Coronavirus, il Governo lo usa per lanciare il 5G: vogliono robotizzarci la vita
di Maurizio Martucci
Decreto Cura Italia, articolo 79, via libera a tutti i cantieri delle telecomunicazioni, “misure destinate agli operatori che forniscono reti e servizi di comunicazioni elettroniche”. Ottantacinque (85) milioni di euro messi sul piatto per potenziare le piattaforme della scuola digitale. E poi il bando del MISE , ulteriori venticinque (25) milioni di euro per la Casa delle Tecnologie Emergenti “per progetti di ricerca e sperimentazione basati su Blockchain, IoT e Intelligenza Artificiale” rivolto ai Comuni d’Italia per la sperimentazione di quinta generazione. Insomma, sanità, didattica, casa, pubbliche amministrazioni, per il Governo Conte la bussola d’orientamento per navigare nella tempesta si chiama 5G. E tra i conti che non tornano nella gestione dell’emergenza sanitaria c’è anche la Solidarietà digitale, l’iniziativa promossa da Paola Pisano, ministro per l’Innovazione tecnologica e la digitalizzazione, secondo la quale “saranno i robot a salvare l’Uomo”. Insieme al Coronavirus si sta infatti cercando di far passare l’idea che senza iper-tecnologizzazione dell’esistenza umana, programmata con Intelligenza Artificiale e connessione permanente nell’Internet delle cose, il destino riservi una sentenza di condanna per l’intera specie umana. Cioè senza robotica, senza digitale, senza 5G…. saremo spacciati, tutti e per sempre!
L’abbinamento forzato disastro/calamità naturala/epidemia con le tecnologie di ultima generazione e un pizzico (nemmeno poi tanto nascosto) di ideologia transumanista, fa infatti pensare più ad una strumentalizzazione opportunistica delle vicende che ad una gestione oculata delle criticità. Perché già dopo il crollo del Ponte Morandi, come prima per il Wi-Fi nelle zone terremotate tra Abruzzo e Lazio, l’abbinamento del 5G nel decreto per le disposizioni urgenti in favore di Genova aveva chiaramente indicato la direzione ultra-digitale verso cui il Governo sta traghettando gli italiani, aggrappandosi persino alle tragedie per diffondere il wireless come unica panacea. Il 5G ci salverà dai virus dai terremoti e persino dal crollo dei ponti!
La Solidarietà digitale per le zone rosse e la didattica virtuale imposta nelle scuole chiuse per Covid-19 si pongono poi sulla stessa lunghezza d’onda, proseguendo su larga scala la marcia di snaturamento delle più elementari relazioni. Tutto connesso per connetterci tutti, perché solo una solidarietà digitale (e non umana) potrà salvarci. “Valorizzare la centralità della condivisione umana anche nell’emergenza Coronavirus perché la scuola digitale dell’iperconnessione permanente può finire nell’isolamento virtuale tra alunni e docenti, in un’involuzione qualitativa dell’offerta didattica oltre che in un’imperdonabile sovraesposizione elettromagnetica di radiofrequenze onde non ionizzanti, già possibili agenti cancerogeni”, denuncia l’Osservatorio Scuola dell’Alleanza Italiana Stop 5G dopo la serrata delle scuole arbitrariamente usate – sostengono – come pretesto per “robotizzare artificialmente l’intero comparto scuola, traghettandolo verso inediti scenari, atteso l’imminente lancio di Intelligenza Artificiale e del controverso Internet delle cose, cioè 5G (wireless di quinta generazione) a discapito di un equilibrato e sano compromesso tra salute, nuovi mezzi tecnologici, didattica e gestione delle risorse umane”. Ecco, sono fermamente convinto che questa chiave di lettura debba far riflettere, soprattutto chi siede nei posti decisionali, visto che in ballo oltre al presente c’è la riprogrammazione del futuro di un intero paese.
Perché la deriva tecnologica in piena emergenza Coronavirus è già un a triste realtà a Wuhan, epicentro iniziale dell’epidemia, Smart City 5G per eccellenza in tutta la Cina, installate 30.000 nuove antenne wireless di quinta generazione (3.000 Stazioni Radio Base e ben 27.000 nuove mini-antenne a microonde millimetriche), per la più massiccia e grande concentrazione al mondo di 5G, pensata persino con WiGig a 60 Ghz e voluta da Pechino per pontificare nel futuro digitale gli ultimi Giochi Militari Mondiali. Risultato? Strade deserte in pieno giorno, temerari avventori ripresi con la mascherina in volto, panico tra chi non esce più di casa e dalla paura rinuncia a scrutare persino dalla propria finestra, anche perché i droni in aria sono cyber-poliziotti e nel riconoscimento facciale e Intelligenza artificiale sono in grado di monitorare ed identificare spostamenti e trasgressori, misurando da remoto persino la temperatura corporea dei possibili ‘untori’ del virus che sta sconvolgendo il mondo. E’ questa la salvezza digitale per l’intera umanità flagellata?
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