La narrazione della pandemia sta cominciando a sgretolarsi, lo spauracchio del “cambiamento climatico” sta venendo di nuovo alla ribalta e noti attori stanno offrendo procedure per salvarci.

Una convenzione delle Nazioni Unite dimenticata da tempo può essere rispolverata per risolvere le contraddizioni del cambiamento climatico e meteorologico”, suggerisce Tracy Raczek.

Sì, sarebbe una possibilità se si affrontasse onestamente ciò che sta accadendo da molti decenni e che sta influenzando pesantemente le attuali condizioni meteorologiche e climatiche. La manipolazione deliberata dell’atmosfera è una realtà, ma è deliberatamente nascosta o negata. E la inviata per il clima del segretario generale dell’ONU e del presidente dell’Assemblea Generale non nega questa realtà, anzi, il contrario.

 

By Tracy Raczek

Consulente per il clima del segretario generale dell’ONU e del presidente dell’Assemblea generale

Mentre il cambiamento climatico ha dominato l’agenda internazionale negli anni passati, le iniziative per influenzare il tempo e riflettere il calore solare hanno ricevuto meno attenzione nonostante il loro potenziale di aumentare le tensioni regionali.

I paesi ricorrono sempre più spesso alla tecnologia per cambiare le condizioni dell’atmosfera, degli oceani e dei ghiacci per migliorare il tempo a loro vantaggio o diminuire il riscaldamento globale. Tuttavia, i risultati di questi interventi possono attraversare i confini e ciò che può essere buono per un paese può non esserlo per i suoi vicini.

La Cina ha in programma di riuscire a modificare il tempo su metà del suo territorio entro il 2025

Questo non è un problema ipotetico. L’Iran ha già accusato Israele di rubare la sua acqua usando il cloud-seeding e riducendo le precipitazioni sul suo territorio. La Cina, che già altera artificialmente il proprio tempo sulle principali città, progetta di essere in grado di modificare il tempo su metà del suo territorio entro il 2025, con conseguente spavento dei vicini, tra cui l’India. E due rivali del Medio Oriente – gli Emirati Arabi Uniti e l’Arabia Saudita – stanno incrementando le operazioni per creare pioggia.

Il miglior meccanismo per controllare tali interventi si trova in una convenzione delle Nazioni Unite che risale alla fine della guerra del Vietnam. La Convenzione sulla proibizione dell’uso militare o di qualsiasi altro uso ostile delle tecniche di modifica ambientale, nota come Convenzione ENMOD, è entrata in vigore nel 1978 ed è stata ratificata da 78 paesi, tra cui Russia, Stati Uniti, Gran Bretagna, Cina e Germania.

La convenzione è stata elaborata tra le superpotenze della Guerra Fredda in seguito alle preoccupazioni di carattere etico sull’Operazione Popeye – un programma segreto di inseminazione delle nuvole condotto dalla US Air Force dal 1967 al 1972 per estendere la stagione dei monsoni in Vietnam e Laos in modo che le strade fossero inondate, ostacolando i movimenti militari dei Viet Cong.

La vita dei civili, la produzione locale di cibo e la proprietà privata possono essere danneggiate o distrutte da questa tecnologia indiscriminata quando viene usata in un conflitto.

Dato che il pianeta si riscalda rapidamente, c’è un urgente bisogno di rivedere l’ENMOD. L’accordo afferma nel primo articolo che i firmatari “non devono ricorrere all’uso militare oppure a qualsiasi altro uso ostile di tecniche di modifica dell’ambiente con effetti diffusi, duraturi o gravi in quanto mezzo di distruzione, danno o infortuni a qualsiasi altro Stato membro”. La parola ” oppure” è importante. Non è necessario che siano presenti tutti e tre i criteri – diffuso, duraturo, grave – il che significa che molte tecnologie che modificano il tempo e il clima soddisfano almeno un criterio.

50 È il numero di paesi che già utilizzano tecnologie che modificano il tempo, secondo l’Organizzazione Meteorologica Mondiale

Il secondo articolo di ENMOD delinea quali tecnologie di modifica dell’ambiente sono coperte dalla convenzione. Anche qui viene offerta una larga scelta. Essa include “qualsiasi tecnica per cambiare – attraverso la manipolazione deliberata dei processi naturali – la dinamica, la composizione o la struttura della terra, compreso il suo biota, litosfera, idrosfera e atmosfera, o dello spazio esterno”. Questo riguarderebbe tutte le tecnologie che modificano il tempo e il clima che sono attualmente in uso.

La parte più ambigua della convenzione – che ha bisogno di aggiornamenti e chiarimenti – è la questione dell’intento. L’uso di questa tecnologia per fini militari o ostili è strettamente proibito e le violazioni possono essere riferite al Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Sono invece permessi in ogni caso gli “scopi pacifici”.

Ma cosa succede se viene usato con intenti apparentemente pacifici, causando al contempo danni a un paese vicino?

Questa domanda è tanto più difficile quanto più le comunità e i paesi guardano alla modificazione del tempo e alla geoingegneria per proteggersi dagli effetti peggiori del riscaldamento globale. Gli usi ostili e pacifici di questa tecnologia possono diventare mescolati.

La tecnologia si suddivide, generalmente, in tre categorie con obiettivi diversi: fertilizzare l’oceano per aumentare il suo assorbimento di carbonio; schiarire le nuvole o il ghiaccio per riflettere più luce solare nello spazio e quindi ridurre il riscaldamento globale o locale; o la tecnologia più comune – come si vede nelle zone agricole o nelle aree sciistiche – di iniettare aerosol nella stratosfera per aumentare le precipitazioni o la neve, o per modificare una tempesta.

