Prima che le censure annunciate nei confronti di chi mette in discussione l'”emergenza clima” assumano forme ancora più aspre – “l’emergenza Covid” dovrebbe averci insegnato qualcosa – è il caso di  fare i nomi dei critici del cosiddetto riscaldamento globale antropogenico. Ce ne sono sempre di più. Leggiamo sulla pagina dell ‘Unesco: “Il negazionismo climatico ha aumentato il rischio di un cambiamento globale catastrofico. Il diritto penale internazionale dovrebbe essere usato contro coloro che promuovono questa pericolosa tendenza?”

Dunque, passiamo agli scettici e alle loro obiezioni. Wikipedia ci fa il favore di presentarne una selezione. Quello che segue è un estratto della voce in tema.

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I modelli climatici, con cui vengono studiati i cambiamenti climatici recenti, sono stati spesso oggetto di critica … in quanto non sarebbero in grado di riprodurre fedelmente il sistema climatico in tutti i suoi processi fisici compresi quelli di retroazione

I ricercatori scettici sul ruolo antropico nell’attuale riscaldamento: essi rappresentano una minoranza nella comunità scientifica, sebbene negli ultimi anni il loro numero abbia conosciuto un significativo aumento[12]. Tra questi “scettici” vi sono, tra gli altri, anche ex membri dei vari comitati IPCC come i meteorologi Roy Spencer e Hajo Smit,[13] nonché climatologi come John ChristyRobert BallingJudith Curry e William D. Braswell, fisici come Richard LindzenWilliam Happer e David Douglass, meteorologi come William R. Cotton Sherwood Idso, geografi come David Legates, geologi come Ian Plimer e astrofisici come Sallie Baliunas Willie Soon, nonché diversi scienziati ormai deceduti come il premio Nobel Kary Mullis, il climatologo Patrick Michaels, i meteorologi Philip LloydWilliam M. Gray Reid Bryson, i fisici Fred SingerFrederick Seitz William Nierenberg, il geologo Bob Carter e l’astrofisico Robert Jastrow. In particolare, una teoria antagonista al riscaldamento globale è l’ipotesi Gaia da parte di James Lovelock.

Le criticità espresse da tali ricercatori sono diverse, nascono a partire dalla diminuzione della temperatura media globale che si è verificata approssimativamente tra il 1940 e il 1976[15] nonostante continuasse ad aumentare con la stessa costanza la concentrazione di CO2 nell’atmosfera nel medesimo intervallo di tempo, rimarcano l’abbassamento/stasi della temperatura globale osservato nel primo decennio del 2000 rispetto al picco del 1998 e la presunta politicizzazione ed estremizzazione dei documenti conclusivi dell’IPCC ed esprimono perplessità sulla possibilità di stabilire una relazione di causa-effetto tra aumento di CO2 e riscaldamento globale.

In particolare, John Christy e Roy Spencer hanno rilevato negli anni novanta una discrepanza fra le misure di temperatura rilevate al suolo e quelle rilevate dai satelliti artificiali, che non mostravano significative tendenze verso il riscaldamento globale…Alcuni dei ricercatori scettici, pur non negando in linea di principio il riscaldamento globale, rimarcano il ruolo di altri fattori naturali sul clima tra cui il principale sarebbe la variazione dell’attività solare, ma anche l’effetto dei raggi cosmici, che avrebbe un ruolo sulla formazione delle nubi in bassa troposfera e quindi sul mutamento climatico, mentre altri studi scientifici su tale correlazione hanno dato invece esiti negativi (secondo altri ricercatori il contributo dell’attività solare al cambiamento climatico è minoritario rispetto ad altri fattori naturali e soprattutto antropici[18], mentre l’esperimento CLOUD avvenuto al CERN di Ginevra ha provato a svelare con certezza l’effetto dei raggi cosmici sulla formazione delle nubi, attribuendovi un peso molto minore di quanto ipotizzato).

