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Un recente articolo pubblicato sul Daily Mail il 18 settembre 2025, intitolato “How the West will come to a bloody end in World War 3”. delinea un’ipotesi dettagliata e cronometrata di una “Terza Guerra Mondiale” che potrebbe finire in soli cinque giorni, scatenata da un’offensiva russa coordinata con Pechino. Questo scenario è stato ripreso (20 settembre 2025) da testate come la Repubblica in Italia.
Secondo l’ex gen. NATO Shirreff, la Terza Guerra Mondiale inizierà il 3/11/2025
Un blackout nei Baltici precederà l’invasione russa. Con l’inazione USA e l’attacco cinese a Taiwan, la NATO crollerà in 5 giorni.
Le analisi strategiche, i rapporti di intelligence e le fosche previsioni convergono ora su un’unica, terrificante data: 3 novembre 2025. Segnate questo giorno sul calendario, perché secondo il Generale Sir Richard Shirreff, ex Vice Comandante Supremo delle forze NATO in Europa, sarà il giorno in cui scoppierà la Terza Guerra Mondiale. Non è un’ipotesi vaga, ma una previsione agghiacciante e dettagliata, riportata dal Daily Mail e dal Messaggero, che delinea un piano d’attacco preciso e un esito catastrofico: la disintegrazione della NATO e la sconfitta dell’Occidente in soli cinque giorni.
La previsione di Shirreff non nasce dal nulla. Si salda perfettamente al quadro di una crisi globale su tre fronti – Europa, Medio Oriente, Asia – che abbiamo già analizzato. La sua non è una nuova profezia, ma l’anello mancante, il casus belli che innesca la catastrofe latente. La sua analisi fornisce la sceneggiatura per l’atto finale di un mondo sull’orlo del baratro, unendo la minaccia russa, il tradimento americano e l’ambizione cinese in un’unica, inarrestabile sequenza di eventi.
Il piano d’attacco: la guerra inizia al buio
Secondo il Generale Shirreff, il primo colpo della Terza Guerra Mondiale non sarà un missile, ma un click. L’attacco inizierà il 3 novembre 2025 con un massiccio cyberattacco coordinato, progettato per scatenare un blackout totale nei Paesi Baltici. Estonia, Lettonia e soprattutto Lituania piomberanno nell’oscurità. L’attacco, attribuibile a hacker russi e bielorussi, non è fantascienza: richiama da vicino le recenti interruzioni che hanno paralizzato alcuni dei più importanti aeroporti europei.
Il blackout, spiega Shirreff, non si limiterà ai Baltici. Come un virus, si estenderà rapidamente al resto d’Europa, colpendo le reti elettriche, le comunicazioni, i sistemi bancari e i trasporti. Il caos che ne deriverà sarà tale da costringere i governi a imporre la legge marziale, trasformando le democrazie europee in stati di emergenza. La data del 3 novembre non è casuale: Shirreff la individua come il momento di massima vulnerabilità energetica per potenze come Regno Unito, Francia e Germania, che potrebbero trovarsi a corto di scorte di energia elettrica e quindi meno resilienti a uno shock sistemico.
Con l’Europa paralizzata dal caos interno, il giorno successivo, il 4 novembre, scatterà la fase militare. Le truppe russe, supportate dai bielorussi, muoveranno dall’enclave di Kaliningrad per invadere la Lituania. Sarà la prima, inequivocabile aggressione a uno stato membro della NATO, un atto che farà scattare immediatamente l’Articolo 5 del trattato, obbligando tutti gli altri paesi dell’Alleanza a intervenire. La guerra totale sarà iniziata.
L’asse Pechino-Mosca e il tradimento americano
È a questo punto che lo scenario di Shirreff si fonde con le paure più profonde dell’Occidente. La risposta della NATO sarà paralizzata da un fattore decisivo: la mancanza di un convinto sostegno pubblico da parte del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. La previsione del generale sposa appieno la dottrina del “non più alleati, ma clienti” che abbiamo già visto delinearsi. Di fronte a una crisi europea che non percepisce come una minaccia diretta agli USA, Trump esiterà, chiederà agli europei di pagare il prezzo della loro stessa difesa, e di fatto lascerà la porta aperta all’aggressione di Putin.
