Rimescoliamo le carte. In autunno – come previsto da Gates e Co. – possiamo aspettarci un nuovo terremoto a carattere pandemico, anche peggiore di quello che abbiamo conosciuto. Beh, la gente sembra già in attesa, nonostante il nuovo editto di togliersi le mascherine, una passeggiata in un supermercato mostra che la gente ormai ha paura. Rimangono tutti mascherati.
La causa del male è trovata, e che sorpresa. Il cambiamento climatico è il nemico da combattere. Modelli e simulazioni si incrociano e ‘prevedono’ il nostro futuro.
Le pandemie sono sempre più frequenti e probabili: lo afferma un team internazionale di ricercatori con uno studio (pubblicato su PNAS) condotto dall’Università di Padova, dove si legge che la probabilità che una pandemia come quella di CoViD-19 si verifichi in un qualunque momento è per ora, ogni anno, attorno al 2%, ma anche che il trend è in aumento e che nei prossimi decenni potrebbe triplicare. «La frequenza con la quale nuove malattie epidemiche emergono da serbatoi animali è aumentata negli ultimi decenni a causa dei cambiamenti ambientali antropogenici», spiega Marco Marani, a capo dello studio, sottolineando che non siamo ancora preparati a epidemie di grande intensità (come dicevamo in tempi non sospetti), che però sono tutt’altro che improbabili. VEDI QUI
Leggiamo su FOCUS: Prendete il mercato di Wuhan, probabile innesco della pandemia di covid, ed estendetelo a livello planetario: i cambiamenti climatici stanno trasformando la Terra in un enorme bacino a cielo aperto di patogeni pronti a saltare da un animale all’altro, con condizioni di rischio non dissimili da quelle dello Huanan Seafood Market, dove per la prima volta abbiamo incontrato il SARS-CoV-2 ( era la tesi iniziale). Qui vedete una proiezione di Un mercato grande come il mondo.
Qualcuno ha chiesto negli ultimi mesi cosa ha a che fare la geoingegneria con il virus. Perché un blog tematico è andato fuori strada in questo modo? Che meraviglia il modo in cui le strade si uniscono. Chissà, forse i virus migliorati in laboratorio cadranno dal cielo.
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Ecco come il clima potrebbe causare la prossima pandemia. LO STUDIO
Secondo un nuovo report pubblicato su Nature, l’aumento della temperatura e la ricerca di nuovi habitat più miti da parte degli animali causerà un aumento della trasmissione di virus ponendo un serio rischio anche per la salute degli uomini. Alcuni scienziati sono più cauti sulle possibili conseguenze, ma si sottolinea come sia sempre più importante agire sul fronte della prevenzione
Secondo un nuovo studio pubblicato sulla rivista Nature e condotto dagli scienziati della Georgetown University, il cambiamento climatico potrebbe dare impulso alla diffusione dei virus mettendo a rischio sia la salute degli animali che quella degli uomini
La ricerca, che è stata descritta come “un primo passo fondamentale per capire il rischio di una nuova pandemia legato al cambiamento climatico e dell’uso della terra”, si basa su una serie di proiezioni e, come si legge sul sito di Nature, “è uno dei primi studi a predire come il riscaldamento globale cambierà gli habitat degli animali, aumenterà gli incontri tra la specie in grado di scambiarsi patogeni, e a quantificare quante volte i virus salteranno tra le specie”.
Per condurre lo studio, si legge sul sito, il team di ricercatori ha sviluppato e testato dei modelli, e ha condotto alcune simulazioni su un arco temporale di cinque anni. Tra le altre cose, si legge, ha combinato modelli di trasmissione dei virus e di distribuzione delle specie tenendo conto di diversi scenari climatici, ma ha scelto di concentrarsi sui mammiferi per via della loro rilevanza per la salute umana.
In base alle loro previsioni, ci sarà una nuova trasmissione di virus quando il riscaldamento climatico spingerà gli animali a muoversi verso nuovi habitat con temperature più miti. Questo potrebbe accadere soprattutto in alcune zone dell’Africa e dell’Asia che sono anche densamente popolate, compreso il Sahel, l’India e l’Indonesia. Secondo gli scienziati, ci sarà questo pericolo anche perché il numero di “primi incontri” tra specie raddoppierà entro il 2070.
Tra gli animali che secondo gli scienziati saranno più coinvolti in questa trasmissione virale ci sono i pipistrelli. Potendo volare, questi mammiferi non saranno ostacolati dalle potenziali barriere che altri animali potrebbero trovare nello spostamento e sono “bacini” naturali di virus, che potrebbero trasmettere anche più velocemente.
“La nostra preoccupazione è che gli habitat si sposteranno in modo sproporzionato verso gli insediamenti umani, riproducendo le condizioni innaturali che si possono verificare nei mercati illeciti, le realtà più probabilmente associate all’origine della diffusione di SARS-CoV-2”, ha detto Colin Carlson, uno degli autori dello studio.
“Le nostre simulazioni mostrano che gli impatti più evidenti di questa situazione sono previsti nel Sud-est asiatico, un hotspot globale della diversità dei pipistrelli”, ha proseguito. Per rendere l’idea di quello che potrebbe accadere il ricercatore ha evocato quello che succede quando si agita una palla di neve e ciò che c’è al suo interno finisce per mescolarsi.
Questa situazione rappresenta un rischio anche per il genere umano, ma alcuni scienziati invitano alla cautela. “Predire il rischio di salti virali dai mammiferi agli animali è difficile perché questi spillover accadono in complessi ambienti ecologici e socioeconomici”, ha sottolineato Kate Jones, che lavora proprio sulle interazioni tra gli ecosistemi e la salute umana e non ha preso parte allo studio.
Secondo la studiosa, menzionata dal sito Nature, il salto potrebbe per esempio non avvenire perché un determinato virus non è capace di infettare l’uomo o anche grazie a specifici investimenti nel settore della salute. Gli autori della ricerca sottolineano però, che proprio perché c’è questo rischio e alcune azioni potrebbero essere utili per contrastare questi scenari, non c’è tempo da perdere.
“Questo lavoro”, ha detto Carlson, “potrebbe aprire la strada a una previsione più accurata del rischio di pandemia. Abbiamo inoltre mostrato come i movimenti e le interazioni degli animali dovuti a un clima caldo potrebbero aumentare il rischio di spillover” .
FONTE https://tg24.sky.it/ambiente/2022/04/30/riscaldamento-climatico-pandemia-studio
STUDIO: Climate change increases cross-species viral transmission risk https://www.nature.com/articles/s41586-022-04788-w
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