Di MARIA HEIBEL

La relazione che segue, presentata qualche giorno fa all’ incontro COP27 COSTRUTTORI DI EMERGENZE Amministrazione del disastro e sottomissione sostenibile, sollecitata proprio dall’incontro COP27 appena concluso, intende stimolare una riflessione su questa convinzione e collegare una serie di punti che dovrebbero offrire spunti di riflessione.

La modificazione meteorologica-ambientale può essere utilizzata per manipolare deliberatamente il meteo e il clima?

In molti casi accade che le trattative rilevanti siano nascoste dietro le quinte. Nel caso di un vertice importante, le decisioni importanti possono essere prese a porte chiuse.

Probabilmente è per questo che ad ogni nuova COP sul cambiamento climatico non succede assolutamente nulla, ma si sente solo tanto rumore e tante falsità, fino alla foto di chiusura. Nelle ultime ore, l’incontro viene regolarmente salvato, questa volta con un accordo sulla gestione e la portata del nuovo damage and loss fund, il cui significato è ancora da decifrare. Il fondo verrebbe utilizzato per mitigare i danni e le perdite causate dal riscaldamento globale nei Paesi più poveri e “vulnerabili”. – vuol dire chi è colpito da eventi avversi meteorologici. E qui ci sarebbe molto da aggiungere.  Questa sorpresa finale stima i flussi finanziari annuali verso i Paesi in via di sviluppo a circa 800 milioni di dollari.

Tutti gli anni si ripete lo show.  Nulla di fatto alla COP27 per le misure di riduzione dell’inquinamento, che ovviamente si riferisce al grande “inquinatore” CO2. Da 20 anni l’inquinamento è sinonimo degli effetti dichiarati nocivi della CO2, una molecola che si sa essere essenziale per la vita su questo pianeta.

Ho seguito poco la COP, sarebbe stato interessante osservare gli eventi di contorno. Tra queste, numerose associazioni con l’energia nucleare, che costituirebbe una “fonte energetica sicura, economica e pulita”, e che presentavano una dichiarazione congiunta dell’industria nucleare mondiale, disegnando il ruolo cruciale che l’energia nucleare deve svolgere nel ridisegnare il nostro paradigma energetico e le politiche future. L’iniziativa “Nuclear for Climate” riunisce più di 150 associazioni.

Già settant’anni fa l’energia nucleare modellava molte cose, compresa la politica energetica, con interessi militari dietro a tutti gli sviluppi.

Immediatamente sorse un movimento antinucleare mondiale, con a capo Einstein e il pentito Oppenheimer (che aveva conosciuto il peccato originale), eppure il pianeta si riempì di centrali nucleari e di arsenali di armi nucleari. 

E sono esplosi reattori e migliaia di bombe nucleari.

Gli effetti di migliaia di “test” nucleari non sono stati quasi mai discussi in pubblico.

Hanno fatto quello che volevano senza chiedere il permesso alle persone coinvolte e senza sapere cosa stavano realmente facendo.

E oggi apprendiamo che l’energia nucleare è buona e salvifica, e questo mentre si parla di guerra nucleare e di sostituzione delle bombe negli arsenali con nuove bombe più efficaci. Gli Stati Uniti si preparano a utilizzare il nuovo bombardiere nucleare stealth B-21, il “velivolo più avanzato mai realizzato”. “L’aeronautica statunitense ha in programma l’acquisto di almeno 100 velivoli di questo tipo, che racchiudono il massimo dell’ingegno e dell’innovazione degli ultimi 50 anni”.

In breve, per tornare alla COP27, il grande circo egiziano si è concluso con un solo risultato positivo, secondo la valutazione di questo accordo su danni e perdite.

Danni per chi e perché? Non saranno i Paesi devastati dalle guerre, non saranno le economie distrutte dalla politica, saranno i Paesi poveri colpiti da eventi meteorologici avversi come inondazioni, siccità, tempeste, ecc. 

La massiccia manipolazione del tempo e degli eventi meteorologici è ovviamente una questione che non viene discussa e mai menzionata.

Il Progetto Manhattan fu tenuto segreto solo per pochi anni, poi tutto il mondo venne a sapere cosa era successo nella Città Proibita. Invece, negli ultimi 70 anni, un’altra area si è sviluppata quasi di nascosto, causando danni che poi sono stati attribuiti alle forze della natura. Non a caso lo chiamo ( e non solo io) “Manhattan 2”. 

