E’ una notizia che viene, nientemeno da ricercatori del NOAA. La proposta è indirizzata ad attenuare i cambiamenti del clima

Ndr: Siamo stati avvertiti per settimane che questo sarà l’inverno più freddo di sempre. Di fronte a questo scenario ipotetico, con le bollette energetiche che aumentano in termini reali e l’energia disponibile ridotta artificialmente per ovvie ragioni politiche ed economiche, questa non è una buona notizia. In effetti, non lo è comunque. La proposta non è inedita, è strano che venga presentata come un’idea nuova, in realtà viene solo pubblicizzata di nuovo. Questo studio del NOAA prende spunto dalle eruzioni vulcaniche e dai grandi incendi (non accidentali) negli Stati Uniti nel 2017: un lavoro di manipolazione geoingegneristica dovrebbe fermare il riscaldamento globale, ma potrebbe in realtà innescare una glaciazione globale come effetto indesiderato. Un mese prima dell’ annuncio dello studio, un esperimento stratosferico è stato bloccato. Oscurare il Sole: Svezia annulla controverso esperimento di geoingegneria finanziato da Bill Gates

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Di ANTONIO LOMBARDI

Una nuova proposta di intervento sul clima sta guadagnando terreno nella comunità scientifica. L’idea prevede l’iniezione di particelle sottili che riflettono la luce solare nella stratosfera terrestre per ridurre l’irraggiamento di calore proveniente dal sole. Anche se vi sono numerosi interventi a riguardo, tuttavia, la geoingegneria è un campo estremamente complesso. 

Gli scienziati lavorano al NOAA

Karen Rosenlof e Ru-Shan Gao del laboratorio per le scienze chimiche del NOAA spiegano, in una e-mail, che l’idea sarebbe quella di produrre tonnellate di materiali, come diossido di zolfo, e disperderlo a venti chilometri di altitudine nella stratosfera.

Idea ingegnosa

La domanda sorge spontanea: come è possibile sollevare una quantità sufficiente di corpuscoli riflettenti in modo efficiente e sostenibile? Rosenlof, Gao e il loro collega Pengfei Yu suggeriscono di mescolare alcune particelle di carbonio nere o marroni negli aerosol, che li porterebbero naturalmente all’altitudine desiderata, grazie al calore del sole, secondo un nuovo studio pubblicato sulla rivista Science Advances.

Questo metodo, mediante lo sfruttamento dell’energia solare, potrebbe abbassare significativamente l’altitudine necessaria per il rilascio della miscela, raggiungibile anche con gli aerei moderni, portando l’umanità sostanzialmente più vicina a un mezzo praticabile per combattere il cambiamento climatico.

Potrebbe innescare una glaciazione

La proposta dello studio per una messa in atto efficiente non è priva di inconvenienti. Secondo Rosenlof e Gao resta la necessità di capire quali scenari saranno più facilmente attuabili, oltre a capire quali saranno gli effetti collaterali sul clima e sulla temperatura superficiale. È importante ricordare che, come forma di geoingegneria, l’iniezione di aerosol nell’aria rappresenta un livello di manipolazione planetaria mai visto prima. E non sarà localizzato solo negli Stati Uniti. Le implicazioni sono impressionanti e le conseguenze hanno il potenziale per essere gravi, si legge in un blog sul confronto di modelli riguardo la geoingegneria.

Sempre stando a quanto riferito dai due ricercatori, degli studi di modellazione su scala globale hanno rivelato gli impatti sullo strato di ozono nella stratosfera e sui modelli metereologici superficiali; c’è la possibilità che si verifichino cambiamenti nelle nuvole ad alta quota, mentre il cielo potrebbe assumere una colorazione biancastra e i tramonti potrebbero apparire più colorati.

Alcuni potrebbero immediatamente sentirsi catapultati in film popolari degli ultimi decenni come “The Matrix” e “Snowpiercer”, che raffiguravano effetti di congelamento incontrollato all’indomani di una geoingegneria troppo zelante. Ma al momento della stesura, i ricercatori non hanno motivo di credere che l’utilizzo di questa tecnica possa sfociare in scenari simili. (ndr alcuni potrebbero anche ricordare i cieli che vediamo da anni)

Una soluzione temporanea di geoingegneria

La nuova proposta del gruppo di ricerca è stata ispirata dagli incendi (ndr non accidentali) del 2017 nel Pacifico nord-occidentale degli Stati Uniti, quando enormi quantità di particelle di carbonio nero sono state sollevate verso la stratosfera terrestre, dove sono rimaste per mesi. Avendo modo di osservare l’accaduto, i ricercatori hanno notato che particelle simili di colore nero o marrone potrebbero assorbire energia solare sufficiente a sollevare le molecole di aerosol circostanti abbastanza in alto da riflettere la luce solare in modo efficace.

