Non è la materia che genera il pensiero, è il pensiero che genera la materia” diceva Giordano Bruno.

Film, videogiochi che mostrano e simulano mondi distrutti, giocatori che praticano l’uccisione e la distruzione penetrano nella mente. Il giocatore pratica la distruzione. Cui bono? PERCHÉ NESSUNO DI QUESTI LUMINARI SA SIMULARE UN MONDO MIGLIORE?

Questo simulatore mostra gli effetti di una esplosione nucleare sulla tua città, con una nuova funzione tanto inquietante quanto utile

Nukemap è uno strumento che ti permette di far esplodere un ordigno nucleare su una mappa interattiva del mondo.

  • La app è stata creata da uno storico per migliorare la comprensione degli effetti delle esplosioni nucleari.
  • Una nuova versione mostra come i vari tipi di rifugi antiatomici potrebbero proteggerti dall’esposizione al fallout.
  • Nukemap vorrebbe aiutare gli utenti a capire sia l’orrore degli attacchi nucleari, sia la loro potenziale capacità di sopravvivenza.

Dal febbraio del 2012 sono state fatte esplodere più di 159 milioni di armi atomiche. Ne hanno innescate di grandi e di piccole, le hanno sganciate su Washington, Parigi, Mosca e anche su casa propria.

Ma nessuna di queste esplosioni nucleari è vera. Sono state simulate tramite Nukemap, una app che ti permette di scegliere un qualsiasi luogo della Terra, giocherellare con alcune opzioni e poi sganciare un’ipotetica bomba. 

Il programma è la creazione di Alex Wellerstein, uno storico degli armamenti dello Stevens Institute of Technology. L’impiego della app mette i brividi — prova solo a ingrandire la località scelta e a premere “detonate” per vedere cosa succede – una sensazione subito rimpiazzata da un terrore esistenziale quando si osserva la stima delle vittime e dei feriti crescere velocemente nonché gli effetti di lunga durata che una singola esplosione può causare su una superficie di migliaia di chilometri quadrati.

Potresti iniziare a chiederti se nella realtà riusciresti sopravvivere a un attacco simile.

Viviamo in un mondo in cui la questione degli armamenti nucleari è regolarmente sulle prime pagine dei giornali, ma la maggior parte delle persone ha ancora un’idea davvero sbagliata di cosa un’esplosione nucleare possa provocare veramente“, ha scritto Wellerstein sulla sua pagina web, NuclearSecrecy.org.

Ha pertanto creato Nukemap sei anni fa per attirare chi è curioso e illustragli una serie di conseguenze delle detonazioni nucleari.

Una comprensione realistica di quello che un’esplosione nucleare può e non può fare è fondamentale in ogni discussione in proposito”, ha detto Wellerstein a Business Insider. “Le persone tendono ad avere immagini estremamente esagerate delle armi, o a sottovalutare estremamente la loro potenza, sempre che ci pensino. E ciò può condurre a ogni genere di politiche isteriche”.

Da allora, Wellerstein aggiorna il proprio progetto di educazione pubblica ed è arrivato alla versione 2.6. Nella nuova versione, gli utenti possono esaminare più approfonditamente le conseguenze di un fallout radioattivo, anche se e come una persona potrebbe sopravvivere al terrificante fenomeno.

La nuova opzione ‘ rifugio antiatomico’ di Nukem

Il software Nukemap si basa su dati resi pubblici, e sui modelli di armi nucleari e i loro effetti — fattori come dimensione del fungo atomico, raggio di distruzione, zone di radiazione e altro. Elabora i numeri e poi dà i risultati sotto forma di grafici su una mappa interattiva.

Le opzioni preimpostate ti permettono di scegliere esplosioni storiche e recenti, tra cui i test atomici nordcoreani e la Bomba Zar, l’ordigno nucleare più potente mai fatto esplodere. Lo strumento consente anche una stima delle vittime e dei feriti a seconda della potenza, altitudine e posizione dell’arma.

Il più recente aggiornamento di Wellerstein ha debuttato la settimana scorsa e offre una nuova opzione interessante: un modo per vedere quanto se la passa bene qualcuno all’interno di un rifugio antiatomico.

La versione precedente di Nukemap poteva generare una nuvola di fallout radioattivo e mostrare agli utenti come avrebbe potuto disperdersi in base alle reali condizioni climatiche. Adesso, uno strumento “sonda” ti permette di analizzare questa nuvola e di stimare meglio le tue possibilità di sopravvivenza al suo interno.

La caratteristica consente agli utenti di scegliere un determinato punto e di capire l’ammontare di esposizione alla radioattività nel corso di un certo periodo di tempo e i suoi effetti. Puoi capire come i diversi tipi di rifugi influenzano tale esposizione. Tra le opzioni: nessun rifugio, la cantina di una casa a un piano, il centro di un edificio per uffici, e così via.