Dopo la Seconda guerra mondiale, parallelamente alle innumerevoli esplosioni nucleari, chiamati test, che hanno devastato il pianeta (la gente sapeva e non sapeva) sono iniziati esperimenti militari in campo meteorologico e climatico su scala sempre maggiore.

Nella riflessione critica sul fenomeno del cambiamento climatico incentivato e sulle sue cause, tuttavia, il militarismo e la spirale di distruzione innescata dalle attività militari a tutti i livelli sono rimasti finora esclusi dalla considerazione e dalla riflessione, almeno in pubblico.

La COP28 si terrà a Dubai l’anno prossimo e, visto il risultato della Coppa in Qatar, possiamo aspettarci “grandi cose”. La distopia prenderà una dimensione nuova e avrà luogo in Arabia Saudita, e la cosa interessante è che avrà luogo in un Paese che è apertamente all’avanguardia nella manipolazione del tempo. 

Tuttavia, per tracciare alcuni sviluppi storici e aspetti che illuminano lo scenario attuale, ho colto alcuni segnali e indicazioni che ritengo significativi.

Molti degli scienziati che hanno lavorato al Progetto Manhattan originale sono stati coinvolti anche nella creazione di modifiche meteorologiche e nella ricerca atmosferica (insieme agli esperimenti nucleari), creando di fatto un nuovo tipo di Progetto Manhattan. Uomini come: Edward Teller, Ross Gunn, Donald Hornig, Vannevar Bush, Bill Nierenberg e John von Neumann sono noti per aver svolto un lavoro serio sulla modificazione del tempo e sulla ricerca atmosferica.

Disse Vannevar Bush, riferendosi alla fine della Seconda Guerra Mondiale: Roosevelt mi ha chiamato nel suo ufficio e ha detto: “Che cosa succederà alla scienza dopo la guerra?” Ho detto, “Sta per fallire.” Disse: “Cosa faremo?” E gli ho detto: “Faremo meglio a fare qualcosa alla svelta.” 

Dopo la fine della guerra, si necessitava di nuovi nemici altrimenti certi finanziamenti sarebbero cessati.

La creazione del complesso militare/industriale/accademico fu opera di Vannevar Bush , il cui nome continua ad essere citato in ambito modificazione del tempo.

Vannevar Bush è probabilmente da considerare il fondatore del cosiddetto “New Manhattan Project”.  Alla fine del 1957, come introduzione al più citato documento di modificazione del tempo, scrisse:

È assolutamente possibile, se fosse abbastanza saggio, che l’uomo potrebbe produrre effetti favorevoli, forse di enorme importanza pratica, trasformando il proprio ambiente rendendolo più salutare per i propri scopi. Questa è certamente una questione che dovrebbe essere studiata con diligenza ed energicamente esplorata. I primi passi sono chiari. Al fine di controllare le questioni meteorologiche è necessario comprenderle meglio di quanto facciamo ora. Quando le capiremo pienamente, potremo in futuro, perlomeno, prevedere il tempo atmosferico con certezza, per intervalli ragionevoli di tempo.

 Uno dei nuovi nemici iniziò ad essere il tempo meteorologico e quindi Madre Natura.  

Dopo la seconda guerra mondiale, Vannevar Bush e i suoi compari spesero il loro capitale politico recentemente accumulato disegnando un progetto globale di modificazione del tempo, un governo ombra degli Stati Uniti e un governo mondiale di controllo. Ma come anche nel caso della tramontata eugenetica, si sapeva presto a dover scegliere la terminologia giusta, per convincere-di fare le cose ‘giuste’.

ALLORA: L’atomo divenne un amico, e con esso l’energia atomica, e si scoprì la necessità di “regolare” la popolazione, e questo per motivi di sopravvivenza (sovrappopolazione).

Il controllo del tempo era principalmente finalizzato a mitigare gli eventi estremi (siccità, inondazioni, uragani, fulmini, ecc.)

Il fatto da osservare è, che c’è stato un aumento senza precedenti di catastrofi naturali da quando la natura è finita nelle mani dei manipolatori.

