New York, 20 set. (Adnkronos) – La prossima settimana l’assemblea dell’Onu sarà chiamata a discutere un programma di sviluppo che, a partire dal 2015, codifichi gli stretti rapporti di interconnessione tra l’uomo e l’ambiente. Ed è in quella sede che la Russia cercherà di inserire il tema della geoingegneria come elemento che contribuisca alla ricerca di soluzioni per fronteggiare il cambiamento climatico.
L’indiscrezione, riportata dal quotidiano britannico ‘The Guardian’, riguarderebbe la richiesta russa di citare, in sede di documento finale, la geoingegneria come una ”possibile soluzione ai problemi del cambiamento climatico ed un contributo per stabilizzare il clima attuale”. Gli scienziati russi infatti hanno elaborato diverse teorie sugli interventi che potrebbero raffreddare il clima, come quello di spruzzare aereosol di solfati nell’atmosfera per attenuare il calore dei raggi solari o anche di fertilizzare gli oceani con polveri ferrose per innescare processi di cattura del carbonio.
Le teorie degli scienziati russi sono conosciute dai colleghi e dai governi occidentali che però ritengono che gli interventi di geoingegneria debbano considerarsi come una sorta di ‘Piano B’ a cui far ricorso solo se non si riuscissero ad ottenere risultati con le misure di contenimento delle emissioni e di implementazione delle energie verdi già in atto. Contro le ipotesi geoingegneristiche si sono pronunciate oltre 160 tra associazioni ambientaliste e organizzazioni della società civile che hanno rimarcato il rischio di processi degeneraviti climatici irreverservibili che potrebbero essere provocati da interventi di geoingegneria.
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