Project Chariot e il Programma Plowshare
Uno dei progetti più noti in Alaska fu il Project Chariot di Edward Teller. Questo progetto, proposto nel 1958 dalla United States Atomic Energy Commission (AEC), prevedeva la creazione di un porto artificiale a Cape Thompson, sulla costa nord-occidentale dell’Alaska, attraverso la detonazione di una serie di ordigni nucleari sotterranei.
Il Progetto Plowshare, avviato nel 1957 come parte dell’iniziativa “Atoms for Peace”, mirava a dimostrare che le esplosioni nucleari potevano essere usate per scopi civili, come scavi per porti, canali, o estrazione di risorse. Edward Teller, direttore del Lawrence Radiation Laboratory (LRL) e noto come “padre della bomba all’idrogeno”, fu uno dei principali promotori, entusiasta dell’idea di “ingegneria geografica” tramite esplosivi nucleari. Altra definizione sarebbe geoingegneria.
L’ obiettivo di Project Chariot era di creare un porto a Cape Thompson utilizzando inizialmente sei bombe termonucleari, per un totale di 2,4 megatoni (equivalenti a 160 volte la bomba di Hiroshima), successivamente ridotto a circa 280-480 kilotoni per limitare i rischi. L’idea era di facilitare l’esportazione di risorse, come il carbone, dalla regione, nonostante il porto sarebbe stato ghiacciato per nove mesi l’anno.
Teller viaggiò in Alaska nel 1958 per promuovere il progetto, presentandolo come un’opportunità economica per lo Stato appena ammesso nell’Unione (1959). Tuttavia, non riuscì a convincere molti leader locali della fattibilità economica del progetto.
Il progetto incontrò una forte opposizione. Gli Inupiat di Point Hope, a circa 48 km dal sito proposto, temevano la contaminazione radioattiva delle loro risorse di pesca e caccia, fondamentali per la loro sussistenza. Erano scettici sulle affermazioni dell’AEC riguardo a bombe “pulite” con fallout minimo, dopo il disastro del test Castle Bravo (1954) nel Pacifico. Un’indagine condotta dal biologo dell’AEC John N. Wolfe rivelò che i livelli di radioattività nei licheni, nei caribù e negli Inupiat erano già elevati a causa del fallout globale da test precedenti. Un’esplosione nucleare nelle vicinanze avrebbe aggravato il problema, compromettendo la catena alimentare.
L’opposizione locale, supportata da scienziati, gruppi ambientalisti come la Wilderness Society e la Sierra Club, e figure come Barry Commoner, portò a una mobilitazione senza precedenti. Questo movimento contribuì alla nascita di Greenpeace e influenzò l’attivismo indigeno, culminando nell’Alaska Native Claims Settlement Act del 1971.
Non fu mai identificato un cliente per il porto, e i test in Nevada (come il test Sedan del 1962) dimostrarono che le esplosioni nucleari producevano più fallout del previsto, rendendo il progetto meno giustificabile.
Nel 1962, l’AEC annunciò che Project Chariot sarebbe stato messo “in sospeso” e non fu mai eseguito. Tuttavia, il sito fu contaminato da un esperimento del 1962 per testare gli effetti del fallout sull’acqua e sulla tundra, con materiali radioattivi lasciati sul posto fino alla bonifica nel 1993.
FONTI
“Inside the Government’s Secret Plan To Nuke Alaska,”https://allthatsinteresting.com/project-chariot
Project Chariot https://nuclearprinceton.princeton.edu/project-chariot
“Project Chariot: The Nuclear Legacy of Cape Thompson, Alaska”. Arctic Circle, University of Connecticut. arcticcircle.uconn.edu/SEEJ/chariotseej.html
Storia dei test nucleari
La storia dei test nucleari sotterranei in Alaska è legata principalmente al periodo della Guerra Fredda, durante il quale gli Stati Uniti condussero esperimenti nucleari per sviluppare e testare armi atomiche.
Tra il 1945 e il 1992, gli Stati Uniti effettuarono 1.054 test nucleari, di cui alcuni in Alaska. Dopo il 1963, con il Trattato sulla messa al bando parziale degli esperimenti nucleari, i test atmosferici furono vietati. Gli Stati Uniti si sono quindi concentrati su quelli sotterranei.
L’Alaska fu teatro di alcuni test nucleari sotterranei, in particolare sull’isola di Amchitka, nelle Isole Aleutine. Il più significativo fu il test Cannikin del 6 novembre 1971, con una potenza di circa 5 megatoni, il più grande test sotterraneo mai condotto dagli Stati Uniti. Questo test faceva parte del programma Operation Grommet ed era mirato a testare una testata per il sistema missilistico Spartan. La bomba era circa 250 volte più potente della bomba sganciata su Hiroshima ed è stato il test nucleare sotterrano più grande mai realizzato dagli Stati Uniti.
Oltre a Cannikin, in Alaska furono condotti altri test minori, come Long Shot (1965) e Milrow (1969), sempre ad Amchitka, per valutare gli effetti sismici e la fattibilità di test nucleari in ambienti remoti. Questi esperimenti furono scelti per la posizione isolata dell’Alaska, che riduceva i rischi per la popolazione.
Impatto ambientale e controversie: I test ad Amchitka suscitarono preoccupazioni ambientali, con timori di contaminazione radioattiva e terremoti indotti. Il test Cannikin, in particolare, fu denunciato da gruppi ambientalisti, portando alla nascita di organizzazioni come Greenpeace, che si opposero ai test nucleari.
Dopo il 1992, con la firma del Trattato sulla messa al bando totale degli esperimenti nucleari, gli Stati Uniti cessarono ufficialmente i test nucleari, inclusi quelli in Alaska.
In sintesi, i test nucleari sotterranei in Alaska, concentrati principalmente ad Amchitka, furono una componente chiave della strategia nucleare statunitense durante la Guerra Fredda, ma sollevarono dibattiti su sicurezza e impatto ambientale, contribuendo al movimento globale per la messa al bando dei test nucleari.
VEDI
Greenpeace USA – A Brief History of Amchitka and the Bomb: www.greenpeace.org/usa/a-brief-history-of-amchitka-and-the-bomb/
Geophysical Institute, University of Alaska Fairbanks – The Unknown Legacy of Alaska’s Atomic Tests (Ned Rozell, 18 gennaio 2001). Descrizione: Un articolo dettagliato che descrive i tre test nucleari su Amchitka (Long Shot, Milrow e Cannikin), con informazioni sull’impatto ambientale e le ricerche successive per monitorare la contaminazione. Link: www.gi.alaska.edu/alaska-science-forum/unknown-legacy-alaskas-atomic-tests
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