Vannevar Bush fu coinvolto nella creazione di grandi organizzazioni nazionali postbelliche volte a consentire la ricerca scientifica finanziata da fondi statali e privati, portando così avanti l’eredità dell’OSRD (Office of Scientific Research and Development ). Queste organizzazioni del dopoguerra sono diventate i veicoli principali per lo sviluppo dei programmi di modificazione meteo dell’America. Questi veicoli erano l’Office of Naval Research (ONR) e la successiva National Science Foundation (NSF). VEDI QUI

È molto interessante notare che questa storia e tutti i nomi rimangono sconosciuti alla maggior parte delle persone. Dove sono stati i media tradizionali in tutti questi anni? 

Uno dei nomi più importanti è  J. von Neumann che disse nel 1955:

” Gli interventi in campo atmosferico e climatico . . . si svolgeranno su una scala difficile da immaginare al momento. . . . si fonderanno con gli affari di ogni nazione con quelli di ogni altra, più profondamente di quanto farebbe la minaccia di una guerra nucleare o di qualsiasi altra guerra”. 

Pochi anni dopo queste visioni ampie prendono forma concreta.

Nel 1960, la CIA ha scritto un Memorandum con il titolo “Climate control” firmato dal Generale Charles P. Cabell. Era l’epoca della Guerra Fredda e veniva proposto lo sviluppo del controllo climatico e della meteorologia come arma di guerra, non solo per la difesa, ma per il dominio territoriale, addirittura globale.

Il documento parla di controllo di clima, acqua, cibo, sottolineando anche l’importanza dell’energia nucleare per mettere in pratica le manipolazioni atmosferiche. Ricordo che molti degli scienziati-militari impegnati nel settore della manipolazione climatica vengono dal settore nucleare, basti pensare ad Edward Teller. Erano gli anni più caldi dei test atomici, Sulle vere intenzioni di queste ‘sperimentazioni’ sappiamo molto poco. 

Dal 1945 agli anni ’70, molti sforzi sono stati fatti negli studi sulla modifica del clima (vedi qui ).  Imprenditori americani provarono a inseminare le nuvole per aumentare le precipitazioni locali, scienziati russi proponevano “favolosi progetti” di ingegneria planetaria, agenzie militari esplorarono segretamente la “guerra meteorologica e climatica”.  

Le centinaia esplosioni nucleari in quota  influenzarono il clima?  Influenzarono le condizioni meterologiche? In totale sono esplosi 2053 ordigni nucleari. Ancora oggi in molti non lo sanno. PERCHÉ NON SONO STATE INDAGATELE CONSEGUENZE SUL CLIMA? 

Con l’ espansione nello spazio, la dimensione delle possibili guerre aveva acquisito nuove dimensioni. E vari THINK TANKS hanno svolto un ruolo importante nella valutazione e nella simulazione dei passi da compiere.

Sembra che in quegli anni alcuni si siano chiesti: 

E’ meglio la Guerra o la pace,

Esiste un documento al riguardo, di carattere alquanto inquietante, risalente agli anni Sessanta. Si chiama

Rapporto Iron Mountain 

Il Rapporto Iron Mountain è un testo pubblicato nel 1967, il cui titolo completo è “Rapporto da Iron Mountain sulla possibilità e desiderabilità della pace” (“Report from Iron Mountain on possibility and desiderability of peace”) . Il libro è stato curato da un giornalista indipendente, Leonard Lewin, che ha scritto la prefazione in cui spiega che il testo è un documento governativo ultra-segreto i cui presupposti risalgono alla presidenza Kennedy. Lewin ci ha raccontato che, nel 1965, fu costituito un Gruppo di studio speciale a cui l’esecutivo statunitense commissionò un’indagine per capire se la pace mondiale fosse davvero possibile e se fosse utile. Il Gruppo, composto da studiosi e ricercatori di alto livello accademico, dopo mesi di lavoro consegnò al governo il Rapporto che fu chiamato Iron Mountain dal nome del luogo, un rifugio antiaereo segreto nei pressi di New York, dove si erano riuniti gli scienziati.

