proprio sull’iniziativ.

SAN PAOLO – Jair Bolsonaro ha un piano segreto per lo sviluppo dell’Amazzonia: prevede la costruzione di una centrale idroelettrica, l’estensione della rete autostradale e lo spostamento di popolazioni all’interno della regione. Il piano è contenuto in documenti confidenziali che le Forze Armate hanno avuto il compito di preparare, con dettagli poi però trapelati e rivelati da The Intercept, il sito del giornalista americano Glenn Greenwald che ha avuto accesso a registrazioni di riunioni ufficiali proprio sull’iniziativa.

Il piano, scrive The Intercept, “prevede incentivi per grandi lavori pubblici che attraggano popolazioni non indigene di altri regioni del paese, perché si stabiliscano in Amazzonia”, fra i quali una centrale idroelettrica e un ponte sul Rio delle Amazzoni nello Stato de Parà – che già detiene il record di deforestazione nel paese – e l’estensione fino alla frontiera con il Suriname dell’autostada BR-163, che attraversa il Brasile dal Rio Grande do Sul fino al Parà.

Barone di Rio Branco

Stando al materiale preso in visione da Intercept, l’obiettivo dell’operazione è quello di riaffermare la sovranità del Brasile sul suo territorio, contro anche un presunto rischio di penetrazione da parte della Cina. Non sarà un caso quindi che sia stato denominato ‘Barone di Rio Branco’, com’è noto il personaggio storico Josè Paranhos, ovvero colui che è considerato il padre della diplomazia brasiliana, ricordato per aver consolidato i confini del paese all’inizio del secolo scorso.

Contro le popolazioni indigene

L’altro obiettivo del piano sarebbe poi garantire il controllo statale dei territori amazzonici e rilanciare la loro crescita economica, resistendo a quello che il governo considera come pressioni interne ed esterne – da parte di ambientalisti, governi esteri e la Chiesa cattolica – per una internazionalizzazione della foresta pluviale e la minaccia di una “invasione” di immigrati cinesi nelle zone di frontiera. Secondo i responsabili del governo, le popolazioni indigene rappresentano un ostacolo per lo sviluppo della regione.

La minaccia della Cina

L’iniziativa è stata presentata in una serie di riunioni a porte chiuse da alti ufficiali militari, i quali hanno illustrato la loro convinzione che la Cina promuove migrazioni verso regioni di frontiera che considera strategiche, come “sul confine con la Siberia, dove oggi ci sono più cinesi che cosacchi”, l’auspicio è ad  “agire per evitare che lo stesso problema arrivi qui”.

Il piano delle tre A

Oltre al timore di un”invasione’ cinese, l’iniziativa sembra inoltre riprendere un’altra preoccupazione già espressa da Bolsonaro, ossia l’esistenza di un presunto “piano delle tre A” (Ande-Amazzonia-Atlantico) con l’obiettivo di creare un “corridoio ambientale” dalla cordigliera delle Ande alla costa orientale dell’America del Sud, che comprometterebbe la sovranità del Brasile sulla sua parte di foresta amazzonica.

Gli incendi della foresta

Per il momento Bolsonaro, ha prorogato per altri 30 giorni l’impiego dell’esercito contro le migliaia di incendi che hanno colpito l’Amazzonia. Soldati sono stati inviati nella regione per aiutare i pompieri e la polizia che lottano contro le fiamme che si stanno mangiando larghe porzioni del ‘polmone verde’ della Terra. Con questa proroga, l’iniziativa resterà in vigore fino al 24 ottobre, quando si attende una diminuzione degli incendi dovuta all’arrivo delle piogge. Secondo il ministro della Difesa, Fernando Azevedo e Silva, in un mese di attività, l’esercito ha lottato contro oltre 500 focolai e ha sequestrato più di 50 mila metri cubi di legno estratto illegalmente.

Al vertice Onu di New York

Il presidente brasiliano potrà partecipare ai lavori dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York. I medici lo hanno autorizzato a partire malgrado l’ultimo intervento subito di recente. Bolsonaro si è sottoposto a diverse operazioni dopo l’attacco con coltello subito un anno fa durante un comizio in piena campagna elettorale per le presidenziali.

FONTE

 

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