Non basta riconoscere i segni dei tempi: Dobbiamo evolvere verso la nuova era per essere all’altezza.
Milosz Matuschek
“Dietro il prossimo angolo potrebbe esserci una nuova strada che ci aspetta o un portale segreto”. – J. R. R. Tolkien
“Parlando e agendo, interveniamo nel mondo umano che esisteva prima che noi vi nascessimo, e questo intervento è come una seconda nascita (…)” – Hannah Arendt, Vita activa
Questo testo segna l’inizio di una nuova sezione di questo blog e quindi un punto di svolta. Lo sappiamo tutti, almeno da Nietzsche in poi: se guardi nell’abisso, l’abisso alla fine guarderà verso di te. Una volta una donna saggia mi ha detto: “Dove va la concentrazione, fluisce l’energia”. Per quanto possa essere importante occuparsi del presente, analizzarlo e comprenderlo: Dal punto di vista energetico, è uno spreco. State gettando l’energia della vita in un pozzo nero. Se avete seguito il mio lavoro negli ultimi anni, probabilmente in questo mondo c’è ben poco in grado di sconvolgervi. La sfida, tuttavia, è trovare una soluzione. Come possiamo continuare?
Non si combatte il buio descrivendolo, ma fornendo un contrappunto. Il fatto che si sappia che è buio non lo rende più luminoso. Al contrario, anche la più piccola fonte di luce, il più flebile scintillio, squarcia l’oscurità.
Con la nuova rubrica “Lichtblicke (punti di luce)” apro un nuovo capitolo del mio lavoro giornalistico: l’attenzione si concentra sul nuovo, sull’illuminante, sull’incoraggiante, sul costruttivo e spesso sconosciuto, in tutti i settori, che si tratti di sviluppo personale, salute, alimentazione, tecnologia, scienza e spiritualità. Sugli strumenti e le opzioni che ci danno speranza, che espandono la nostra mente e superano le vecchie certezze. Strumenti che ci permettono di plasmare il futuro e non rimanere semplici consumatori del presente.
Quando le istituzioni vacillano, gli schemi che credevamo sicuri diventano fragili e i principi vengono stravolti, si crea un vuoto. Il teorico comunista Antonio Gramsci lo chiamava “il tempo dei mostri”. Il vecchio non è ancora morto, il nuovo non è ancora nato. Tuttavia, diventeremo levatrici del nuovo solo se saremo “all’altezza” del presente; se ci occuperemo degli strumenti che crescono nella direzione del nuovo. Siete pronti a crescere? Allora vorrei invitarvi a fare un viaggio insieme.
Questo è ciò che scrive Milosz nel suo prologo e io sono d’accordo con lui. Non avrei potuto riassumere meglio ciò che mi muove, ciò che chiede di essere attuato. Molto tempo fa ho aperto una sezione che segue questo principio guida. Non basta diagnosticare una malattia, occorre poi una cura.
Ecco perché vi ricordo questa sezione del mio blog, che dovrebbe ricevere molta più attenzione in futuro, la mia e quella dei lettori che seguono questo libro aperto in evoluzione.
Maria Heibel
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