Le conclusioni cui il Gruppo pervenne sono agghiaccianti: per la stessa sopravvivenza delle forme statali, per la loro conservazione e rafforzamento, per l’economia mondiale, la pace non è desiderabile ed è, al contrario, necessaria una situazione di conflitto costantein mancanza del quale è necessario ricorrere ad una serie di surrogati della guerra. La guerra è “la principale delle forme strutturanti della società”; essa “rappresenta nella macchina dell’economia una specie di volano (motore) che, con la sua inerzia, controbilancia i progressi della produzione”; essa garantisce il potere politico, ogni potere politico, poiché l’autorità di base di uno stato sui cittadini risiede nel suo potere militare”. Dunque, che cosa fare? Come rispondere alle masse che, istintivamente, anelano alla pace? Il Gruppo additò varie risoluzioni: ad esempio, si può imporre un’economia di guerra ma con altri fini. Un altro espediente è di formidabile attualità: inventare “nemici sostitutivi”, creare cioè un avversario che non esiste, ma dal quale si dichiara di doversi difendere.

Scrive il G.S.S.(Gruppo di Studio Speciale) : “Le minacce fittizie dovrebbero non solo apparire vere, ma essere credute tali con incrollabile convinzione e tale convincimento dovrebbe essere rafforzato dal sacrificio di esistenze umane in numero non insignificante”... Oltre a proporre la carta del terrorismo di stato attribuito, però, a fantomatiche organizzazioni fondamentaliste musulmane, il documento individua altri due strumenti per diffondere paura ed angoscia tra le popolazioni: la minaccia di un’invasione aliena e l’inquinamento deliberato dell’ambiente. La contaminazione degli ecosistemi con sostanze rilasciate nella biosfera, nell’ambito di un’operazione ad hoc, è la punta di diamante del documento non solo perché causa inquietudine nelle persone, ma anche poiché esplica la diabolica volontà di distruggere il pianeta. FONTE

Che il Rapporto sia un invenzione o meno, la veridicità del documento è discussa, questo testo sembra una mappa stradale e il paesaggio disegnato è già diventato molto realistico per noi.

I propositi per il futuro espressi negli anni Sessanta sono diventati sempre più espliciti.

Questa affermazione ormai diffusa è di Lyndon B. Johnson, che già nel 1962, poco prima di diventare Presidente degli Stati Uniti, riassumeva in poche parole molte cose: «Dallo spazio riusciremo a controllare il clima sulla terra, a provocare alluvioni e carestie, a invertire la circolazione negli oceani e far crescere il livello dei mari, a cambiare la rotta della corrente del Golfo e rendere gelidi i climi temperati».

Si tratta quindi della volontà di devastazione deliberata attraverso il controllo di eventi geofisici.

Gordon MacDonald

Sempre negli anni sessanta fu Gordon MacDonald ad illustrare possibili sviluppi climatici planetari che potrebbero essere innescati dall’uomo. Lo Stratega geopolitico e geofisico Gordon MacDonald, membro dell’Organo di Consulenza Presidenziale, tracciò possibili scenari futuri nel suo saggio ‘Come devastare l’ambiente” ( dal libro ‘ Unless Peace Comes’ del 1968), scaricabile in rete e tradotto da Nogeoingegneria. 

MacDonald ha incluso nel suo abbozzo di strumenti futuri di manipolazione ambientale, l’uso distruttivo delle onde dell’oceano (tsunami),  la fusione o destabilizzazione delle calotte polari (manipolazioni, spostamenti, fusione di enormi superfici di ghiaccio), uragani controllati, la riduzione intenzionale dell’ozono, il raffreddamento e il riscaldamento del pianeta  (raffreddare introducendo materiali nell’alta atmosfera capaci di assorbire i raggi in entrata o riscaldare trattenendo il calore in uscita) … Aveva scritto nel suo saggio: “un meccanismo esiste per modificare catastroficamente il clima della Terra. Il rilascio di energia termica, forse attraverso esplosioni nucleari lungo la base di uno strato di ghiaccio, potrebbe avviare uno scorrimento verso l’esterno della coltre di ghiaccio che sarebbe poi sostenuta dall’energia gravitazionale…

E siamo ancora negli anni Sessanta, una fase storica che ha portato a una moltitudine di progetti in Oriente e in Occidente.

Nel 1960 nacque un gruppo in sede NATO – il Karman Group – con il compito di  studiare le possibilità di ‘guerre ambientali’ come potenziale arma; alla guida del gruppo fu messo von Karman e più tardi Edward Teller. L’arma da studiare era una guerra condotta provocando intenzionalmente disastri ambientali, trasformando la natura in una vera arma capace di generare eventi catastrofici, di devastare l’agricoltura e le infrastrutture, di sciogliere i ghiacci per affogare città portuali avversarie, di deviare correnti marine e correnti atmosferiche, inoltre facendo esplodere ordigni nucleari finalizzati a provocare tempeste radioattive e incendi  su enormi spazi abitati. Tutto questo e altro ancora era scienza militare durante la Guerra Fredda.