Come si è potuto osservare dalle Ere Glaciali che hanno pervaso il pianeta Terra a causa delle eruzioni super vulcaniche, le polveri che si sollevano fino alla stratosfera non vi rimangono per più di tre anni. Da un lato, quindi, potrebbe servire come un modo praticabile per ritardare o differire gli effetti del cambiamento climatico, preservando una biosfera più amichevole per la vita. Ma mentre rimangono molte variabili sconosciute, forse è confortante sapere che anche questo livello di geoingegneria non è permanente. FONTE https://www.meteogiornale.it/2021/07/meteo-notizia/clima/meteo-e-clima-della-terra-possiamo-controllarlo-generare-glaciazione/

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In realtà, questo non è un argomento nuovo – il controllo del clima è al centro degli interessi della scienza e dei militari da molto tempo

Già più di 50 anni fa, un personaggio di spicco ha spiegato i modi e le possibilità che possono generare un cambiamento climatico su larga scala. Lo Stratega geopolitico e geofisico Gordon MacDonald, membro dell’Organo di Consulenza Presidenziale, tracciò possibili scenari futuri nel suo saggio ‘Come devastare l’ambiente” ( dal libro ‘ Unless Peace Comes’ del 1968), scaricabile in rete e tradotto da Nogeoingegneria. MacDonald includeva, nel suo abbozzo di  futuri strumenti di manipolazione, l’uso distruttivo delle onde dell’oceano (tsunami),  la fusione o destabilizzazione delle calotte polari (manipolazioni, spostamenti, fusione di enormi superfici di ghiaccio), uragani controllati, la riduzione intenzionale dell’ozono, il raffreddamento e il riscaldamento del pianeta  (raffreddare introducendo materiali nell’alta atmosfera capaci di assorbire i raggi in entrata o riscaldare trattenendo il calore in uscita) … Aveva scritto nel suo saggio: “un meccanismo esiste per modificare catastroficamente il clima della Terra. Il rilascio di energia termica, forse attraverso esplosioni nucleari lungo la base di uno strato di ghiaccio, potrebbe avviare uno scorrimento verso l’esterno della coltre di ghiaccio che sarebbe poi sostenuta dall’energia gravitazionale…

Ma le tracce e gli sforzi per realizzare una massiccia manipolazione del clima vanno ancora più indietro. 

Da circa 100 anni  possiamo osservare un ‘salto di qualità’ nel progettare guerre (manipolazioni) ambientali in diverse direzioni; si iniziava a mettere le mani sul pianeta intero. Un progetto sorprendente illustra questo passaggio:  Hermann Oberth, tedesco-ungherese fisico e ingegnere, progettò  già nel 1929 una gigantesca lente geostazionaria capace di concentrare la luce solare e far bollire un oceano o sciogliere ghiacci: questo ‘canone solare’  era allo studio nei laboratori del Terzo Reich. …

Dopo la Seconda Guerra Mondiale furono avanzate proposte di fusione delle calotte polari da figure ben note, come il primo direttore generale dell’UNESCO Julian Huxley nel 1946 (bomba nucleare) oppure un alto funzionario presso il US Weather Bureau, l’ingegnere petrolifero russo Petr Mikhailovich Borisov. La sua proposta per scioglierli fu quella di spargere sulla superficie polvere di carbone. I ghiacciai neri  della Groenlandia  e dell’ Himalaya non possono che suscitare un certa perplessità.  …

Nel 1960 nacque un gruppo in sede NATO – il Karman Group – con il compito di  studiare le ‘guerre ambientali’ come potenziale arma; alla guida del gruppo fu messo von Karman e più tardi Edward Teller. L’arma da studiare si chiamava  «environmental warfare», una guerra condotta provocando intenzionalmente disastri ambientali, trasformando la natura in una vera arma capace di generare eventi catastrofici, di devastare l’agricoltura e le infrastrutture, di sciogliere i ghiacci per affogare città portuali avversarie, di deviare correnti marine e correnti atmosferiche, inoltre facendo esplodere ordigni nucleari finalizzati a provocare tempeste radioattive e incendi  su enormi spazi abitati. Tutto questo e altro ancora era scienza militare durante la Guerra Fredda. (Link )

Nel 1960 la CIA scrisse un Memorandum con il titolo “Climate control” firmato dal Generale Charles P. Cabell (cacciato da J.F.Kennedy per motivi non conosciuti) il quale descriveva lo sviluppo del controllo climatico e della meteorologia come arma da guerra, non solo per la difesa ma per il dominio territoriale ed anche globale. Il documento parlava di controllo di clima, acqua, cibo, sottolineando l’importanza dell’energia nucleare per mettere in pratica le manipolazioni atmosferiche. Molti degli scienziati-militari impegnati nel settore della manipolazione climatica venivano dal settore nucleare, basti pensare ad Edward Teller…

ARTICOLO INTEGRALE  TERRA COME ARMA E GEOINGEGNERIA COME GUERRA

Vedi anche

 LA RAND CORPORATION E IL NUOVO PROGETTO MANHATTAN

 GENERALE FABIO MINI: LA GUERRA AMBIENTALE È IN ATTO

 

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