Tali operazioni sono già in corso in più di 50 paesi, secondo l’Organizzazione Meteorologica Mondiale (ndr: e da molto tempo). L’aeronautica militare del Messico, per esempio, ha iniziato il cloud-seeding negli ultimi 12 mesi. L’Arctic Ice Project, una ONG, intende distribuire piccole perle di vetro cave, composte da biossido di silicio, su parti del ghiaccio del Mare Artico e nell’Oceano Artico per aumentare la riflettività e rallentare il riscaldamento globale. Le università australiane stanno sperimentando uno spray salino sulla Grande Barriera Corallina per riflettere maggiormente il calore del sole nel tentativo di conservare la barriera.

Gli scienziati sono tormentati, tuttavia, dalla complessità che comporta la comprensione dell’impatto diretto della tecnologia e dei suoi effetti a catena. Nel caso del cosiddetto cloud brightening – un tipo di gestione della radiazione solare (Sun Radiation Managment) – c’è incertezza su come potrebbe influenzare negativamente i sistemi ecologici, l’agricoltura e il riscaldamento globale.

Il Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC) nota che la schiaritura delle nuvole rischia di esaurire lo strato di ozono del pianeta e di influenzare i modelli meteorologici regionali, non facendo nulla per ridurre l’acidificazione degli oceani. Inoltre, per ridurre efficacemente il riscaldamento globale, la schiaritura delle nuvole dovrebbe essere sostenuta da guerre, crolli economici e problemi tecnologici. Qualsiasi interruzione prolungata vedrebbe il riscaldamento globale rimbalzare verso l’alto.

Nel caso del cloud-seeding, c’è incertezza sugli impatti negativi sui paesi vicini, alcuni dei quali stanno già affrontando il problema della sicurezza alimentare o dell’acqua – preoccupazioni che aumenteranno per molti man mano che il clima che cambia altera la distribuzione, la prevedibilità e la quantità delle precipitazioni.

Sono tre gli aspetti dell’uso della tecnologia che hanno particolari implicazioni per la sicurezza. In primo luogo, la minaccia che il suo dispiegamento in un’area possa influire negativamente sulla situazione di un’altra. In secondo luogo, c’è la difficoltà di distinguere gli effetti dannosi sui paesi vicini da quelli insignificanti. Infine, la facilità con cui l’uso della tecnologia potrebbe essere rivendicato come pacifico, ma applicato segretamente per danneggiare un avversario.

Solo ENMOD ha la competenza di occuparsi dell’uso delle tecnologie ambientali come arma

Dal momento che i paesi impiegano questa tecnologia, ci sono domande su quale sistema internazionale sia più adatto a controllarla in un contesto di clima e sicurezza.

La risposta è ENMOD.

Altre convenzioni e forum delle Nazioni Unite sull’ambiente e il clima, come la UN Framework Convention on Climate Change, l’UN Environment Assembly, l’IPCC e la UN Biodiversity Convention sono essenziali per affrontare vari aspetti del cambiamento climatico. Gli organismi delle Nazioni Unite come il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, lo Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale e la Commissione di Diritto Internazionale sono altrettanto essenziali nell’ affrontare come la sicurezza influisce sul clima e viceversa.

Tuttavia, nessuna di queste ha ricevuto il mandato di affrontare l’uso delle tecnologie ambientali come un’arma. Solo la Convenzione ENMOD ha questo mandato.

Anche la tempistica è propizia. L’articolo VIII della ENMOD stabilisce che il segretario generale dell’ONU debba verificare ogni 10 anni con gli Stati aderenti alla convenzione la necessità di rivedere la convenzione stessa. Quel momento è arrivato.

Dopo i fallimenti della revisione nel 2002 e nel 2013, il segretario generale dell’ONU ha l’obbligo di effettuare una nuova consultazione con le parti entro il 2023. Se almeno 10 rispondono positivamente, il segretario generale è tenuto a convocare una conferenza di revisione.

Il segretario generale António Guterres dovrebbe utilizzare il potere della sua carica per sollecitare gli aderenti a sostenere una solida revisione della convenzione. Bisognerebbe promuovere l’adesione di altri paesi alla convenzione, dato che sempre più paesi adottano tecnologie che modificano l’ambiente.

È inoltre cruciale che la convenzione sia aggiornata per riflettere il concetto comune e aggiornato di intento “pacifico” e “ostile”.

Di fronte al cambiamento climatico, i paesi devono innanzitutto ridurre le emissioni e sostenere l’adattamento al clima. Allo stesso tempo, però, devono occuparsi delle implicazioni di sicurezza della geoingegneria e della modifica del clima. Rivedere l’ENMOD è il punto di partenza.

TRADUZIONE A CURA DI NOGEOINGEGNERIA

FONTE https://www.chathamhouse.org/2022/02/geoengineering-reining-weather-warriors

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Post-Pandemic Scenarios – XLV – Climate 3

LA MODFICA DEL TEMPO E DEL CLIMA VA AVANTI DA DECENNI

Geoingegneria Watch querela “Fact Checker”

I cosiddetti “Fact Checker” stanno impedendo il legittimo dibattito scientifico riguardante le operazioni di manipolazione climatica e innumerevoli altre questioni di importanza cruciale. Il nostro diritto alla libertà di parola è in bilico, ed è ora di ritenere gli attori legalmente responsabili delle loro azioni.  Il video-report di 15 minuti di seguito delinea il contesto dell’azione legale intrapresa contro l’unico scienziato responsabile della censura di Facebook di GeoengineeringWatch.org e del documentario The Dimming.

 IL DOCUMENTARIO: “THE DIMMING”

IL FILM “OVERCAST – ESPERIMENTI CLIMATICI IN CIELO” 

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