Nel 1968 l’esercito statunitense propose dei satelliti ad energia solare in orbita geostazionaria a circa 40.000 km sopra la terra, che avrebbero intercettato la radiazione solare utilizzando celle solari sui satelliti e l’avrebbero trasmessa tramite un fascio di microonde ad antenne riceventi, chiamate rectennas, sulla terra. CONTINUA https://www.nogeoingegneria.com/tecnologie/spazio/haarp-una-storia-lunga-60-anni/ Il progetto non è quindi realmente nuovo, ma ha quasi 60 anni. E tutto ciò che si sviluppa nell’ambito degli interessi militari deve essere monitorato con attenzione. Bert Eastlund aveva molto da dire al riguardo. Maggiori informazioni nel prossimo articolo. Ora, innanzitutto le ultime notizie relative ai progetti europei, seguite dal panorama generale, che è davvero impressionante.
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Pannelli solari nello spazio, l’Europa potrebbe coprire l’80% dei consumi entro il 2050
L’idea di raccogliere energia solare direttamente nello spazio, a prima vista futuristica, inizia ad assumere contorni sempre più concreti. Uno studio realizzato dal King’s College di Londra ha calcolato che un sistema di pannelli solari orbitanti potrebbe coprire fino all’80% del fabbisogno europeo di rinnovabili entro il 2050. L’analisi, pubblicata sulla rivista Joule, prende in considerazione il progetto elaborato dalla NASA, basato su una struttura a eliostato che riflette i raggi del Sole e li convoglia verso la Terra, dove verrebbero trasformati in elettricità.
Il modello di simulazione ha ricostruito il funzionamento della rete elettrica di 33 Paesi europei, con domanda, produzione e stoccaggio. L’inserimento di pannelli solari spaziali (SBSP, Space-Based Solar Power) ha mostrato un potenziale enorme: il sistema ridurrebbe i costi complessivi fino al 15% e taglierebbe di oltre due terzi la necessità di batterie di accumulo. Un risultato notevole, se si considera che le fonti terrestri come eolico e fotovoltaico soffrono ancora di intermittenza e dipendenza dalle condizioni meteo.
L’attrattiva principale dello SBSP sta proprio nella continuità: collocati al di sopra dell’atmosfera, i satelliti riceverebbero luce solare senza interruzioni, fornendo energia su scala gigawatt con maggiore stabilità rispetto alle soluzioni a terra. Una prospettiva che affascina anche per la possibilità di avere una fonte centralizzata, capace di integrare i sistemi nazionali in un’unica infrastruttura europea.
A prima vista sembra tutto molto bello, ma non mancano le incognite. Il costo di lancio e manutenzione, oggi proibitivo, rappresenta il principale ostacolo: secondo i ricercatori, soltanto entro il 2050, con progressi tecnologici e riduzione dei prezzi, si potrebbe raggiungere una reale convenienza economica. Altri rischi riguardano la congestione orbitale e la sicurezza dei satelliti, esposti a collisioni e detriti spaziali. Come ha spiegato il coordinatore dello studio, Wei He, occorre valutare con attenzione il numero di pannelli in orbita e le possibili vulnerabilità del sistema.
Anche il Giappone sta già lavorando a progetti analoghi, inserendoli nel proprio piano verso le emissioni zero, e gli autori dello studio invitano l’Europa a considerare seriamente questa strada. Il continente, forte della lunga tradizione di cooperazione nell’energia e nello spazio, attraverso agenzie come l’ESA, potrebbe candidarsi a realizzare una rete SBSP condivisa, riducendo la dipendenza dal gas e garantendo approvvigionamenti stabili.
L’idea, fino a pochi anni fa confinata nella fantascienza, (ndr fino a 60 anni fa) inizia a farsi strada nelle agende scientifiche e politiche.
Pannelli solari nello spazio, l’Europa potrebbe coprire l’80% dei consumi entro il 2050
Quanti paesi puntano ora sull’energia solare dallo spazio?
L’energia solare dallo spazio (noto anche come Space-Based Solar Power o SBSP) è una tecnologia emergente che prevede la raccolta di energia solare tramite pannelli fotovoltaici in orbita e la sua trasmissione wireless sulla Terra tramite microonde o laser. Sebbene non sia ancora operativa su scala commerciale, diversi paesi stanno investendo in ricerca, sviluppo e dimostrazioni prototipali per superare sfide come i costi di lancio, l’assemblaggio robotico in orbita e la trasmissione efficiente. Basandosi su dati aggiornati al 2025 da fonti come NASA, ESA e rapporti scientifici (ad esempio, studi di King’s College London e EPRI), il numero di paesi che puntano attivamente su questa tecnologia è almeno 7 principali, con altri che stanno esplorando collaborazioni o studi preliminari. Questi paesi stanno accelerando gli sforzi grazie alla riduzione dei costi di lancio (ad es. grazie a razzi riutilizzabili come Starship di SpaceX) e alla necessità di fonti rinnovabili baseload per raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050.
Di seguito, una panoramica dei paesi leader, con status attuale e obiettivi chiave.