Viene inoltre messa in dubbio la validità degli attuali modelli climatici utilizzati che non sarebbero in grado di ricostruire efficacemente il clima passato né sarebbero stati in grado di predire la stasi del surriscaldamento del primo decennio del 2000, vuoi anche per la stima della sensitività climatica. Il fisico Antonino Zichichi ha criticato i modelli del clima sotto il profilo matematico[19]

È tutt’oggi tema di accese discussioni anche la reale entità del riscaldamento e relative cause, dovute al fatto che il clima terrestre non è considerabile come un sistema statico, avendo presentato nella sua storia cambiamenti graduali, ma intensi anche senza l’intervento dell’uomo. Sia ai tempi dell’Impero Romano che nel Medioevo le temperature medie sono state leggermente più alte che in altri periodi, dando luogo al periodo caldo romano e al periodo caldo medievale e permettendo la colonizzazione della Groenlandia e la coltivazione estesa di viti nell’Europa del Nord. Entrambi questi periodi sono stati seguiti da periodi di raffreddamento climatico: a Londra il fiume Tamigi gelava tanto da permetterne il passaggio a cavallo e lo svolgimento di mercati natalizi sulla sua superficie ghiacciata. In tale ottica si colloca la cosiddetta controversia della mazza da hockey in merito alla comparazione tra il riscaldamento attuale e l’optimum climatico medioevale.

Tutte queste tesi sono state raccolte in un documentario della CBC. Il matematico e fisico teorico Freeman Dyson, che fin dagli anni 70 teorizzava la necessità di attuare il sequestro del carbonio piantando nuovi alberi in aree enormi,[22] nel 2007 ha invece rivalutato la questione affermando che « […] l’allarmismo sul riscaldamento globale è fortemente esagerato» dopo aver calcolato che « […] il problema dell’anidride carbonica nell’atmosfera è un problema di gestione del terreno, non un problema meteorologico». Secondo lo scienziato gli errori commessi sarebbero legati al fatto che nessun modello matematico atmosferico o oceanico è in grado di predire il modo in cui dovrebbe essere gestita la Terra;[23][24] infine sottolinea che dovrebbero avere maggiore priorità altri problemi globali.[25]

Alcuni scienziati sostengono che il sistema Terra avrebbe in sé sufficienti elementi stabilizzatori che tendono a reagire alle variazioni di temperatura, in modo da mantenere quest’ultima costante o quasi. Un caso di questo genere è quello dell’Ipotesi Iris di Richard Lindzen (fisico del Massachusetts Institute of Technology), la quale propone che mentre l’atmosfera tropicale si riscalda, i cirri nuvolosi diminuiscono, consentendo al calore della radiazione infrarossa di uscire dall’atmosfera verso lo spazio.[26][27].Lo stesso Lindzen tratta criticamente punto per punto i dati e le teorie sulle origini e conseguenze del fenomeno del riscaldamento globale di origine antropica.[28]

Altri scienziati concordano sull’aumento del riscaldamento globale e sul contributo delle attività antropiche, differenziandosi però dalla posizione della maggioranza dei climatologi: alcuni, come il meteorologo William R. Cotton, sostengono che vi sono attualmente numerose incertezze e non sarebbe ancora possibile distinguere con certezza il riscaldamento provocato dalle attività umane da quello causato da fattori naturali,[29] mentre altri sostengono che il problema non sia grave. John Christy ammette che le azioni umane abbiano un ruolo sull’aumento delle temperature globali, ma ritiene che il fenomeno sia sovrastimato e che i timori legati al riscaldamento globale siano eccessivi.[30] Una posizione analoga a quella di Christy è stata espressa dalla climatologa Judith Curry, che ammette il ruolo dei gas serra di origine antropica nell’aumento del riscaldamento globale, ma ritiene che ci siano ancora molte incertezze sulle variazioni naturali del clima. Curry non crede che la sensibilità del clima alle emissioni di anidride carbonica sia rilevante e dissente sulla rapidità dei cambiamenti climatici in atto, sostenendo che abbiamo tempo per affrontarli senza attuare politiche volte a ridurre drasticamente le emissioni in tempi brevi.[31