Il Vietnam fu un grande campo di sperimentazione di guerra ambientale  

Furono le rivelazioni dei Pentagon Paper’ a far conoscere al grande pubblico ( ma molti non lo sanno lo stesso) la dimensione della guerra ambientale e delle manipolazioni meteorologiche come strumento durante la guerra nel Vietnam e diede senza dubbio  l’input principale alla Convenzione Internazionale ENMOD del 1977′ sul divieto di utilizzo di tecniche di modificazione ambientale per fini militari e altri ‘scopi ostili’. La Convenzione vieta ‘l’induzione artificiale di terremoti e tsunami, la modifica artificiale del tempo, del clima, di correnti oceaniche, dello strato di ozono e della ionosfera’.

Se hanno vietato queste operazioni, devono esserci stati degli episodi specifici. Di certo non emetteranno divieti per fatti inesistenti, no?

Con i vincoli della Convenzione ENMOD, diventò indispensabile connotare tali progetti e operazioni con nomi ed argomentazioni di fantasia. In ambito militare, il camuffamento è pratica ordinaria, fa parte del gioco, e quindi si fa di routine.

Il professor Marvin Herndon ha scritto pochi giorni fa una lettera aperta alla Corte penale internazionale in cui il documento Enmod svolge un ruolo di rilievo e scrive:

Nel 1978 l’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) ha supervisionato la creazione della Convenzione sulla proibizione dell’uso militare o di altri usi ostili delle tecniche di modificazione ambientale (ENMOD), un trattato internazionale volutamente vago e ingannevole che è servito come cavallo di Troia per fornire una base “legale” per le successive attività di geoingegneria a livello mondiale (come descritto nel presente documento). Sin dalla creazione del Programma Ambientale delle Nazioni Unite (UNEP) nel 1972, l’ONU e alcune delle sue altre agenzie, tra cui l’Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO), il Gruppo Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici (IPCC) e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), si sono formalmente impegnate per l’integrità dell’ambiente planetario.

La lettera di Marvin Herndon  trovate tradotta sul sito.

Due parole sulla

NASCITA DELL’ AMBIENTALISMO

Il professore di storia dell’Oregon State University, Jacob Darwin Hamblin, ha individuato nelle sue ricerche gli inizi dell’ambientalismo come nuovo stratagemma di dominio, che si è manifestato all’inizio degli anni Settanta.

Hamblin, autore del libro “ARMING THE NATURE”, espone l’evoluzione di un concetto che vede nella strumentalizzazione dei fattori ambientali l’arma principale per raggiungere posizioni di supremazia.

Le tesi esposte da Hamblin nel suo libro sono frutto di intense ricerche e spingono l’immaginazione del lettore, nutrendola con dati impressionanti dal passato, verso “un futuro in cui gli scienziati cercano di aiutare i governi a causare, non a prevenire o attenuare, catastrofi naturali”.

E’ stato il mondo militare a coniare il termine “guerra ambientale” negli anni ‘60 ed a far entrare il concetto in molti progetti. Parallelamente si sviluppò in forma esplicita l’ambientalismo. Hamblin traccia connessioni tra questi due filoni e sostiene che gran parte del pensiero ambientalista moderno abbia radici nell’elaborato di scienziati e strateghi militari durante i giorni bui della guerra fredda.

Alcuni personaggi rappresentano particolarmente bene gli intrecci o i doppi coinvolgimenti:

Un esempio è Jay Forrestedel MIT, che modellava sistemi di difesa per l’esercito degli Stati Uniti prima di costruire il modello di analisi del “Giorno del giudizio” (Doomsday) che sta alla base di un libro-pilastro del Club of Rome del 1972, “I limiti dello sviluppo” (The limits to growth) .Aurelio Peccei

Nel 1972, il fondatore del Club di Roma  aveva pubblicato il suo libro I limiti della crescita”, un libro che era stato commissionato dal Club di Roma e che aveva un approccio malthusiano alla sovrappopolazione. Il libro avrebbe messo in discussione la sostenibilità della crescita economica globale. Peccei era stato invitato da Schwab a fare il discorso principale al World Economic Forum del 1973, Forum nato nel 1971 e cresciuto in dimensioni, scala e potere in pochissimo tempo.