Mentre l’attenzione del mondo è catalizzata dal panico in Europa, Xi Jinping farà la sua mossa. L’alleanza Russia-Cina, ormai un asse strategico conclamato, entrerà nella sua fase operativa. Approfittando della distrazione globale e del via libera implicito di un’amministrazione Trump focalizzata su accordi commerciali, Pechino lancerà l’operazione militare per l’invasione di Taiwan. L’isola, già strategicamente indebolita dal blocco degli aiuti militari americani in cambio di favori commerciali, non avrà scampo. Come previsto da Shirreff, Trump potrebbe rinunciare a difenderla pur di non entrare in guerra, sacrificando un partner democratico sull’altare dell’isolazionismo.
La capitolazione in 5 giorni: fine della NATO?
La sequenza degli eventi, a questo punto, è fulminea e devastante. Con gli Stati Uniti defilati e l’Europa nel caos, la difesa NATO sul fronte orientale collasserà. Entro l’8 novembre, solo cinque giorni dopo l’inizio del blackout, lo scenario apocalittico di Shirreff si sarà compiuto.
Per evitare un’escalation nucleare e di fronte al fatto compiuto, Francia e Regno Unito riconosceranno ufficialmente la sovranità cinese su Taiwan e sugli altri territori annessi. Sarà l’atto di capitolazione politica dell’Occidente. “In soli cinque giorni, l’equilibrio del potere globale è cambiato radicalmente,” scrive Shirreff. “La Cina ha conquistato il premio che desiderava da tempo, la Russia ha garantito la futura conquista dell’Ucraina e ha iniziato a riprendersi gli stati baltici; la NATO si è disintegrata”.
Nella sua visione, l’Europa, umiliata e sconfitta, sarà costretta a cercare una nuova alleanza con l’Estremo Oriente a trazione cinese, mentre la Gran Bretagna resterà “esposta come una piccola isola, non più capace di difendersi di quanto lo sia Taiwan”.
Analisi di uno scenario estremo: quanto è credibile?
La previsione di Richard Shirreff è volutamente estrema, un vero e proprio shock warning. Ma quanto è credibile? Bisogna considerare che, per quanto autorevole, Shirreff è un ex comandante e le sue parole rappresentano lo scenario peggiore possibile, non necessariamente la valutazione ufficiale delle intelligence attuali. La sua timeline, così precisa e a breve termine, contrasta con le analisi, ad esempio, dei servizi tedeschi, che pur avvertendo del pericolo, lo collocano in un arco temporale più ampio (entro il 2030).
Tuttavia, sarebbe un errore liquidare il suo monito come semplice allarmismo. Shirreff non fa altro che portare alle estreme conseguenze le vulnerabilità che l’Occidente conosce fin troppo bene: la dipendenza dalle infrastrutture digitali, la fragilità energetica, la polarizzazione politica interna e, soprattutto, l’incertezza sulla tenuta dell’alleanza transatlantica. La sua previsione è un test di stress, un modello che ci mostra come le tre crisi globali – in Europa, Asia e Medio Oriente, quest’ultima che drena risorse vitali – possano convergere in un unico punto di rottura.
Sebbene una sconfitta della NATO in cinque giorni appaia improbabile, dati gli enormi sforzi di riarmo post-2022, la visione di Shirreff serve come un avvertimento finale: la pace non è più garantita. Il conto alla rovescia per il 3 novembre 2025 è forse solo una provocazione, ma il tempo per prepararsi alla tempesta che descrive sta, senza alcun dubbio, per scadere.
L’AUTORE: Angelo Greco
Shirreff usa questi scenari per spingere a un rafforzamento NATO: più truppe USA in Europa (fino a 200.000 aggiuntive, secondo studi RAND), scorte di munizioni e cyber-difese.Le raccomandazioni di Shirreff per la NATO sono abbastanza chiesre VEDI QUI
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