Tabella dei paesi leader nell’energia solare dallo spazio (status al 2025)
Paese/Entità | Status Attuale e Iniziative Principali | Obiettivi Principali | Investimenti e Sfide |
Cina | Leader globale con il programma ZhuRi (“Chase the Sun”) della China Academy of Space Technology (CAST). Base di test a Chongqing (dal 2019). Lancio di satelliti piccoli/medi tra 2021-2025. | Stazione SBSP da 200 tonnellate e megawatt di potenza entro 2035; prima nazione a operare una stazione SBSP commerciale entro 2050. | Investimenti governativi massicci (miliardi di USD); focus su produzione di massa. Sfide: trasmissione wireless su larga scala. |
Giappone | JAXA e partnership pubblico-private (es. con Mitsubishi). Test di trasmissione wireless da 1,8 kW su 55 metri (2015-2018). Lancio di un satellite dimostrativo da 1 kW nel 2025. | Esperimento di trasmissione da orbita bassa nel 2025; centrale da gigawatt entro 2030. Integrazione con strategia net-zero. | Oltre 100 milioni di USD in R&D; test su perovskite cells. Sfide: efficienza in orbita e costi di assemblaggio. |
Stati Uniti | NASA (rapporto OTPS 2024 su costi e fattibilità); Air Force Research Laboratory (AFRL) con satellite Arachne (test 2025); startup come Caltech (SSPD-1, successo 2023 con trasmissione wireless) e Virtus Solis (dimostratore 2027). | Supporto a dimostrazioni militari e civili; potenziale per 1 GW entro 2030 via partnership private. | 100+ milioni USD da DoD/NASA; collaborazioni con Northrop Grumman (17,5 milioni USD). Sfide: costi lifecycle (12-80 volte superiori al solare terrestre); lacune in assemblaggio autonomo. |
Regno Unito | UK Space Agency con progetto CASSIOPeiA (Space Solar startup: dimostratore da 30 MW entro 2030). Collaborazione con ESA e Arabia Saudita per Neom (2025). | Flotta di 6 satelliti da gigawatt entro 2036; fornitura a Islanda entro 2030. | 3,9 milioni GBP dal governo + grant privati; costi pilota ~800 milioni USD. Sfide: regolamentazioni e sicurezza RF. |
Unione Europea (inclusi Francia, Italia, Germania) | ESA con SOLARIS (studi 2023-2025; Thales Alenia Space Italia e ENEL coinvolti). Decisione su programma full-scale nel 2025. | Impianto pilota da 100 MW entro 2035; copertura 80% rinnovabili UE entro 2050 (risparmio 35,9 miliardi EUR/anno). | 60 milioni EUR per R&D; studi costi-benefici (LCOE <5 GBP/MWh). Sfide: coordinamento tra 22 stati membri; impatti ambientali. |
Corea del Sud | Programmi nazionali per stazioni SBSP da kW a GW. Collaborazioni con JAXA e USA. | Sviluppo di prototipi entro fine decennio; integrazione con net-zero 2050. | Investimenti governativi crescenti; focus su laser transmission. Sfide: dipendenza da import tech. |
India | ISRO con Kalam-NSS Initiative (dal 2010, joint con USA). Proposte per sviluppo congiunto con Cina (2012). | Lancio di satelliti solari entro 2030; partnership per 1-10 GW. | Forum congiunti; R&D su assemblaggio. Sfide: costi lancio e infrastrutture orbitali. |
Dettagli aggiuntivi e contesto globale
Numero totale: Oltre a questi 7, paesi come Australia, Arabia Saudita (collaborazione UK per Neom) e Islanda (primo ricevitore SBSP entro 2030 via Space Solar) stanno emergendo come partner o tester, portando il totale a circa 10 entità attive. Tuttavia, i “paesi che puntano ora” si concentrano sui leader con programmi strutturati e finanziamenti dedicati. Non ci sono evidenze di coinvolgimento attivo da parte di Russia o altri (es. Brasile, nonostante boom solare terrestre).
Progressi globali nel 2025:
Test riusciti: USA (Caltech MAPLE, trasmissione wireless 2023); Giappone (esperimenti verticali 1-5 km).
Proiezioni: Entro 2030, dimostrazioni da 1-10 MW; entro 2050, potenziali GW-scale per coprire 80% bisogni UE (studio King’s College). Costi attesi: 0,06-0,21 USD/kWh, competitivi con solare terrestre.
Benefici: Energia continua (24/7, immune a meteo), bassa impronta carbonica (simile a idroelettrico), scalabile per nazioni in via di sviluppo.
Sfide comuni: Costi iniziali (275+ miliardi USD per prima stazione USA); rischi orbitali (detriti, collisioni); efficienza trasmissione (85-90% target); regolamentazioni internazionali (ITU per frequenze RF).
Tendenze: Il mercato SBSP vale ~635 milioni USD nel 2024, con CAGR 8,5% fino 2030 (Grand View Research). Investimenti totali storici: miliardi USD da governi (NASA, JAXA, ESA, CAST), più privati (es. SpaceX riduce costi lancio del 90%). L’UE e Cina puntano su collaborazioni per condividere rischi.
Fonte dati GROK
VEDI ANCHE
https://orbitaltoday.com/2025/07/02/is-space-based-solar-power-the-next-big-thing-in-space/
https://www.cognitivemarketresearch.com/space-based-solar-power-market-report
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L’ENERGIA DALLO SPAZIO – LA CINA VUOLE COSTRUIRE UN’ENORME CENTRALE SOLARE ORBITALE
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