Torna l’allarme sulle possibili inondazioni costiere dovute ai cambiamenti climatici. Il New York Times aveva pubblicato un reportage tempo fa sugli effetti del cambiamento climatico negli Usa. L’articolo era del 2016 e si intitolava
Clima: Nyt denuncia, lʼinondazione delle coste Usa è già iniziata
Anche oggi leggiamo:: Caldo in Groenlandia: gli iceberg perdono 6 miliardi di tonnellate d’acqua al giorno. Se si sciogliesse tutto, il ghiaccio della Groenlandia sarebbe in grado di alzare il livello del mare di 7,5 metri in tutto il mondo. E scrive la RAI: Ghiaccio bollente. Un gioco di parole che però spiega quello che sta accadendo agli iceberg nel nordovest della Groenlandia. In questa guerra calda per un clima fuori da ogni schema e previsione si sono persi sei miliardi di tonnellate di acqua al giorno tra il 15 e il 17 luglio a causa delle alte temperature. E’ quanto emerge dal Centro Nazionale Statunitense per i dati su neve e ghiaccio, (Nsidc), studio riportato dalla Cnn. “Lo scioglimento del nord di quest’ultima settimana non è normale, se si considerano i 30-40 anni di medie climatiche”, ha detto Ted Scambos, ricercatore dell’Nsidc dell’università del Colorado: “lo scioglimento è in aumento e questo evento ha rappresentato un picco”.
******************
ANNI FA: Alberto Behar voleva capire meglio. Era uno scienziato della Nasa. «Aiutò a scoprire che una volta c’era l’acqua su Marte», ma ha scoperto anche altro. Era ricercatore presso l’ASU – School of Earth and Space Exploration. Behar è stato coinvolto nel Team scientifico della Mars Mission per quanto riguardava il Rover NASA Curiosity, che utilizza strumenti scientifici per raccogliere informazioni su Marte. Behar però era anche un ricercatore polare, combinava la profonda curiosità di uno scienziato con l’audace inventiva di un ingegnere. Ha insegnato all’Arizona State University e ha diretto il Laboratorio di Robotica e Strumentazione per Ambienti Estremi della scuola. Aveva una passione per la creazione di imbarcazioni autonome, sensori o telecamere che potessero sondare luoghi in cui nessun essere umano sarebbe mai potuto andare: uno di questi è la discesa nei grandi tubi di scarico dell’acqua, o moulin, che costellano la calotta glaciale della Groenlandia in estate.
Hanno raccontato poco della sua spedizione in terre artiche.
Scrivo era uno scienziato, perché Behar ebbe un incidente inspiegabile, il suo piccolo aereo è caduto in un incrocio di Los Angeles, L’aereo pilotato da Behar si è schiantato poco dopo essere decollato da un piccolo aeroporto vicino al suo posto di lavoro, il Jet Propulsion Laboratory della NASA a Pasadena, in California. Behar, 47 anni, è morto sul colpo.
Incidenti aerei accadono e scienziati muoiono: il nome di Behar è stato aggiunto a una lista molto lunga di scienziati che hanno incontrato una morte prematura e misteriosa, che ci porta a chiedere, sapeva Behar qualcosa che ‘loro’ non vogliono far sapere?
La storia è questa – e scriviamo il 2008
Novanta paperelle per studiare i ghiacciai
Novanta paperelle di gomma disperse negli abissi dei ghiacci della Groenlandia. Si tratta di un esperimento scientifico portato avanti da uno scienziato della Nasa, che ha pensato di far cadere i giocattoli in un crepaccio del ghiacciaio Jakobshavn e stare a vedere in quale punto della terra andranno ad approdare. Solo che per il momento delle paperelle non si ha ancora traccia… ( ndr e pare nemmeno dopo)
Novanta paperelle di gomma su cui c’è scritto in tre lingue il messaggio: “Esperimento scientifico – Ricompensa” e un indirizzo di posta elettronica a cui rivolgersi per riconsegnarle. Chi dovesse trovare uno di questi curiosi esemplari è pregato di mettersi in contatto con la Nasa, perchè non si tratta di uno scherzo, ma di una ricerca serissima.
