L’ incendio apocalittico californiano ha raggiunto il Santa Susana Field Lab (SSFL), un sito che è stato considerato “altamente contaminato” da decenni di test su razzi e reattori nucleari e una parziale fusione nucleare (MELTDOWN) nel 1959. La gente è invitato di chiudere le finestre e di non uscire. “Stay indoors. Do not breath the air. It is VERY DANGEROUS! Per decenni, gli scienziati e il personale della SSFL hanno sperimentato nuovi tipi di reattori nucleari, sistemi avanzati di missili e armi futuristiche, lasciando un’eredità tossica per generazioni di persone che vivono vicino al sito.
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…Il più devastante incendio nella storia della California: così le autorità commentano il “Woosley Fire”, l’immenso fronte di fuoco che continua a divorare il Golden State mietendo vittime. Finora si parla di 31 morti accertati e 288 dispersi, ma il conto totale è destinato a salire in modo esponenziale. Cifre che proseguono, ciclopiche come ogni evento americano, che sia naturale e o creato ad arte per fare spettacolo: 300mila sfollati, intere cittadine che non esistono più e immagini così spettrali da mettere il dubbio che dietro ci sia un film di Hollywood…. Ma il peggio, di cui ancora non si parla ancora, potrebbe ancora arrivare. L’incendio è divampato nella zona che circonda il “Santa Susan Field Lab”, un laboratorio di ricerca industriale di 10 km quadrati nella Simi Valley, ad una cinquantina di km da Los Angeles, utilizzato dal 1949 al 2006 per sviluppare e sperimentare il propellente liquido dei razzi interspaziali e i reattori nucleari.
Diverse le strutture critiche del sito: un pozzo per smaltire oggetti rivestiti di sodio, laboratori per la produzione di carburante a base di plutonio e carburo di uranio. Per essere ancora più chiari: tutto il carburante nucleare esausto degli Stati Uniti, per decenni è stato inviato nel sito californiano per essere smaltito ed esaminato. Negli anni, quattro dei dieci reattori hanno subito incidenti rilasciando gas di fissione e radioattivi. Per il Dipartimento per il Controllo delle Sostanze Tossiche non esistono prove di contaminazione radioattiva, malgrado l’incidenza tumorale della zona sia del 60%. La promessa delle autorità di bonificare entro il 2017 il terreno, intriso della trielina necessaria per gli esperimenti, non è stata mantenuta.
In queste ore, a lanciare un appello internazionale è stata Melissa Bumstead, attivista di Change.org che da anni si batte perché il sito nucleare sia smantellato: “Poiché non siamo riusciti per decenni a ripulire il laboratorio, centinaia di migliaia di persone possono essere esposte a sostanze chimiche tossiche potenzialmente trasportate nel fumo. Questo include i residenti, ma anche i vigili del fuoco, il personale medico e le migliaia di persone che vivono nelle comunità vicine. Questo è il peggior incubo possibile, e l’incendio dimostra perché dobbiamo agire subito per ripulire il laboratorio di Santa Susana una volta per tutte. Conosco fin troppo bene i pericoli del Field Lab: negli anni ‘50, un crollo parziale e incontrollato ha causato una perdita di radiazioni così devastante che fa pensare che Santa Susana sia il peggior disastro nucleare della storia degli Stati Uniti.
Ma questo disastro è stato coperto per anni, e l’avvelenamento della nostra comunità ha lasciato effetti debilitanti per la salute, compresa un’ondata di bambini che hanno sviluppato rare forme di tumore. A bimbi come mia figlia Grace Ellen è stata diagnosticata una rara forma di cancro: come lei altri 50 bambini di questa comunità.
Ora gli incendi stanno devastando la California, e non possiamo rimanere ancora in silenzio, aspettando che un sito di fusione nucleare mandi nell’aria sostanze tossiche e radioattive per miglia e miglia e miglia. La salute di milioni di persone è tragicamente in gioco. Vi prego di firmare la mia petizione. Questi incendi, che si aggiungono alle decine di casi di cancro infantile, dimostrano ancora una volta la pericolosità del Santa Susana Field Lab…. Vedi articolo integrale
Santa Susana Field Lab (SSFL)
Un incidente nucleare ‘dimenticato’
…una catastrofe nucleare accaduta in America di cui tuttora si conosce ben poco. Si era in piena guerra fredda e, a causa della assoluta segretezza, solo 5 settimane dopo l’incidente fu emesso un laconico comunicato stampa datato 29 agosto 1959:
Durante un’ispezione degli elementi del combustibile il 26 luglio al Reattore Sperimentale al Sodio operante sotto l’egida della Commissione per l’Energia Atomica a Santa Susana, California, dalla Atomics International, una branca della North American Aviation fu osservata la rottura di una cella a combustibile.
