Amazing Turbine-Rocket to Explore Outer Space (Dec, 1931)

Il centro spaziale Goddard della Nasa di Greenbelt, nel Maryland è punto di riferimento per i lanci delle sonde protagoniste dell’esplorazione del Cosmo e lo studio dei più potenti sistemi per la propulsione.Il nome viene da Robert Hutchings Goddard. Goddard è considerato il padre della propulsione moderna, e quindi il fautore degli apparati che hanno permesso ai missili di staccarsi da terra (qui la sua storia per esteso). Chi è? 

Robert Goddard nacque a Worcester, nel Massachusetts (Stati Uniti), e iniziò ad interessarsi allo spazio ben prima di intraprendere i suoi studi alla Clark University. La sua passione sfociò quando aveva sedici anni, leggendo il classico della fantascienza La guerra dei mondi di H.G. Wells. Nel 1914, progettò dei motori per razzi, grazie agli investimenti della Smithsonian Institution. Nel 1919 scrisse riguardo alla possibilità di viaggi sulla Luna.

Goddard lanciò il primo razzo a combustibile liquido il 16 marzo 1926 a Auburn nel Massachusetts. Il giornale che pubblicò la notizia, la descrisse con una laconica dichiarazione: “Il primo volo di un razzo a propellente liquido è stato fatto ieri al podere della zia Effie”. Il razzo, ribattezzato “Nell”, era della grandezza di un braccio umano, e si alzò di appena 14 m durante il suo volo di appena mezzo secondo.

Goddard era molto sospettoso verso gli altri e spesso lavorò completamente da solo, per paura che qualcuno potesse limitare l’espansione del suo lavoro. La sua asocialità fu un risultato di come fu trattato dagli altri scienziati suoi contemporanei e dai media. Ad esempio, dopo uno dei suoi esperimenti nel 1929, un giornale locale di Worcester titolò ironicamente “Razzo lunare manca l’obiettivo di appena 238799 miglia e mezzo”. Un altro esempio fu una retrospettiva ironica del The New York Times su Goddard che si intitolò “Un metodo per raggiungere estreme altitudini”. L’articolo del NY Times si basava sul fatto che “ognuno” sa che un razzo non può viaggiare nel vuoto, poiché non c’è nulla da cui trarre la spinta. “Goddard” – citava l’articolo – “sembra non avere nemmeno le conoscenze di base delle scuole superiori”.

Goddard con il primo razzo a propellente liquido.

Successivamente Goddard si trasferì a Roswell, nel Nuovo Messico (molto prima che diventasse il centro della mania degli UFO), dove lavorò per decenni nel più assoluto isolamento. Benché avesse sottoposto il suo lavoro nel campo della missilistica all’attenzione dell’Esercito statunitense, non ebbe successo, poiché l’esercito in gran parte non riuscì ad afferrare l’applicazione militare delle sue teorie (ad eccezione del bazooka, un prototipo da lui presentato nel novembre del 1918, poco prima della fine della prima guerra mondiale). Ironicamente, fu invece la Germania nazista ad avere più interesse per le sue ricerche, soprattutto grazie a Wernher von Braun, che concretizzò le sue teorie. I razzi V2, che causarono migliaia di morti civili, erano molto simili ai progetti di Goddard.

Nel 1969, giusto pochi giorni prima dell’atterraggio dell’Apollo 11 sulla Luna, il New York Times ritrattò l’editoriale su Goddard pubblicato 49 anni prima. “Gli ulteriori esperimenti e ricerche” – diceva il giornale – “hanno confermato i risultati di Isaac Newton nel XVII secolo, dimostrando definitivamente che un razzo può muoversi nel vuoto così come nell’atmosfera. Il Times si rammarica dell’errore”.

Goddard ricevette 214 brevetti per il suo lavoro, la maggior parte di essi li ottenne dopo la sua morte avvenuta nel 1945; il corpo venne sepolto nel Cimitero Hope di Worcester, Massachusetts. Il Goddard Space Flight Center, costruito nel 1959, fu chiamato così in suo onore.

FONTE https://en.wikipedia.org/wiki/Robert_H._Goddard

 

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