FOTO: Durante l’esteso blackout molte zone della capitale venezuelana sono rimaste senza acqua corrente e c’è chi riempie le taniche nell’inquinatissimo fiume Guaire, praticamente prende l’acqua dalle fogne. Il rischio di epidemie è altissimo. Vedi anche qui

 

 

Cyberguerra contro la rete elettrica: confessioni degli USA nel 2018

Mision Verdad

All’inizio dell’anno scorso, l’aviazione militare degli Stati Uniti produsse un rapporto sulle possibili conseguenze di un attacco elettromagnetico, fornendo elementi sul sabotaggio del complesso di Guri. Studio ed analisi degli “effetti distruttivi” mediante impulso elettromagnetico (EMP) concludevano che può interrompere la rete elettrica di qualsiasi Stato per lungo tempo. Ciò veniva ottenuto dall’interconnettività dei sistemi ed infrastrutture informatizzate; come nel caso di Guri. Allo stesso modo, tali armi possono disabilitare i generatori di riserva del sistema o rete elettrico nazionale, inclusi i generatori di riserva in dette infrastrutture. Secondo il rapporto, dopo un attacco EMP dagli Stati Uniti a un altro Paese, in teoria, si avvierebbe la rivolta sociale in “ore”, l’offensiva avrebbe conseguenze tecniche su numerosi computer e circuiti informatici, l’energia elettrica cadrebbe per “molto tempo”, e richiederebbero 18 mesi per sostituire gli elementi chiave della rete o sistema colpiti.
Il Presidente Nicolás Maduro denunciava alla televisione nazionale indicazioni che Guri e altri sistemi elettrici venezuelani siano stati attaccati da armi elettromagnetiche, un’ipotesi che non può essere scartata assieme al cyber-attacco. Questi sono elementi indicati al pubblico per approfondire le cause del sabotaggio elettrico di Guri, da parte degli Stati Uniti contro il Venezuela.

Forbes suggerisce che Washington abbia ordinato l’attacco informatico al Venezuela
Mision Verdad 10 marzo 2019

Un autore della rivista Forbes, Kalev Leetaru, affermava che “è molto realistico” pensare che il governo statunitense abbia lanciato l’attacco informatico al complesso idroelettrico di Guri, causando il blackout. “L’idea di uno Stato straniero che manipola la rete elettrica per imporre un governo di transizione è molto reale”, afferma l’editorialista su intelligenza artificiale e big data. Egli stesso sostiene di aver sostenuto l’idea nel 2015, che sempre più governi avrebbero aumentato le operazioni di guerra informatica, mentre venivano trascinati dalle circostanze delle attuali guerre ibride, per cercare di rovesciare altri governi. “Interrompere l’approvvigionamento di energia e acqua, alterare il traffico, rallentare o interferire l’accesso a Internet”, causando caos nella vita quotidiana e persino nelle centrali nucleari (se è così), afferma Leetaru, “sono tutti argomenti sempre più discussi nelle comunità di sicurezza nazionale (Stati Uniti) come tattiche legali e legittime per indebolire uno Stato straniero”. Pertanto, secondo la pubblicazione, “è molto realistico” che la mano degli Stati Uniti sia dietro il sabotaggio di Guri. Aggiungendo: “Le operazioni informatiche raramente richiedono una presenza significativa sul campo, il che le rende ideali avendo un’influenza innegabile. Data la preoccupazione del governo degli Stati Uniti verso il governo venezuelano, è probabile che Washington abbia già una presenza profonda nella rete delle infrastrutture del Paese, il che rende relativamente facile interferirvi. L’obsoleta infrastruttura Internet ed energetica del Paese presenta sfide formidabili a tali operazioni e rende relativamente facile eliminare qualsiasi traccia d’intervento straniero”. Spiega che tale tipo di operazioni contro Guri sono già manuali nel campo della cyberguerra: “Il blackout nelle ore di punta, garantendo il massimo impatto sulla società civile e molte immagini mediatiche post-apocalittiche, si adatta perfettamente a un’operazione d’influenza; tale interruzione si verifica in un momento di sconvolgimento sociale per delegittimare l’attuale governo mentre un governo “in standby” si presenta come alternativa efficiente, in realtà è una delle tattiche descritte nel mio articolo del 2015”. Sebbene l’autore non voglia affermare che ci sia stato effettivamente un attacco informatico contro il Venezuela, ci sono ragioni sufficienti per credere che sai così: “Una centrale che si spegne a causa di un’apparecchiatura difettosa o di un guasto nella linea di trasmissione sovraccarica è più probabilmente attribuibile al sottoinvestimento piuttosto che a un attacco informatico straniero. Una linea elettrica fallata causerebbe un enorme incendio verrebbe liquidata come scarsa manutenzione piuttosto che deliberato sabotaggio estero”. Pertanto, Forbes suggerisce che la cyberguerra è ideale per colpire senza generare costi politici, incolpandone il governo attaccato dagli Stati Uniti.

Traduzione di Alessandro Lattanzio

FONTE

 

 

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