La libertà, la canzone manifesto di Giorgio Gaber

Vorrei essere libero, libero come un uomo.
Vorrei essere libero come un uomo.
Come un uomo appena nato
che ha di fronte solamente la natura
e cammina dentro un bosco
con la gioia di inseguire un’avventura.
Sempre libero e vitale
fa l’amore come fosse un animale
incosciente come un uomo
compiaciuto della propria libertà.

La libertà non è star sopra un albero
non è neanche il volo di un moscone
la libertà non è uno spazio libero
libertà è partecipazione.

Vorrei essere libero, libero come un uomo.
Come un uomo che ha bisogno
di spaziare con la propria fantasia
e che trova questo spazio
solamente nella sua democrazia.
Che ha diritto di votare
e che passa la vita a delegare
e nel farsi comandare
ha trovato la sua nuova libertà.

La libertà non è star sopra un albero
non è neanche il volo di un moscone
la libertà non è uno spazio libero
libertà è partecipazione.

Vorrei essere libero, libero come un uomo.
Come l’uomo più evoluto
che si innalza con la propria intelligenza
e che sfida la natura
con la forza incontrastata della scienza
con addosso l’entusiasmo
di spaziare senza limiti nel cosmo
e convinto che la forza del pensiero
sia la sola libertà

La libertà non è star sopra un albero
non è neanche il volo di un moscone
la libertà non è uno spazio libero
libertà è partecipazione.

 

La libertà di Giorgio Gaber è un brano del 1972. Una canzone nata durante gli anni infuocati dalle lotte sociali; le masse auspicavano una rottura con il recente passato proiettandosi e sperando in un futuro migliore.

La svolta autoritaria, che stiamo vivendo, le misure di blocco totale, o lockdown, il distanzianamento sociale,  le bocche tappate con maschere, i trattamenti sanitari forzati….Cosa avrebbe cantato Gaber oggi in tempi di ipocrisia pandemica?

Spiega Diego Fusaro: La parola lockdown per avere una più chiara visione del quadro che si sta delineando: “Punizione – dice il dizionario – che consiste nel confinare un detenuto nella sua cella, senza lasciarlo uscire per l’ora d’aria” . Che genere di società è quella che si struttura secondo l’alternanza di lockdown generalizzati e brevi periodi (mensili o settimanali) concessi per l’ora d’aria? I cittadini sono sostituiti dai detenuti, i quali subiscono un potere poliziesco (oltre che medico e tecnico) che trasforma la società, da luogo delle libere relazioni, in carcere permanente, in spazio del controllo totale sopra la pelle e sotto la pelle. Già questo basterebbe, in fondo, a favorire un “grande rifiuto”, una protesta corale di massa contro la società asociale del distanziamento sociale e del lockdown.

25.Aprile 2021  Dobbiamo ripartire. C’è strada da fare. 

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