Nel 2015 sul profilo Instagram dell’artista, Banksy aveva realizzato un video dal taglio pseudo-turistico che documentava la devastazione causata dalle milizie israeliane e dai bombardamenti dell’operazione Protective Edge del 2014: “Fai in modo che quest’anno TU scopra una nuova destinazione”, scriveva sarcasticamente nel video da due minuti. L’artista puntava così l’attenzione sull’assedio e la violenza di Israele, che negli ultimi due anni ha raggiunto livelli inimmaginabili di disumanità: “Gaza è spesso descritta come la più grande prigione del mondo all’aria aperta, perché nessuno è autorizzato a entrare o uscire. Ma definirla così sembra ingiusto nei confronti delle prigioni, visto che qui manca l’elettricità o l’acqua potabile quasi tutti i giorni”. VEDI QUI
Oggi Gaza è definitivamente rasa al suolo, e le piazze si riempiono di indignati. Cosa è cambiato?
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LABORATORIO GAZA: PERFEZIONARE L’IA PER DISTRUGGERE E UCCIDERE
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