Il danneggiamento di una cella a combustibile non è indice di un reattore insicuro. Non vi è stato alcun rilascio di materiale radioattivo nell’impianto o nei suoi paraggi e il personale all’opera non è stato esposto a situazioni nocive.
In ogni caso, tutti e sette i condotti delle celle a combustibile sono rimasti nel nocciolo. Questo carico di combustibile, avvicinandosi il termine della sua vita utile, era destinato ad essere rimosso entro breve tempo.
Cosa nascondono queste parole dietro il lessico tranquillizzante?
Probabilmente il più grave disastro nucleare nella storia degli Stati Uniti e la prima fusione parziale di un reattore nucleare al mondo.
Fu l’unico avviso al pubblico che qualcosa di anomalo era successo alla “Collina”, così era soprannominato il laboratorio. Per i 20 anni successivi non se ne seppe più nulla.
Il Santa Susana Field Laboratory e lo SRE (Sodium Reactor Experiment) erano situati sulla cima di una montagna sul lato orientale della contea di Ventura al confine con la valle di San Fernando. Dal 12 al 26 luglio 1959 una quantità sconosciuta di gas radioattivo fu deliberatamente fatta uscire dal reattore onde prevenirne il surriscaldamento e la conseguente esplosione.
Diversamente dai reattori atomici convenzionali, che utilizzano l’acqua per raffreddare le barre di materiale fissile nel nocciolo, il SRE utilizzava il sodio poiché tale elemento chimico può operare a pressione minore. Il sodio allo stato puro è un metallo infiammabile all’aria che diventa esplosivo al contatto con l’acqua.
Trattandosi di un reattore sperimentale era privo di particolari strutture per garantirne la sicurezza. Non è dato sapere quanta radioattività realmente si sparse per la valle di San Fernando e la vicina metropoli di Los Angeles.
Chi conosce Bill Kaysing, padre della teoria della beffa della Luna, sa che lui giovane laureato lavorò al Propulsion Field Laboratory presso la Rocketdyne nel medesimo complesso proprio nel periodo dell’incidente. La sua famiglia viveva in una tipica villetta a schiera stile anni 50 a Canoga Park (ora chiamato West Hills), nell’estremità occidentale della valle di San Fernando alle pendici della montagna di Santa Susana. Kaysing scelse quel posto per la vicinanza con il luogo di lavoro alla Rocketdyne. Una estate la moglie Carol, mentre era fuori a curare il giardino, vide una gigantesca nube rossastra alzarsi dalla sommità della montagna in una giornata altrimenti senza nuvole. Decenni dopo si ricordò della strana evenienza assieme alla figlia minore Jill. C’è da chiedersi come quella emissione probabilmente di gas fosse collegata con gli eventi del reattore al sodio.
Bill Kaysing (in piedi a sx con i colleghi d’ufficio) durante la sua permanenza alla Rocketdyne (© BillKaysing.com)
Quanto alla NAA (North American Aviation), che ora fa parte della Boeing, gli storici delle imprese spaziali sanno che fu una delle maggiori aziende aerospaziali americane coinvolta nel programma Apollo e dello Space Shuttle.
AGGIORNAMENTO
L’incendio massiccio di Woolsey è stato riportato come “vicino” al Santa Susana Field Laboratory (SSFL o Rocketdyne), ma sembra che sia iniziato sulla proprietà stessa di Rocketdyne. VEDI QUI
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VIDEO
COMUNICATO STAMPA
THE SANTA SUSANA FIELD LABORATORY (ROCKETDYNE) BURNED IN THE WOOLSEY FIRE, THREATENING TOXIC EXPOSURES FROM CONTAMINATED DUST, SMOKE, ASH AND SOIL. THE DEPARTMENT OF TOXIC SUBSTANCES CONTROL DENIES RISK THAT IT CREATED BY DELAYING THE LONG PROMISED CLEANUP.
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