Pressioni politiche sugli scienziati

Alcuni climatologi sostengono di subire enormi pressioni per distorcere o nascondere qualsiasi risultato scientifico che suggerisca che le attività umane siano responsabili del riscaldamento globale. Un sondaggio effettuato tra i climatologi riporta che “quasi la metà degli intervistati ha riportato pressioni per eliminare le parole “riscaldamento globale” e “cambiamento climatico” da una varietà di comunicati”. Questi scienziati hanno subito delle pressioni per far sì che le loro pubblicazioni fossero allineate allo scetticismo dell’amministrazione Bush sui cambiamenti climatici[40]. Nel giugno 2008, un’indagine interna alla NASA ha dimostrato che alcuni impiegati della NASA avevano evitato di pubblicare dei dati al fine di proteggere l’amministrazione Bush durante le elezioni presidenziali del 2004[41]. Alcuni scienziati, che pure sostengono la teoria del riscaldamento globale, si sono dichiarati invece preoccupati dalle esagerazioni e dalle drammatizzazioni relative ai futuri effetti del cambiamento climatico effettuate degli attivisti e dalla stampa[42].

Alcuni scienziati sostengono d’altra parte che le assegnazioni di fondi per le ricerche in questo campo sono condizionate da una specie di lobby guidata dai sostenitori del riscaldamento globale dovuto a cause umane e della sua gravità. Ad esempio lo scienziato Reid Bryson, uno degli scettici sulle conseguenze del riscaldamento globale, disse pubblicamente nel giugno del 2007 che: «C’è un mucchio di quattrini da fare in questo campo […] Se vuoi essere un eminente scienziato devi avere un mucchio di collaboratori laureati ed un mucchio di sovvenzioni. Tu non puoi ottenere sovvenzioni se non affermi: “Oh, riscaldamento globale, certo, certo, certo, anidride carbonica”».[43] Analoghe posizioni sono state prese da John Christy, collega dello scienziato climatologo Roy Spencer dell’Università dell’Alabama a Huntsville e collaboratore dello IPCC, dal biogeografo e professore emerito dell’Università di Londra Philip Stott,[44] dall’Associazione no profit Accuracy in Media, avente lo scopo di controllare l’accuratezza dei mezzi d’informazione,[45] e dal geologo e professore emerito in Scienze della Terra all’Università di MelbourneIan Plimer, nel suo libro del 2009 Heaven and Earth — Global Warming: The Missing Science (Cielo e terra — Riscaldamento globale: La Scienza che manca).

Richard Lindzen, professore di meteorologia al MIT, affermò che: «…[nell’] inverno del 1989 Reginald Newell, un professore di meteorologia [al MIT] ha perso un finanziamento della National Science Foundation per l’analisi di dati che non evidenziavano un aumento netto della temperatura nel secolo passato» Lindzen ha anche supposto che quattro altri scienziati avessero “apparentemente” perso i loro finanziamenti o i loro posti dopo aver messo in discussione il sostegno scientifico al riscaldamento globale.[46]

ARTICOLO COMPLETO https://it.wikipedia.org/wiki/Controversia_sul_riscaldamento_globale

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FREEMAN DYSON METTE IN DISCUSSIONE IL CONSENSO SUL RISCALDAMENTO GLOBALE

500 SCIENZIATI DI 13 PAESI SCRIVONO ALL’ONU: NON C’È EMERGENZA CLIMATICA

Si allunga la lista degli scienziati e dei professionisti che hanno firmato la World Climate Declaration, la dichiarazione in cui sostengono non ci sia alcuna emergenza climatica per la Terra. Le firme, ormai oltre 1.200, arrivano da Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Francia, Germania, Ungheria, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Portogallo, Spagna, Svezia, Svizzera, Regno Unito, Australia, Brasile, Canada, Cile, Cina, Hong Kong, India, Giappone, Messico, Nuova Zelanda, Paraguay, Russia, Sudafrica, Stati Uniti. 

La dichiarazione è stata redatta nel settembre 2019, quando era sostenuta da 500 firmatari: ora il numero è più che raddoppiato. 

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LETTERA INEDITA DI ROSALIE BERTELL ALLE NAZIONI UNITE – SENZA RISPOSTA

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