L’idea è stata realizzata dall’ingegnere Alberto Behar, ricercatore del Jet Propulsion Laboratory della Nasa, per il quale progetta robottini per l’esplorazione di pianeti lontani. Behar ha pensato che seguire il percorso dei giocattoli nelle acque della Groenlandia potrebbe essere un sistema molto utile per studiare lo scioglimento dei ghiacci e gli effetti del riscaldamento globale. Così nei mesi scorsi si è recato sul ghicciaio Jakobshavn, che alcuni studiosi ritengono peraltro essere quello dal quale si sarebbe staccato l’iceberg responsabile del naufragio del Titanic. Qui, in un crepaccio apertosi per colpa del riscaldamento globale, ha fatto cadere le novanta paperelle di gomma.
E da allora aspetta che qualcuno le ritrovi da qualche parte sulle coste del nord America e si faccia vivo. Secondo i suoi calcoli i giocattoli dovrebbero approdare nella Baia di Baffin, al largo delle coste nordorientali del Canada. Ma i percorsi esatti seguiti da questi particolari “fiumi” che si formano nei ghiacciai sono ancora sconosciuti.
Se l’esperimento dovesse funzionare però potrebbe essere molto utile ai fine degli studi sullo scioglimento dei ghiacci artici, soprattutto per capire come questo influenzerà un eventuale innalzamento del livello del mare.
Oltre al percorso compiuto dalle paperelle Behar avrà a disposizione i dati forniti da una speciale sonda con un trasmettitore gps in grado di fornire informazioni su velocità, accelerazioni, temperature attraversate sul centro del ghiacciaio. Il congegno infatti, è stato calato insieme ai giocattoli all’interno del crepaccio.
Il progetto rientra negli sforzi lanciati dal Consiglio Artico, la federazione che unisce tutti i paesi che si affacciano sul circolo polare, per studiare l’attuale condizione dei ghiacci perenni della Groenlandia in vista della conferenza internazionale sui cambiamenti climatici in programma a Copenaghen a fine 2009.
http://www.montagna.tv/cms/8603/novanta-paperelle-per-studiare-i-ghiacciai
ANNI DOPO: Per coincidenza, la morte di Behar è avvenuta appena tre giorni prima della pubblicazione dell’ultimo studio di cui è coautore: un’analisi dettagliata dei fiumi di fusione e degli scarichi dei moulin in una porzione di 2.000 miglia quadrate della vasta calotta glaciale groenlandese. Il documento, “Efficient meltwater drainage through supraglacial streams and rivers on the southwest Greenland ice sheet”, è stato pubblicato online da Proceedings of the National Academy of Sciences.
La ricerca è dedicato alla memoria di coautore Alberto Behar.
Il nuovo documento è basato sulla ricerca che ha avuto luogo sul foglio ghiaccio stesso, realizzato da autore principale Laurence Smith di UCLA, Behar del JPL e altri nove ricercatori nel luglio 2012, e sui dati telerilevati relativi allo stesso periodo. I ricercatori hanno viaggiato in elicottero per mappare la rete di fiumi e torrenti su circa 2.000 chilometri quadrati (5.600 chilometri quadrati) della Groenlandia. Erano particolarmente interessati a conoscere la quantità di acqua di fusione è rimasto all’interno della calotta di ghiaccio e quanto drenato verso l’oceano.
L’articolo completo è presente su questo sito internet: http://www.pnas.org/content/early/2015/01/07/1413024112.full.pdf html
Per ulteriori informzioni sulla ricerca vedere: http://newsroom.ucla.edu/releases/ucla-study-shows-rivers-meltwater-on-greenlands-ice-sheet-contribute-rising-sea-level
Informazioni aggiuntive e commenti di Alberto Behar e la sua carriera sono disponibili qui: http://www.jpl.nasa.gov/news/news.php?feature=4438
GROENLANDIA, IL GHIACCIO SI SCIOGLIE E TORNANO A GALLA I SEGRETI MILITARI US
GROENLANDIA: GHIACCIO SI SCIOGLIE A VELOCITÀ RECORD – UN SOGNO LUNGO 100 ANNI SI AVVERA
UN GRAND CANYON SOTTO I GHIACCI DELLA GROENLANDIA
LA MISTERIOSA “DARK ZONE” DELLA GROENLANDIA
IMPORTANTE!: Il materiale presente in questo sito (ove non ci siano avvisi particolari) può essere copiato e redistribuito, purché venga citata la fonte. NoGeoingegneria non si assume alcuna responsabilità per gli articoli e il materiale ripubblicato.Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001.