di Milena Gabanelli e Francesco Tortora
La beneficenza è sempre stata una virtù dei ricchi. Nell’ultimo decennio c’è stata una crescita esponenziale del numero di miliardari-filantropi, tant’è che nel 2010 Bill Gates e Warren Buffett hanno lanciato «The Giving Pledge» movimento di imprenditori e businessmen che si sono impegnati a donare gran parte del proprio patrimonio per scopi benefici. All’inizio i miliardari che hanno accettato di partecipare erano 62, ma alla fine del 2020 sono diventati 216.
Il boom delle donazioni
Guardando più in generale le statistiche, solo nel periodo 2013-15 circa 23,9 miliardi di dollari sono stati destinati ad iniziative benefiche. Da allora le cifre aumentano di anno in anno. Secondo il «Wealth-X and Arton Capital Philantropy Report» le donazioni sono aumentate del 3% nel 2015 rispetto all’anno precedente, che aveva già registrato una crescita del 6,4%. Tuttavia solo il 18% del totale delle donazioni è indirizzato a organizzazioni multilaterali e a enti di beneficenza operativi sul campo, mentre la maggior parte dei finanziamenti finisce in fondazioni familiari private, spesso controllate dagli stessi donatori e con la possibilità di essere trasmesse agli eredi. Oggi se ne contano circa 200 mila nel mondo. LEGGI QUI https://www.corriere.it/dataroom-milena-gabanelli/bill-gates-jeff-bezos-george-soros-mark-zuckerberg-miliardari-filantropi-predatori-donazioni-vantaggi-fiscali/570d7894-5b3c-11eb-998b-12ca609f8cfa-va.shtml
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