C’era una volta è stata una trasmissione televisiva di genere reportage/tv verità condotta da Silvestro Montanaro, in onda su Rai3 dal 1999 al 2013. Fine ottobre 2013, questo gioiello del servizio pubblico, uno degli ultimi, è stato soppresso dalla RAI. Si tratta di “C’era una Volta”, una trasmissione d’investigazione, premiata in varie occasioni. Sebbene poco costosa, perché realizzata con pochi mezzi, la RAI l’aveva tolta dal palinsesto, non rinnovando il contratto a Silvestro Montanaro. La RAI si liberò di ‘C’era una Volta’, una trasmissione imbarazzante e un giornalista ingombrante.

Ed uccisero la felicità  era l’ultima puntata di Silvestro Montanaro.  Ed uccisero la verità.

Silvestro Montanaro parlava di guerre dimenticate, traffici di esseri umani, pedofilia, turismo sessuale,di sfruttamento dei tanti esseri umani sulla quale si costruisce la nostra economia globalizzata, e raccontava degli inventori di malattie nella penultima puntata, stranamente scomparsa dalle teche della RAI.

Una petizione, che chiedeva alla Rai di ritornare sulle sue decisioni. aveva raccolto appena 37 000 sostenitori. 

Disse Montanaro nel lontano 2003: “Stiamo conoscendo il mondo solo attraverso la notizia delle sue sciagure, ma delle ragioni delle sciagure sappiamo molto poco.”

C’ERA UNA VOLTA

RaiTre: documentario denuncia il business degli ‘Inventori di malattie’ (e pandemie)

Dal vaccino anti-tumore ai complottisti di Big Pharma, le fake ...

 

Vendere farmaci a gente sana. Inventare malattie piuttosto che farmaci. E’ un business in voga che rende l’industria farmaceutica la più florida del pianeta. Una strategia per rafforzare posizioni di monopolio ed assicurarsi solide fette di mercato, spesso a danno della salute pubblica dei cittadini. Lo denuncia “Inventori di Malattie” , una co-produzione Rai Tre/C’era una volta e Alhambra Factory… Il viaggio-inchiesta che parte dagli Stati Uniti e traccia un inquietante racconto sulla “colonizzazione farmaceutica” di larghe fette di popolazione del pianeta, attraverso le suggestioni ammiccanti delle campagne pubblicitarie, gli innumerevoli conflitti d’interesse e le tante complicità occulte.

“E’ un lavoro di molti mesi per portare alla luce il fenomeno dell’uso eccessivo di farmaci negli Stati Uniti e in generale nel mondo occidentale” . spiega a Unimondo Nicoletta Dentico (vicepresidente dell’Osservatorio Italiano sulla Salute Globale) che con di Luca Cambi e Francesca Nava ha curato il documentario. “In inglese si chiama Disease mongering che si potrebbe tradurre commercializzazione delle malattie. Un percorso che va dalla creazione a tavolino di un disturbo alla sua consacrazione ufficiale, sino a far diventare un farmaco un blockbuster, ovvero un farmaco con prescrizione di ricetta medica che ha superato i 10 milioni di dollari l’anno di vendite” – sostiene Dentico.

L’industria farmaceutica, costretta dalla Borsa ad aumentare sempre di più i propri profitti, non si può permettere battute d’arresto. “Così – prosegue Dentico – invece di fare innovazione e ricerca investe in marketing e mette a punto una strategia perfetta che coinvolge e condiziona tutti gli attori del processo mediatico e produttivo. Una strategia basata fondamentalmente su innumerevoli conflitti di interessi a partire dalla complicità dei media nel diffondere le nuove malattie, fino ai corsi di formazione permanente da parte dei professori universitari, che spesso risultano essere anche consulenti di società farmaceutiche; dal lavori sporco degli informatori farmaceutici alla corruzione stessa e diretta dei medici; dalle associazioni di pazienti finanziate dalle case farmaceutiche al ruolo ambiguo dell’FDA, che su questo processo dovrebbe controllare… e soprattutto l’implacabile forza d’urto del marketing, in grado di diffondere una paura, creare un bisogno, proporre un rimedio e fare vendite di farmaci per milioni di dollari (500 milioni di dollari l’anno è la media dell’industria farmaceutica), anche attraverso libri per bambini!”.