Come esempio, immagina che una bomba da 150 chilotoni esploda a New York (vicino al suolo).

Tale potenza, in chilotoni di Tnt, sarebbe dieci volte superiore rispetto a quella della bomba sganciata su Hiroshima. Nukemap prevede così che il fallout pericoloso generato da un tale cataclisma potrebbe diffondersi al Connecticut fino a Stamford.

La detonazione di un’arma nucleare da 150 chilotoni a terra a New York avrebbe conseguenze di vasta portata in termini di fallout radioattivo. Nukemap 2.6 / Alex Wellerstein; Mapbox

Questo tipo di bomba sarebbe simile in potenza alle bombe all’idrogeno che la Corea del Nord potrebbe fare arrivare fino agli Stati Uniti orientali (Wellerstein ha sviluppato anche la browser app Missilemap per valutare la portata dei missili balistici intercontinentali a testata nucleare).

Nell’esplosione dell’esempio, una persona all’aria aperta in un parco di Stamford, nel Connecticut, potrebbe essere esposta a 116 rad di radiazioni nel corso di 5 ore, tanto da indurre malattie secondo Nukemap, dato che sarebbe sufficiente a indebolire il sistema immunitario (tra le altre cose).

Nel frattempo, se questo cittadino del Connecticut dovesse nascondersi in cantina di un vicino edificio di tre piani per 72 ore, sarebbe esposto solo a 8 rad — approssimativamente la stessa quantità cui sono esposti gli astronauti dopo aver vissuto sei mesi sulla Stazione Spaziale Internazionale.

Reinventare la difesa civile’

La funzionalità con la nuvola di fallout presente in Nukemap mostra che il fallout è limitato fondamentalmente alle esplosioni che avvengono vicino al suolo — al contrario delle esplosioni aeree a centinaia di metri o addirittura chilometri di altitudine. Questo perché il fallout consiste quasi interamente di polvere e detriti che vengono aspirati da un’esplosione nucleare, irraggiati a livelli pericolosi, spinti nell’atmosfera e sparsi su grandi distanze (per cui un’esplosione in alto nel cielo non può aspirare la stessa quantità di suolo e macerie).

In ogni caso, gli esperti di sicurezza nucleare dicono che 48 ore è la quantità di tempo minima per rifugiarsi, dato che la radioattività da fallout si allontanerebbe dai livelli pericolosi dopo questo periodo.

Wellerstein spera che il suo strumento porti le persone a comprendere questo tipo di informazioni tramite sperimentazione e iterazione.

Spero che le persone capiscano cosa potrebbe fare un ordigno nucleare ai luoghi che conoscono bene, e come la grandezza diversa di armi nucleari provochi risultati diversi”, ha scritto su suo sito.

L’aggiornamento a Nukemap arriva in parallelo all’impegno di Wellerstein e di altri suoi colleghi dello Stevens Institute of Technology in un’iniziativa chiamata Reinventing Civil Defense.

Il progetto, che gode di una sovvenzione di 500.000 dollari, dovrebbe esordire nel 2019 e prevedere analisi in realtà virtuale su come sia trovarsi nel mezzo di un’esplosione nucleare. Il nome rimanda al programma degli Usa durante la Guerra Fredda volto alla diffusione di comunicazioni sulla sicurezza come “duck and cover” (“mettiti al riparo”).

Il sito del progetto recita: “Il nostro scopo è quello di sviluppare nuove strategie di comunicazione sul rischio nucleare che abbiano un’elevata possibilità di essere comprese da un vasto pubblico“. “A partire dai precedenti della Civil Defense, identificheremo le caratteristiche di una comunicazione efficace, non di parte ed equilibrata sul rischio nucleare nel XXI secolo”.

Nel frattempo, l’ultima iterazione di Nukemap chiarisce che la potenza di ogni arma, ovvero il suo potere esplosivo, è limitato — come anche i suoi effetti.

Così, se non ti trovi nell’epicentro, sei consapevole di un possibile attacco e sai cosa fare — e cosa evitare, come salire in macchina — hai una possibilità di sopravvivere (escludendo una guerra nucleare globale).

Il che non vuol dire che dovremmo abituarci all’idea delle armi nucleari o considerare inevitabile o normale il loro impiego. Al contrario: una tendenza simile avvicinerebbe il mondo a un conflitto nucleare catastrofico, magari involontario.

Una concezione più razionale, seria ed equilibrata di queste armi, secondo la mia esperienza, porta le persone ad affrontarle in maniera più seria”, ha detto Wellerstein a Business Insider. “[Una] detonazione nucleare non sarebbe la fine di tutto, ma dobbiamo impegnarci a evitarla praticamente ad ogni costo”. FONTE

Il Punto di Giulietto Chiesa: Sarà così il suicidio nucleare?

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