La geoingegneria marina – intervento tecnologico su larga scala nei sistemi oceanici destinati ad alterare il clima globale – sta entrando sempre più nelle discussioni politiche mainstream. Falsamente inquadrate come soluzioni climatiche, queste tecnologie estreme e altamente speculative – tra cui il miglioramento dell’alcalinità degli oceani, la fertilizzazione degli oceani, l’affondamento della biomassa e lo schiarimento delle nuvole marine – pongono profondi rischi per gli ecosistemi marini e le comunità costiere.
Questo nuovo briefing di CIEL e Friends of the Earth US, A Gathering Storm: How Marine Geoengineering Threatens All Ocean Basins, mappa dove queste tecniche possono essere testate o utilizzate e rivela che nessun bacino oceanico o stato costiero è escluso. Basandosi su letteratura peer-reviewed e sui modelli degli stessi sostenitori, il documento mostra che le potenziali zone di applicazione coprono ogni bacino oceanico, con impatti dannosi che potrebbero estendersi ben oltre i siti di prova — trasformando l’oceano in un laboratorio e minacciando i mezzi di sussistenza di miliardi di persone.
A scala climaticamente rilevante, ogni tecnologia di geoingegneria marina potrebbe utilizzare dal 10 al 20% della superficie oceanica, operando continuativamente per secoli e causando una serie di impatti — tra cui la perturbazione dei modelli di precipitazione, il danneggiamento di ecosistemi delicati e la compromissione delle attività di pesca.
Con l’aumento degli esperimenti e alcuni progetti che già vendono crediti di carbonio, il briefing evidenzia come i mercati del carbonio stiano spingendo certe tecniche di geoingegneria marina in violazione delle salvaguardie internazionali.
Queste tecnologie estreme rischiano di compromettere il ruolo vitale che l’oceano ha nel regolare il sistema climatico. Il diritto internazionale è chiaro: la precauzione non è opzionale. Data la posta in gioco straordinariamente alta, i governi devono prevenire la normalizzazione della geoingegneria marina e mettere con urgenza al primo posto soluzioni efficaci basate sui diritti umani per la crisi climatica.
Questa pubblicazione illustra:
La scala e la portata del potenziale impiego della geoingegneria marina
Cosa è in gioco per le comunità costiere e gli ecosistemi
Come il diritto internazionale limita l’uso e la commercializzazione
Cosa devono fare gli Stati per rispettare il principio di precauzione e fermare gli esperimenti in mare aperto
Learn more about the risks of Geoengineering.
FONTE https://www.ciel.org/reports/marine-geoengineering-global-ocean-threats/
Il Center for International Environmental Law (CIEL) è un’organizzazione no profit fondata nel 1989 con sede a Washington, DC, e un ufficio a Ginevra. Usa il potere della legge internazionale per proteggere l’ambiente, promuovere i diritti umani e garantire una società giusta e sostenibile. CIEL si concentra su ricerca legale, advocacy, educazione e formazione, lavorando in stretta collaborazione con comunità e organizzazioni globali. Agisce per rafforzare il diritto internazionale, difendere i diritti delle comunità, promuovere standard finanziari sostenibili e aumentare la responsabilità delle imprese, con un impegno per la giustizia ambientale e sociale a livello sistemico.
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