L’uso delle parole è diventato proprio una strana cosa. Chiamare “carbonio” quello che in realtà è il diritto di inquinare, con il focus sull’anidride carbonica, è già di per sé un trucco linguistico. Per non parlare del fatto che il significato di CO2 è stato stravolto, che, da elemento vitale, è stato trasformato in veleno.

Con un colpo di bacchetta linguistica e finanziaria, in “carbon credits”, in “carbon allowances”, in ETF sul carbonio, in future sul prezzo del carbonio si mette in pratica la più grande alchimia del XXI secolo.

I custodi ufficiali della purezza della lingua italiana, la Crusca, nel 2024/2025 hanno benedetto l’espressione “emissioni di carbonio” come accettabile “per comprensibilità diffusa” e “per bilanciare rigore scientifico e accessibilità”. Imperdibile la lettura! È come se dicessero: “Sì, è impreciso, ma funziona per il marketing della sostenibilità. E poi evoca il carbone nero e sporco, che è convincente”.

La domanda di fondo parte da una giornalista del Sole 24 Ore (Guiomar Parada), che critica la “superficialità” nel tradurre l’inglese carbon con carbonio in espressioni come emissioni di carbonio, invece di dire emissioni di anidride carbonica (o diossido di carbonio, per essere precisi chimicamente).

Leggendo la risposta, si vede che la Crusca non sta “respingendo” il trucco linguistico, ma lo sta ufficializzando. Dicono “non è superficialità”, ma ammettono che è un “compromesso” per rendere accessibile un concetto complesso – e, incidentalmente, per allinearsi a quel flusso globale di carbon emissions che trasforma la CO₂ in un asset finanziario luccicante. VEDI QUI https://accademiadellacrusca.it/it/consulenza/emissioni-di-carbonio-o-di-anidride-carbonica-lail-co2-o-co2/28435

George Orwell lo aveva previsto: controllare il linguaggio è il primo passo per controllare il pensiero.

L’autore dell’ articolo che segue, utilizza il termine “carbonio” così come è stato introdotto.

Gli Stati BRICS si alleano con l’UE per “mettere un prezzo al carbonio”


Edward Slavsquat


Mentre i media mainstream sono ossessionati da un incendio scoppiato alla COP30 ((ndr articolo è del 21.11), un altro incendio brasiliano – di tipo metaforico, quello che gli zoomer usano per dire che qualcosa è fighissimo (multipolare), cioè “è fuoco” – è passato quasi inosservato: il Brasile, co-fondatore dei BRICS, e l’Unione Europea hanno invitato le nazioni del mondo a integrare i rispettivi mercati nazionali del carbonio.Brasile e UE hanno annunciato che la loro neonata Open Coalition on Compliance Carbon Markets promuoverà “i mercati del carbonio come uno dei motori dell’azione climatica” e cercherà nel lungo termine “l’interoperabilità dei mercati obbligatori del carbonio”.
fonte: https://www.euronews.com/my-europe/2025/11/10/cop30-eu-backs-global-carbon-markets-alliance-to-crack-down-on-co2-emissions

Lodando l’alleanza sul mercato del carbonio con il Brasile dei BRICS, la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha dichiarato:

Il prezzo del carbonio è diventato uno strumento centrale per ridurre le emissioni di gas serra, con un solido caso economico per l’economia e per le persone. Sono felice di confermare il sostegno dell’Unione Europea alla Dichiarazione sulla Coalizione Aperta per i Mercati del Carbonio Obbligatori. Vogliamo lavorare a stretto contatto con il Brasile e con molti partner che la pensano allo stesso modo per mettere un prezzo al carbonio.

Il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva si è mostrato altrettanto entusiasta della missione della coalizione di creare standard internazionali per i mercati del carbonio.

I mercati del carbonio possono diventare importanti fonti di entrate pubbliche, ma acquisiranno scala solo se i paesi si muoveranno verso parametri comuni”, ha osservato Lula.

L’alleanza sul mercato del carbonio conta già 18 membri, tra cui la superpotenza multipolare dei BRICS, la Cina.
fonte: https://www.argusmedia.com/en/news-and-insights/latest-market-news/2751720-cop-eu-china-join-brazil-in-carbon-market-coalition

Russia, Sudafrica e India, che stanno tutti sviluppando mercati nazionali del carbonio, non hanno ancora aderito ai loro compagni BRICS nella nuova alleanza. Ma non tutti sono eccitati quanto i BRICS all’idea di comprare e vendere carbonio.

I mercati del carbonio sono un nuovo modo per miliardari e corporation di estrarre altra ricchezza dai nostri territori”, ha detto Anderson Amaro, membro del Movimento dei Piccoli Agricoltori del Brasile e della Coordinazione Latinoamericana delle Organizzazioni Rurali.

A qualcuno potrà sembrare strano che l’UE e alcuni membri dei BRICS (i nostri salvatori multipolari) collaborino per integrare i loro mercati del carbonio. Ma non è poi così strano, se ci pensate un attimo. Trasformare il carbonio, un elemento essenziale per ogni forma di vita sulla Terra, in una merce scambiabile probabilmente non proteggerà l’ambiente né impedirà uragani di categoria 5 o roba del genere, ma è tremendamente redditizio per Goldman Sachs, e alla fine dei conti non è questo ciò che conta davvero?Quindi è perfettamente logico che i membri dei BRICS si uniscano all’UE per “mettere un prezzo al carbonio”. Del resto, BRICS è un acronimo inventato da Goldman Sachs: pensavate davvero che sarebbe stato contrario agli affari?
Goldman Sachs: sempre un passo avanti!
FONTI :
https://oilprice.com/Energy/Energy-General/Goldman-Sachs-Carbon-Offset-Markets-Are-About-To-Take-Off.html
https://cop30.br/en/news-about-cop30/lula-calls-for-stronger-greenhouse-gas-reductions-and-emphasizes-broad-social-participation-at-cop30

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