...Questo patrimonio è pericolosamente a rischio perché negli ultimi anni le banche pubbliche stanno perdendo d’interesse per il modello agricolo industriale: la ricerca privata ha le sue collezioni varietali (cui non si può accedere) e il processo di de-materializzazione dell’informazione genetica (che ha nella biologia sintetica la sua sirena più ammaliante) ha sempre meno bisogno delle risorse fisiche (o si illude di averne) per produrre innovazione. Il risultato è la riduzione delle risorse pubbliche per queste strutture e lo spaesamento di chi ci lavora: non sono più cinghia di trasmissione del settore privato ma ancora non hanno acquisito un nuovo ruolo all’interno della società.

L’Italia è un caso emblematico da questo punto di vista. La più grande banca pubblica, gestita dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) a Bari, è stata chiusa per vari anni, invischiata in una serie di cause legali tra direttori. Ciò ha rischiato di compromettere tutto il materiale conservato e, comunque, ha impedito la sua funzione primaria di garantire l’accesso al materiale conservato per oltre un decennio. Sorte più triste sta toccando all’Istituto Nazareno Strampelli di Lonigo in Veneto. Dopo aver raccolto gran parte della diversità di mais e frumento della Regione e aver riportato alcune di queste varietà in coltivazione, è stato quasi cancellato con un colpo di penna: personale spostato ad altri servizi, struttura chiusa, sementi nei congelatori finché qualcuno non staccherà la spina. Il tutto è avvenuto e avviene nel silenzio assordante della politica e dei media, anche quelli sempre pronti a fare comunicati sull’importanza del cibo made in Italy….Articolo a cura di Riccardo Bocci  ARTICOLO INTEGRALE QUI https://altreconomia.it/a-rischio-il-patrimonio-delle-banche-delle-sementi/

SVALBARD GLOBAL SEED VAULT, OMBRE E MISTERI DELLA BANCA DELLE SEMENTI DEL PIANETA

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