Il Forum è praticamente nato a partire da un corso ad Harvard finanziato dalla CIA e guidato da Henry Kissinger, al quale ha partecipato anche Klaus Schwab, uno studente di dottorato che è stato selezionato per il grande progetto del WEF.

E’ l’ora di Creare il nuovo paradigma

Alla fine degli anni Sessanta e all’inizio degli anni Settanta, i circoli internazionali – nei quali il nome di David Rockefeller spicca da decenni (e Kissinger viene da lì) – hanno lanciato una serie impressionante di organizzazioni d’élite e think tank.

Tra queste, il Club di Roma, il 1001: A Nature Trust, legato al World Wildlife Fund (WWF), anche la Conferenza della Giornata della Terra delle Nazioni Unite di Stoccolma, lo studio del MIT Limits to Growth e la Commissione Trilaterale di David Rockefeller.

Nel 1972 fu celebrato il primo EARTH DAY  coordinato da Maurice Strong. E fu perfino  battezzato Father of Earth. Maurice Strong ha contribuito fortemente a mobilitare il mondo sull’ambientalismo.

 Il movimento ambientale globale ha assunto la sua forma in tre tappe. La Conferenza di Stoccolma del 1972, la creazione del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP) subito dopo e la Conferenza di Rio del 1992. Tutte e tre sono state organizzate e gestite da Maurice Strong.

Il legame tra Maurice Strong e Rockefeller è fondamentale.

Rockefeller ha sempre preferito un ruolo nell’ombra, in particolare John Rockefeller.

Rockefeller ha sponsorizzato anche il Club of Rome.

Nel suo rapporto del 1974, Mankind at the Turning Point, il Club di Roma ha sostenuto che:

La crescente interdipendenza tra nazioni e regioni deve tradursi in una diminuzione dell’indipendenza. Le nazioni non possono essere interdipendenti senza che ciascuna di esse rinunci a una parte della propria indipendenza, o almeno ne riconosca i limiti. È giunto il momento di elaborare un piano generale per una crescita organica e sostenibile e per uno sviluppo mondiale basato sull’allocazione globale di tutte le risorse finite e su un nuovo sistema economico globale. [v] Questa è stata la prima formulazione dell’Agenda 21 delle Nazioni Unite, dell’Agenda2030 e del Grande Reset di Davos del 2020.

David Rockefeller e Maurice Strong

L’organizzatore di gran lunga più influente dell’agenda di Rockefeller sulla “crescita zero” nei primi anni ’70 fu quindi l’amico di lunga data di David Rockefeller, Maurice Strong.

 Maurice Strong è stato uno dei primi propagatori della teoria secondo la quale le emissioni di CO2 prodotte dall’uomo, dai veicoli di trasporto, dalle centrali a carbone e dall’agricoltura, causano un drammatico e crescente aumento della temperatura globale che minaccia “il pianeta”, il cosiddetto riscaldamento globale. Maurice Strong ha lanciato l’ordine mondiale dell’ambiente. La sua fama delluomo che salvò la Terra parte soprattutto nel 1992.

 

Nel 1992 Al Gore e Maurice Strong a Rio de Janeiro, la COP1

 Nel giugno del 1992, egli presiedeva a Rio de Janeiro la delegazione americana alla Conferenza Mondiale per l’Ambiente, cui hanno partecipato 7.892 delegazioni venute da tutto il mondo, con un illimitato sostegno finanziario da parte di fondazioni come Carnegie, Kettering, Rockefeller, Rothschild (Edmond) e altre che, insieme a queste ultime o senza di esse, vengono mantenute dalle sei principali organizzazioni americane “non governative”, specializzate nella “difesa dell’Ambiente”, come Sierra Club, Friends of Earth, National Wildlife Federation e così via.

UN MONDO ESCLUSO AI VERTICI CLIMATICI AMBIENTALI

Mentre in passato sono stati diffusi molti documenti sugli sforzi per modificare le condizioni ambientali, dopo l’ENMOD è calato il silenzio. Nessuna meraviglia, quindi, che nemmeno il COP abbia prestato attenzione. Ciononostante, la ricerca e la sperimentazione sono proseguite.

