Grazie alla plasmaterapia, cioè all’infusione di plasma ricco di anticorpi ottenuto da pazienti guariti, in diversi ospedali italiani – a cominciare il reparto guidato dal dottore de Donno –  e all’estero sono stati trattati casi gravi di COVID-19, ma poi è arrivato lo stop. Il professor Giuseppe De Donno dell’ospedale di Mantova: “Abbiamo trattato 48 pazienti e non abbiamo avuto decessi” Lo scorso 8 aprile, l’Aifa e l’Istituto superiore di sanità sono lapidari nel decretare, al termine dello studio “Tsunami” (27 centri clinici e 487 pazienti arruolati), che «non è stata osservata una differenza significativa tra il gruppo trattato con plasma e quello con terapia standard». VEDI QUI 

La plasmaterapia – ha detto il Dott de Donno –  e’ un atto democratico che viene dai pazienti e torna ai pazienti. E cosa pochissimo. La terapia sintetica è un atto di ….???? Il prezzo sarà quello di sempre. Molto alto.

MEGLIO SINTETICO E BREVETTABILE

 Specifici anticorpi sintetici, anche detti ‘sybodies’, da non confondere con spybodies, potrebbero aiutare a combattere il coronavirus come anche gli anticorpi umani da guariti (plasmaterapia). Potrebbe essere particolarmente utile, lo dicono loro, per le persone che non possono ricevere un vaccino per motivi di salute. 

Usando un campione di topi, i ricercatori hanno recentemente dimostrato che un anticorpo sintetico potrebbe neutralizzare la SARS-CoV-2. Questo potrebbe aiutare a prevenire l’infezione e a trattare la COVID-19 in coloro che già ce l’hanno. In un documento sul server di preprint bioRxiv, i ricercatori dicono che gli operatori sanitari potrebbero usare l’anticorpo sia prima che dopo che una persona ha avuto l’esposizione alla SARS-CoV-2.

Vedi qui Synthetic antibody could prevent and treat COVID-19 – L’anticorpo sintetico potrebbe prevenire e trattare la COVID-19 https://www.medicalnewstoday.com/articles/synthetic-antibody-could-prevent-and-treat-covid-19

Si lavora anche in Italia : Covid, buone notizie dall’anticorpo monoclonale italiano

“La prima fase di sperimentazione dell’anticorpo monoclonale italiano mostra come tutte le varianti del Covid-19 possano essere neutralizzate: per gli ulteriori test mancano però al momento finanziamenti e volontari.”

E’ tutto impegnato sul fronte delle vaccinazioni. 

COSA SCRIVE ISS SULLA PLASMATERPIA ?

Il plasma iperimmune è il plasma ottenuto da persone con una elevata quantità di anticorpi  (immunoglobuline iperimmuni) contro uno specifico microrganismo o antigene (sostanza riconosciuta dal sistema immunitario che provoca la formazione di anticorpi). È presente in persone sottoposte a vaccinazione nei confronti dello specifico microrganismo o convalescenti dalla malattia che esso determina.

Tipiche immunoglobuline iperimmuni sono quelle verso il tetano, verso alcuni virus o verso gli antigeni presenti sulla membrana dei globuli rossi (fattore Rh). In quest’ultimo caso  esse determinano l’incompatibilità materno-fetale, una complicazione della gravidanza che si verifica quando il gruppo sanguigno del feto non è compatibile con quello della madre.

Le immunoglobuline iperimmuni esplicano la loro azione protettiva mediante effetti che neutralizzano o rendono visibili al sistema immunitario eventuali tossine, virus o batteri.

L’immunità antivirale è legata principalmente all’azione di anticorpi che neutralizzano la  capacità infettante del virus impedendone l’ingresso nella cellula bersaglio.

La terapia con plasma iperimmune è stata ampiamente utilizzata in passato per il trattamento di numerose malattie infettive. Nel 1890, Emil Adolf von Behring e Shibasaburo Kitasato per curare la difterite e il tetano sfruttarono l’immunità passiva, ottenuta con siero di animali sani esposti al contagio. Da allora il trattamento con siero iperimmune è stato utilizzato con successo per la cura di una serie di malattie, inclusa la febbre reumatica, la scarlattina, la parotite, il morbillo, la varicella e le infezioni da pneumococco e da meningococco.

Negli anni è stato notevolmente aumentato l’impiego del plasma proveniente da persone convalescenti soprattutto in corso di epidemie causate da virus emergenti.

La prima applicazione della terapia con plasma iperimmune è avvenuta tra il 1918 e il 1920 nel corso della pandemia causata dal virus dell’influenza spagnola (H1N1). Tale utilizzo è stato rinnovato, nel 1976, durante l’epidemia da virus Ebola nella Repubblica Democratica del Congo e, nel 1979, in persone con il virus della febbre emorragica argentina. Nei decenni successivi, la terapia con plasma iperimmune è stata impiegata con successo durante la pandemia da influenza suina (H1N1) nel 2009, durante l’epidemia di influenza aviaria (H5N1) nel 2003 e durante l’epidemia di Ebola in Africa occidentale nel 2013.

Il plasma prelevato da persone convalescenti è stato utilizzato anche nelle due precedenti epidemie da SARS-CoV, nel 2003, e MERS, nel 2012, per curare le persone colpite dai due virus ottenendo buoni risultati clinici.

Alla luce delle precedenti esperienze, è in fase di sperimentazione l’utilizzo del plasma proveniente da persone convalescenti anche nel corso dell’attuale epidemia di SARS-CoV-2. Gli studi clinici ad oggi condotti, tuttavia, non riportano chiare prove sulla sua efficacia terapeutica e, pertanto, questa terapia è ancora da considerarsi sperimentale.

https://www.issalute.it/index.php/la-salute-dalla-a-alla-z-menu/p/plasma-iperimmune

 

 

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