Il buco nello strato di ozono dell’Antartide si richiude dopo l’episodio anomalo degli ultimi mesi
Il buco dell’ozono del 2023 ha mostrato un inusuale comportamento dalla sua apertura a settembre fino alla sua chiusura a dicembre. Cosa può causare questo comportamento eccezionale nella stratosfera?
Situato tra noi e il sole, lo strato di ozono, a 20-30 chilometri sopra la Terra, agisce come una barriera invisibile, proteggendoci dai dannosi raggi ultravioletti. Tuttavia, questo prezioso equilibrio è messo in discussione dal persistente enigma del buco dell’ozono, il cui peculiare comportamento nel 2023 ha sconcertato sia scienziati che osservatori.
Questo buco, che in realtà è una regione con una minor concentrazione di ozono, si estende sopra l’Antartide, raggiungendo dimensioni fino a 25 milioni di chilometri quadrati. Quali segreti nasconde questo fenomeno atmosferico che, nonostante anni di studio, resta un enigma per la scienza?
La dinamica dello strato di ozono
Innanzitutto cominciamo a risolvere il puzzle spiegando il comportamento del buco dell’ozono. La dinamica dello strato di ozono, influenzata da diversi fattori, ci immerge in un affascinante balletto atmosferico. Durante l’inverno, il vortice polare, un’area fredda e densa che si forma nell’Artico, intensifica la sua presenza. Ciò blocca il passaggio dell’aria dalle zone subtropicali ricche di ozono alla stratosfera polare. Il risultato è la formazione del noto “buco dell’ozono” sopra l’Artico, con una diminuzione della concentrazione di ozono.
Con l’arrivo della primavera, il vortice polare perde forza, consentendo all’aria ozonizzata proveniente dalle zone subtropicali di fluire nella stratosfera polare. Questo processo chiude il “buco dell’ozono” nell’Artico, aumentando la concentrazione di ozono in questa regione. Questa oscillazione stagionale dello strato di ozono ci offre una visione unica della complessa interazione tra radiazione solare, temperatura e venti nella nostra atmosfera.
Lo strano ed inusuale comportamento del buco dell’ozono nel 2023
L’anno 2023 ha sfidato le previsioni, presentando un buco nell’ozono che ha rotto questo schema. Iniziato a settembre, questo buco ha attirato l’attenzione degli esperti diventando uno dei più grandi osservati a metà di quel mese. Nonostante la successiva riduzione alla media, la sua persistenza nel mese di novembre su 14,2 milioni di chilometri quadrati, approssimativamente l’area dell’Antartide, lo posiziona come il terzo più grande per questo periodo.
Il processo di chiusura, segnato da rimbalzi, si è prolungato fino al 20 dicembre, essendo questo uno degli episodi più duraturi, superando anche i buchi del 1999 e del 2020 che erano durati fino al 27 dicembre.
Ricerche ed ipotesi: cosa è successo negli ultimi mesi?
Il comportamento anomalo del buco dell’ozono nel 2023 ha portato gli scienziati a cercare delle spiegazioni. Un’ipotesi suggerisce che l’eruzione del vulcano Hunga Tonga – Hunga Ha’apai nel 2022, che ha rilasciato grandi quantità di vapore acqueo nella stratosfera, potrebbe aver influenzato l’intensità della riduzione dello strato di ozono.
Last year's ozone hole over Antarctica was one of the biggest on record.
The hole is actually an ozone depleting area, and it reached a size of 26 million sq km, about three times the size of Brazil, on 16 September 2023.
Learn more: https://t.co/ROLL54o13r pic.twitter.com/NCi69scQVe
— ESA Earth Observation (@ESA_EO) January 3, 2024
Un’altra teoria punta a un fenomeno noto come Modalità Anulare Meridionale, che potrebbe aver ritardato il processo di chiusura del buco dell’ozono rompendo il vortice polare. Inoltre, ricerche recenti evidenziano modelli atmosferici a lungo termine a partire dagli anni 2000 come possibili fattori che hanno portato a buchi dell’ozono più grandi, suggerendo un impatto da parte dei cambiamenti climatici.
L’enigma del buco dell’ozono nel 2023 sfida la ricerca atmosferica
Nonostante il successo globale del Protocollo di Montreal, che ha vietato l’emissione di sostanze dannose per lo strato di ozono, lo strano comportamento del buco dell’ozono nel 2023 rivela che la ricerca in questo campo ha ancora grandi sfide da affrontare.
È il quarto anno consecutivo che il buco dell’ozono nell’emisfero meridionale mostra un comportamento peculiare, nonostante il successo globale nel bandire le sostanze che distruggono lo strato di ozono.
In che modo i cambiamenti climatici e altri eventi naturali incidono su questo delicato equilibrio atmosferico? Anche se le risposte non sono del tutto chiare, la chiusura del buco offre un barlume di speranza e ci motiva a continuare a svelare i segreti della nostra atmosfera.
FONTE https://www.ilmeteo.net/notizie/attualita/buco-strato-ozono-antartide-richiude-dopo-episodio-anomalo-ultimi-mesi.html
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IL BUCO DELL’OZONO NON SI STA RIPRENDENDO. SECONDO UNO STUDIO, QUESTA BUONA NOTIZIA ERA PREMATURA
GEOENGINEERING AND IONOSPHERIC HEATING RESPONSIBLE FOR DELIBERATE OZONE DEPLETION
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