Il progetto ESA “Space-Based Solar Power” prevede la trasmissione sulla Terra dell’energia immagazzinata in modalità wireless – ComputerMagazine.it

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E Tarkovsky si sta rivoltando nella tomba. Il suo film Solaris, presentato a Cannes nel 1972, è considerato l’opera più apprezzata (e vista) del regista russo in Occidente. Ora SOLARIS è diventato un programma “in risposta al cambiamento climatico”.

Importante è che il nome sia quello giusto e che il programma si definisca “verde e pulito”. Pertanto, l’energia nucleare e l’energia a microonde sono le opzioni sponsorizzate per combattere “le emissioni nocive di CO2”. Le emissioni elettromagnetiche andranno bene alle varie fasce atmosferiche e a tutto il resto? Quanto sono sicure le microonde e l’energia solare dallo spazio? Basta poco per capire che entrambe le opzioni – l’energia nucleare e l’energia trasmessa via microonde – hanno molto a che fare con il settore militare. Siamo nel quadro di scelte bipolari. Il duplice uso militare/civile è un fatto ben noto. Si finanzia l’uso bellico con pretesti civili. La spesa dell’operazione dellESA ammonterebbe complessivamente a 418 miliardi di Euro. 

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Al Consiglio degli Stati membri dell’ESA che si terrà a novembre l’Agenzia Spaziale Europea presenterà il programma Solaris, con il quale stabilirà le basi preparatorie di una costellazione di giganteschi satelliti che raccoglieranno l’energia solare nello spazio per inviarla wireless sulla Terra in modo da coprire parzialmente il fabbisogno energetico europeo.

Il sistema è stato chiamato dall’ESA “Space-Based Solar Power”, che può essere tradotto in “energia solare dallo spazio”, perché il concetto alla base è quello di raccogliere l’energia solare da grandi satelliti dotati di appositi pannelli per poi ridistribuirla in modalità wireless fino a terra. L’ESA punta ad avere pronto il programma Solaris per lo Space-Based Solar Power (SBSP) entro il 2025.VEDI QUI 

L’Agenzia ESA vuole trasmettere energia elettrica dallo Spazio alla Terra

Josef Aschbacher

 

Assorbire energia solare nello spazio, immagazzinarla e dunque inviarla al pianeta Terra: questa l’ambizione del progetto Solaris dell’Agenzia Spaziale Europea, che verrà presentato ufficialmente il prossimo al Consiglio degli Stati Membri dell’ESA. Scopriamo alcuni dettagli in anteprima.

Enormi satelliti da inviare nello spazio con l’obiettivo di immagazzinare energia solare per poi inviarla al pianeta Terra e soddisfare – almeno parzialmente – il fabbisogno energetico del Continente europeo: questa l’ambizione dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), che ha battezzato il progetto “Space-Based Solar Power”.

E’ importante sottolineare che, al momento in cui scriviamo, l’intero compendio di tecnologie necessarie per una simile operazione non è ancora completo. Tuttavia, l’ESA ha annunciato di ritenere possibile di giungere all’anno 2025 pronta per avviare il sistema e di poter colmare in poco più di 24 mesi tutte le lacune tecnologiche necessarie.

Il progetto preliminare prevede l’impiego di un massimo di 25 satelliti orbitanti geosincronicamente attorno alla Terra – in modo da mantenere l’irraggiamento solare per almeno il 99% della sua orbitazione – ad una distanza di 36.000 chilometri, di una superficie massima di oltre 15 chilometri quadrati e di un peso di circa 6.000 tonnellate: come una Stazione Spaziale Internazionale moltiplicata 2 in termini di superficie e moltiplicata 16 in termini di massa.

La capacità di produzione energetica dei satelli

Secondo l’agenzia britannica Frazer-Nash, la spesa dell’operazione per 54 satelliti da impiegare entro il 2070 ammonterebbe a 418 miliardi di Euro con un ritorno di benefici pari a 601 miliardi di Euro – ComputerMagazine.it

Il fabbisogno energetico europeo annuale è oggi pari a circa 3.000 TWh di energia elettrica all’anno. Secondo l’Unione Europea, tale fabbisogno potrà aumentare fino a 3.500 TWh all’anno entro il 2050.

Ecco perché, nelle previsioni dell’ESA, essendo ogni satellite in grado di generare 2 GW di potenza per la produzione massima di circa 15,7 TWh all’anno, per giungere ad almeno il soddisfacimento del 10% del fabbisogno europeo, occorrerebbero circa 25 satelliti orbitanti nello spazio.

Ed infine, uno dei “nodi” operativi più importanti da sciogliere: ovvero, la trasmissione dell’energia dai satelliti alla Terra in modalità wireless, senza cavi, o attraverso microonde in radiofrequenza o attraverso luce laser ad alta potenza.

In termini di costi e benefici, secondo l’agenzia britannica Frazer-Nash – che si é spinta a stime per un totale di 54 satelliti da realizzare e rendere operativi entro il 2070 – la spesa dell’operazione dellESA ammonterebbe a 418 miliardi di Euro con un ritorno in termini di benefici di 601 miliardi di Euro

FONTE https://www.computermagazine.it/2022/08/25/lagenzia-esa-vuole-trasmettere-energia-elettrica-dallo-spazio-alla-terra-ecco-lincredibile-progetto/

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