Nel 1997 è stato pubblicato l’ormai noto documento OWNING THE WEATHER. Nello stesso anno veniamo a conoscenza della proposta di Edward Teller di un metodo economico per manipolare il clima terrestre, che fino ad oggi è stato rigorosamente ignorato dai vertici.   In questo arco di tempo viene costruito l’impianto HAARP (High Frequency Active Auroral Research Program) in Alaska, seguito dalla costruzione di numerose installazioni analoghe – Riscaldatori Ionosferici  in tutto il mondo.

HAARP – Un sistema di armamenti con effetti devastanti sul clima

Il 5 febbraio 1998 la sottocommissione “Sicurezza e disarmo” del Parlamento europeo tenne un’audizione in cui si parlò anche di HAARP.

Leggiamo: 

Benché invitati, i rappresentanti della NATO e degli USA preferirono non partecipare. La commissione deplora che gli USA non abbiano inviato nessuno all’audizione e non abbiano approfittato dell’occasione per commentare il materiale presentato.

HAARP, il programma di ricerca sulle radiazioni ad alta frequenza (High Frequency Active Auroral Research Project) è condotto congiuntamente dall’aeronautica militare e dalla marina militare americane e dall’Istituto di geofisica dell’Università dell’Alaska di Fairbanks. Progetti analoghi vengono condotti addirittura in Norvegia, probabilmente in Antartide, ma anche nell’ex Unione Sovietica. HAARP è un progetto di ricerca in cui, attraverso impianti basati a terra e una serie di antenne, ciascuna alimentata da un proprio trasmettitore, si riscaldano con potenti onde radio parti della ionosfera. L’energia così generata riscalda talune parti della ionosfera provocando buchi e lenti artificiali….A partire dagli anni ’50 gli Stati Uniti hanno effettuato esplosioni di materiale nucleare nelle fasce di Van Allen(25) per sondare gli effetti delle esplosioni atomiche ad un’altezza così elevata sulle trasmissioni radio e le operazioni radar in virtù dell’intenso impulso elettromagnetico scatenato dalle deflagrazioni. Esse crearono nuove fasce di radiazione magnetica comprendenti quasi tutta la terra. Gli elettroni correvano lungo linee di campo magnetiche creando un’aurora boreale artificiale sopra il Polo Nord. Con questi test militari si rischia seriamente di danneggiare per molto tempo la fascia di Van Allen. Il campo magnetico terrestre può essere distrutto in vaste aree impedendo le comunicazioni via radio. Secondo scienziati americani ci vorranno probabilmente molte centinaia di anni prima che la fascia di Van Allen si stabilizzi nella sua posizione normale. Il sistema HAARP può provocare mutamenti delle costanti meteorologiche. Esso può anche influenzare tutto l’ecosistema, soprattutto nella sensibile area antartica…. VEDI QUI 

Tutto questo è diventato complottismo, a dispetto di numerose figure di alto livello nel settore e dei documenti ufficiali, e gli attaccanti non tengono nemmeno in considerazione le migliaia di test nucleari e le loro conseguenze.

L’atmosfera superiore è stata sistematicamente studiata e sottoposta a manipolazione nel corso di oltre 60 anni.

Nel 2011, Rosalie Bertell si è rivolta alle Nazioni Unite con una lettera. Bertell è stata membro di commissioni governative, ha lavorato per tutta la vita con le Nazioni Unite e ha un curriculum impressionante.

Questa lettera basterebbe a illustrare l’essenza di ciò che dovrebbe essere presentato a un organismo che si occupa di caos climatico. La lettera, a cui non è mai stata data risposta, è disponibile sul sito.

COME È POSSIBILE IGNORARE QUESTA REALTÀ IN UN DIBATTITO SUL CLIMA IN CUI CI SI CONCENTRA SUL CAOS METEOROLOGICO E CLIMATICO E SI PROGETTANO MISURE PER ” SALVARSI”, CHE NON FANNO ALTRO CHE PEGGIORARE LA SALUTE DEL CLIMA E DEL PIANETA?

E COME È POSSIBILE CHE SI STIANO “PRENDENDO IN CONSIDERAZIONE” MISURE CHE VEDIAMO GIÀ APPLICATE DA ANNI?

Ci sarebbe molto altro da illustrare ed evidenziare. MA MI FERMO QUI.

Maria Heibel

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