Il regista Emmerich si è inspirato a questa nuova realtà nel suo film d’esordio del 1983: LA GUERRA DALLO SPAZIO CON I GENERATORI A MICROONDE
Per il momento il problema più grande di realizzazione di una centrale solare orbitale è stato quello del costo delle infrastrutture necessarie per la messa in orbita, ma gli scienziati di tutto il mondo sono al lavoro in una nuova corsa allo spazio caratterizzata, questa volta, da un fine comunitario di grandissima importanza: arrestare i cambiamenti climatici, abbandonare definitivamente i combustibili fossili, rendere il nostro pianeta abitabile ed ecosostenibile. Un altro problema a cui si cerca ancora dare una risposta è il metodo di trasmissione dell’energia, senza dispersioni e, soprattutto, senza pericoli.
Cina, emissioni zero entro il 2060
Partiamo dalla prorompente Cina, leader del settore delle rinnovabili, su cui vengono investiti capitali enormi e che smercia in tutto il mondo la stragrande maggioranza di pannelli fotovoltaici in circolazione.
Il presidente Xi Jinping ha lanciato la sfida del raggiungimento della decarbonizzazione entro il 2060 grazie anche a una centrale solare orbitale che potrebbe iniziare a produrre energia già dal 2030.
Una vera e propria stazione solare che si avvale di una tecnologia innovativa, in grado di inviare sulla Terra l’energia solare accumulata grazie a un fascio di microonde.
Il progetto che stima di poter produrre una potenza iniziale di 1megawatt, da portare entro il 2049 a 1 gigawatt, prenderà avvio già alla fine di quest’anno, nel distretto di Bishan dove saranno effettuati i primi test.
L’America risponde con un progetto del Pentagono
Anche in America ferve l’industria tecnologica e in questo caso molto creativa per approntare al più presto la prima centrale solare orbitale.
Il Pentagono ha recentemente lanciato in orbita una serie di pannelli solari geostazionari collegati tra di loro, in grado di trasferire sulla Terra una piccola quantità di energia solare.
Ha visto così la luce il PRAM, il Photovoltaic Radiofrequency Antenna Module, un drone che gira intorno al pianeta e che riceve ed invia potenza elettrica tramite un complesso sistema di radiofrequenze. (ndr VEDI QUI)
Riciclare nello spazio
Per far fronte agli enormi costi di realizzazione della centrale solare orbitale, i ricercatori della California Institute of Technology ha avanzato l’ipotesi di reperire i materiali direttamente nello spazio, prevedendo un assemblaggio direttamente “in situ”.
La nostra Terra è attorniata da una miriade di satelliti, molti dei quali in disuso, che potrebbero fornire la materia prima per la centrale solare orbitale, a costi molto meno onerosi rispetto a quelli da dover sostenere per lanciare infrastrutture colossali nello spazio dal pianeta.
Oppure, ancora, con la stampa 3D si potrebbe costruire a distanza, senza dover lanciare in orbita tutto l’apparato, come ha proposto l’Università di Liverpool, che progetta di stampare vele fotovoltaiche costituite da celle solari direttamente in orbita.
Laser giganti nello spazio per controllare il clima
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