Le strategie di marketing: vendono paura di invecchiare, di essere timidi, essere agitati, essere adolescenti, essere in meno pausa… essere umani. Tutti disturbi che si tramutano in malattie da curare con farmaci -sempre gli stessi- spesso inutili se non dannosi, magari il cui brevetto è in scadenza e occorre trovare un escamotage per rinnovarlo (è il caso del Prozac, tinto di viola e trasformato in Sarafem, senza alcuna modifica, per curare un certo “Disturbo Disforico Premestruale”).

Gli effetti collaterali sono un altro tema del documentario. Trial clinici fatti solo parzialmente i cui risultati sono stati nascosti e mai pubblicati, casi di suicidio e di morte per cocktail letali di farmaci, esagerata diffusione nelle scuole di farmaci per curare il disturbo di iperattività dei bambini (ADHD). Queste e altre storie e la testimonianza dell’Avv. Menzies di Los Angeles, in causa da anni con la Glaxo Smith Kline che spiega come solo facendo una causa si costringa l’industria farmaceutica a tirare fuori le carte.

Il documentario è guidato nel suo sviluppo da spezzoni di una preveggente commedia francese scritta negli anni 20 dal titolo “Il Dott. Knock e il trionfo della medicina”, trasposta poi in film negli anni ’50. E’ la storia di un medico senza scrupoli che arriva in un paesino di gente tranquilla e, con metodi tutt’altro che scientifici, convince tutta la popolazione di essere affetta da svariate malattie. Nel giro di pochi mesi si arricchirà mettendo a letto mezzo paese, con grande gioia del suo conto in banca e di quello del farmacista! La sua teoria è che “non esiste gente sana, ma solo gente più o meno malata”.

Numerose le interviste del documentario: a medici (Marcia Angell, Silvio Garattini, Steve Woloshin, Lisa Shwartz), giornalisti (Melodie Petersen, Merrill Goozner), oltre che avvocati ed economisti (J. Stiglitz) e due importanti insider (Peter Rost, ex vice direttore marketing della Pfizer e Mike Oldani, ex informatore farmaceutico).

Ecco alcune frasi tratte dalle interviste:

  • L’unica innovazione degli ultimi anni nel settore farmaceutico è il marketing” (Marcia Angel)

  • Ho definito il settore farmaceutico una mafia perché agisce e si comporta esattamente come la mafia” (Peter Rost)

  • Dal momento in cui viene fatta una causa ad una casa farmaceutica al momento in cui questa dovrà pagare una multa passa talmente tanto tempo che il guadagno dalla vendita di quel farmaco è molto, molto superiore al costo della multa che la casa farmaceutica dovrà pagare” (K. B. Menzies, avvocato)

  • Vendono paura, paura d’invecchiare, di ammalarsi, paura di essere adolescenti, paura degli altri…” (M. Petersen)

  • La Chadd, l’associazione di pazienti per la cura dell’ADHD, ha poi ammesso di aver preso 700.000 dollari dalla Novartis, la casa farmaceutica produttrice del Ritalin” (M. Oldani)

Un documentario da non perdere…

FONTE

Silvestro Montanaro ha iniziato la sua carriera giornalistica come corrispondente di Paese Sera e poi dell’Unità. In seguito ha lavorato per la Voce della Campania firmando delicatissime inchieste sui rapporti tra mafia, camorra, poteri politici ed economici.
Nel 
1989 firma dossier sull’immigrazione clandestina e fa da addetto stampa alla prima associazione di immigrati. Nello stesso anno entra a far parte del gruppo fondante della trasmissione televisiva Samarcanda. Lavora con Michele Santoro anche a Il Rosso e il Nero Tempo Reale, diventandone co-autore nell’ultima fase. Nel frattempo pubblica tre libri-inchiesta, di cui uno con Baldini e Castoldi adottato come libro di testo in numerose scuole, sul Mozambico e i suoi bambini nel dopoguerra.
Silvestro Montanaro cura il progetto
Sciuscià, ne realizza alcuni episodi, e diventa poi l’autore di Drug Stories.
Alla fine di questa esperienza, nel
1998, edita il primo speciale televisivo in Europa sul debito estero dei paesi del Sud del mondo e realizza documentari fra i quali “Col cuore coperto di neve”, girato in Brasile sui temi del lavoro e della prostituzione minorile e “E poi ho incontrato Madid” sull’ultima delle terribili carestie che hanno afflitto il sud del Sudan.

Dal 1999 fino al 2013 è autore del programma “C’era una volta” in onda su Rai Tre .  

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